La BMW M2 Competition è una cosiddetta limited edition già di per sé dotata di quei particolari unici che la rendono immediatamente riconoscibile solo dai più fini intenditori. Ma, si sa, la personalizzazione, ancorché soft, è come una malattia, e la ricerca spasmodica di quel “qualcosa in più” che differenzi la propria vettura anche da quella di un pur ristrettissimo lotto di appassionati non conosce limiti.
Vi raccontiamo le caratteristiche e come va un’auto sportiva esclusiva che è la base della vettura da competizione protagonista del campionato monomarca M2 Racing CS Racing.
BMW M2 Competition caratteristiche esterni
Abituati a vedere le serie M della Casa bavarese di colori prevalentemente bianco o grigio o nero, la colorazione azzurro metallizzato Long Beach Blue sorprende soprattutto per l’eleganza, senza però nulla togliere all’aspetto sportivo della macchina. Se qualcuno avesse incertezze sul modello, i fregi col logo M2 sui parafanghi toglierebbero immediatamente qualsiasi dubbio anche al meno smaliziato.
I più competenti, invece, noterebbero immediatamente il baffo posteriore in carbonio che identifica la Competition dagli altri modelli di M2. Per i più difficili da persuadere, invece, basta aprire le portiere e verificare la scritta M2 Competition sul battitacco in alluminio, così sono convinti tutti.
Test prova abitacolo BMW M2 Competition
Gli interni sono strettamente di serie, e forse meriterebbero un po’ di personalizzazione visto che sono in pretto BMW-style comune per tutte le sportive della Casa bavarese.
Anche i sedili M Sport, sportivi e ben contenitivi, non hanno quell’anima competition che ci aspetteremmo da una vettura di questo nome.
BMW M2 Competition caratteristiche assetto
L’assetto dell’auto non è modificato rispetto a quello d’origine, con ammortizzatori M Sport regolabili elettronicamente tramite il pulsante di selezione del setup: Comfort, Sport e Sport+. In quest’ultima modalità varia anche la risposta di sterzo, la tonalità del motore alzando il minimo di 1.000 giri, l’ingerenza dell’ESP e la regolazione del differenziale autobloccante meccanico a controllo elettronico.
Resta originale anche l’impianto frenante BMW M in Compound con dischi in acciaio autoventilanti e forati, con la modifica dei soli tubi in materiale Aviokit e l’adozione di pastiglie Pagid.
I cerchi sono gli opzionali 788 M forgiati Jet Black da 19” con pneumatici Pirelli Sport Competition 245/35R19 anteriori e 265/35R19 posteriori.
BMW M2 Competition caratteristiche motore
Il motore è il 6 cilindri in linea a benzina M Twin Power Turbo di 2.979 cc che in origine eroga 411 CV a 5.230 giri/min con un valore di coppia di 550 Nm.
Su questa BMW M2 sono stati effettuati interventi di ottimizzazione sulla parte elettronica e su aspirazione e scarico, ottenendo risultati considerevoli in termini di incremento di potenza.
Cambio BMW M2
Il cambio della M2, fornito sulla versione base in manuale a 6 rapporti, sulla nostra BMW è l’opzionale automatico M a doppia frizione DKG Drivelogic a 7 rapporti. Anche sulla trasmissione si è intervenuti a livello di elettronica, riprogrammando la centralina che ora ha una risposta più immediata accorciando i già ottimi tempi di cambiata e ottimizzando la frenatura dell’autobloccante in funzione dell’aumento di potenza.
Alla fine del trattamento anche la velocità massima cresce in misura notevole, passando da 270 km/h (di serie autolimitata a 250) a 330 km/h.
Test prova in pista BMW M2 Competition turbo da 577 CV, prova come va impressioni di guida
L’avviamento a pulsante sul cruscotto toglie subito quell’impressione di auto-sportiva-ma-normale che in un primo istante aveva trasmesso l’impostazione dell’abitacolo. Il rumore è ovattato quando il motore gira al minimo in modalità Comfort. Innestiamo la marcia utilizzando il paddle destro dietro al volante e ci accingiamo ad entrare nel breve e tortuoso circuito di Castelletto di Branduzzo.
Tante curve e controcurve, tornanti e un breve rettilineo non sono l’optimum per spremere a tutto fondo una sportiva da 580 cavalli, ma saranno certamente un ottimo banco di prova per capirne le caratteristiche basilari: accelerazione, frenata, tenuta laterale, prontezza di risposta.
Procediamo per gradi, qualche giro in Comfort, poi appena un accenno in Sport per andare subito in Sport+. Passando da una modalità all’altra la differenza la si nota, soprattutto per quanto riguarda i servi elettronici, ma anche in fase di erogazione le variazioni si fanno sentire.
In Sport+ la spinta del 6 cilindri sovralimentato è impressionante dai primi giri fino a oltre 7.500 giri/min con una progressione incredibile, senza però dare mai l’impressione di sferrare quel calcio nella schiena tipico dei motori brutali, segno che l’elettronica riesce a interagire con l’incremento di potenza senza mortificare lo spirito sportivo dell’auto. La minore invasività dei controlli elettronici in Sport+ consente di “sentire” meglio la macchina e capire le sue reazioni che, per quanto veloci, non sono mai improvvise.
Certo se si esagera un po’ con il gas a ruote non perfettamente allineate la perdita del retrotreno è improvvisa, ma ci si fa presto l’abitudine dosando sagacemente con l’acceleratore per divertirsi in traversi controllati che sanno tanto di drifting d’alta classe. L’ausilio dell’autobloccante e la giusta taratura delle sospensioni in abbinamento con la barra stabilizzatrice in carbonio, che assicurano rigidezza quel tanto che basta per non penalizzare più di tanto il comfort, sono un valido aiuto per capire il punto di perdita di aderenza e intervenire immediatamente modulando con l’erogazione del gas.
Convincenti anche i freni in acciaio, anche se avremmo pensato ad una soluzione opzionale in carboceramica per un’auto di queste prestazioni, che non palesano alcun accenno a perdita di potenza nonostante le continue sollecitazioni a cui sono sottoposti nel tortuoso tracciato.
Da ultimo il cambio, di cui non abbiamo provato l’ebbrezza di sfruttare tutte sette le marce, ma che ci è sembrato velocissimo nell’innesto dei rapporti e pronto in scalata, con tempi di reazione veramente infinitesimali.
BMW M2 Competition, conclusioni test: cosa ne pensiamo?
La BMW M2 Competition è una vettura che dà senza dubbio sensazioni particolari, con una spinta incredibile che obbliga il pilota a correggere il sovrasterzo di potenza appena affonda deciso sull’acceleratore, ma che trasmette quel necessario senso di sicurezza grazie alle reazioni non brutali.
Una drift-car stradale con un costo di preparazione abbordabile -riferito al modello-, poco meno del 15% del prezzo dell’auto.
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Foto BMW M2 Competition
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POSITIVO
– Prontezza di innesto delle marce
– Eleganza dell’insieme
NEGATIVO
– Troppo elegante per essere “cattiva”