Gli italiani al Rally di Monte Carlo in classifica finale
Le posizioni di classifica degli equipaggi italiani all'arrivo ed i piazzamenti a podio sulle classi RC2, RC3 e RC4

Un pH acido sembra essere il risultato della “cartina tornasole” per i colori italiani a Montecarlo. La quota di partecipazione del tricolore è di 1 a 7: una decina di equipaggi italiani su 70 totali hanno preso parte a questa prima tappa del Campionato Mondiale di Rally 2025. Un tricolore che, purtroppo, fatica a farsi notare tra i primi classificati, nonostante l’impegno encomiabile degli equipaggi, che lottano con determinazione per tenere alto il nome dell’Italia. Ciascuno si è distinto, chi più chi meno, nella propria categoria dalla Rally2 alla Rally4, senza un equipaggio in lizza per la vittoria possibile soltanto con una vettura di Rally1.
I podi di classe degli italiani
A podio nella RC4 due equipaggi, in seconda posizione Oldani e D’Agostino, terzi Fiore e Casalini, entrambi gli equipaggi su Peugeot 208. Nella RC3 altro podio di Fontana e Arnaboldi su Ford Fiesta.
Pos. ass. |
pos. cat. |
Pilota / navigatore | Vettura | n° | Tempi |
---|---|---|---|---|---|
14° | 5° WRC2 | Roberto DAPRÀ | Skoda Fabia RS | 24 | 03:36:33.8 |
7° Rally2 | Luca GUGLIELMETTI | Rally2 | |||
25 | 2° Rally3 | Matteo FONTANA | Ford Fiesta | 54 | 03:49:47.6 |
Alessandro ARNABOLDI | |||||
35 | 20° Rally2 | Maurizio CHIARANI | Skoda Fabia RS | 47 | 04:06:27.4 |
Flavio ZANELLA | |||||
37 | 2° Rally4 | Marco OLDANI | Peugeot 208 | 71 | 04:07:5.8 |
Pietro D’AGOSTINO | |||||
38 | 21° Rally2 | Flavio BREGA | Skoda Fabia RS | 36 | 04:08:48.1 |
Marco ZEGNA | |||||
39 | 22° Rally2 | Enrico BRAZZOLI | Skoda Fabia RS | 46 | 04:08:56.4 |
Martina MUSIARI | |||||
47 | 3° Rally4 | Emanuele FIORE | Peugeot 208 | 76 | 04:21:16.2 |
Andrea CASALINI | Rally4 | ||||
57 | 27° Rally2 | Rachele SOMASCHINI | Citroen C3 | 44 | 04:49:9.3 |
Nicola ARENA | |||||
59 | 28° Rally2 | Filippo MARCHINO | Skoda Fabia | 48 | 04:54:48.3 |
Ometto Pietro Elia |
Sono equipaggi da stimare, capaci di affrontare prove e ritmi durissimi sotto il profilo tecnico, fisico e mentale. Tuttavia, mentre Sébastien Ogier si incorona re del Rally di Montecarlo per la decima volta, l’Italia non riesce a comparire nemmeno tra le prime dieci posizioni.
Le operazioni di marketing, le manovre economiche, le strategie politiche e le relazioni amichevoli sono utili e fanno spettacolo, ma durante le prove speciali è solo il cronometro ad avere l’ultima parola.
E purtroppo, la voce dell’Italia nei rally internazionali racconta sempre la stessa storia a cui sembriamo quasi rassegnati: chi ha il pane non ha i denti (una bella vettura Rally1), e viceversa.
Forse paghiamo lo scotto di investimenti insufficienti o mal direzionati nello sviluppo di veri talenti da inserire nel WRC con l’auto giusta, mentre ci si perde in troppi giri di parole per dimenticare una verità che nello sport vale più di qualsiasi altra cosa: bravi si diventa, ma campioni si nasce.
Investire nella formazione di giovani piloti, creare opportunità per competere ad alti livelli e garantire un sostegno tecnico adeguato sono passi imprescindibili per tornare competitivi.
L’Italia ha una tradizione motoristica straordinaria, ma è necessario trasformare questa eredità in un progetto concreto per il futuro. Finché ciò non avverrà, continueremo a fare il tifo con orgoglio, pur sapendo che il podio resta un sogno lontano.