Halo F1, cosa è, a cosa serve
Si chiama Halo la protezione per la testa del pilota di Formula 1, obbligatorio anche in tutte le monoposto che partecipano a gare FIA. Si tratta di una struttura anti capottamento aggiuntiva per prevenire lesioni al conduttore nel caso in cui l’auto si capovolga e non solo
L’Halo è un sistema di sicurezza di cui sono dotate tutte le monoposto di F1, una struttura aggiuntiva a forma di metà anello, una barra curva con la funzione di proteggere la testa del pilota in caso di incidenti, collisioni con altre monoposto di F1 e dall’impatto di oggetti. Questo dispositivo di sicurezza, basato su un progetto della scuderia Mercedes, è stato reso obbligatorio dalla FIA per tutte le monoposto a ruote scoperte, Formula 1, Formula 2 e tutte le classi “formula” della FIA a partire della stagione 2018. Le specifiche tecniche sono descritte nello Standard FIA 8869-2018 (“SINGLE-SEATER ADDITIONAL FRONTAL PROTECTION – HALO”). Il compito di questo dispositivo è quello di scongiurare eventi tragici tra i quali quello occorso a Jules Bianchi nel 2014 in cui perse la vita a Suzuka quando la sua monoposto impazzita si infilò sotto ad un mezzo di soccorso a bordo pista.
Scopriamo come è fatto, le dimensioni, il peso, le caratteristiche e le misure dell’Halo utilizzato in tutte le gare in cui corrono le “formule” FIA, compresa la F1.
Halo cosa è
L’Halo consiste in una struttura a forma curva con un supporto centrale molto resistente realizzata in titanio e ricoperta di fibra di carbonio. E’ installato all’altezza della testa del pilota.
E’ in grado di resistere ad un peso di 5.400 kg e ad un impatto di un pneumatico ad oltre 200 km/h. La prima versione dell’Halo presentata nel 2016 pesava 6 kg, mentre quello definitivo a partire dal 2018 pesa 9 kg.
Come è fatto l’Halo
Forma e dimensioni dell’Halo sono uguali per tutte le monoposto: le dimensioni sono 84×58 cm sul piano orizzontale mentre in altezza si sviluppa per circa 19 cm. Pesa di 9 kg. E’ fissato in 3 punti, due dietro la testa del pilota ed uno sulla parte anteriore dell’abitacolo.
Per l’installazione è stato necessario modificare la scocca dove sono stati predisposti 3 attacchi ad alta resistenza strutturale che devono resistere a 12 tonnellate di carico verticale per 5 secondi.
L’Halo è realizzato in titanio da tre produttori scelti dalla FIA: CP Autosport (Germania), l’inglese STT e l’italiana VSystem. Il costo di un Halo in F1 è di circa 10.000 euro.
A che carichi deve resistere
L’Halo, come descritto sul regolamento FIA, deve superare 2 testi di carico, uno quasi verticale ed il secondo orizzontale.
Il primo test viene effettuato con un carico di 125 kN dall’alto con un angolo di 68° rispetto al piano orizzontale, in un punto stabilito tra l’anello principale e il supporto verticale centrale. A questo carico la struttura deve resistere con deformazioni elastiche non superiori a 17,5 mm e deformazioni permanenti non superiori a 3 mm.
Nel secondo test, invece, una forza applicata lateralmente sul piano orizzontale viene progressivamente incrementata fino a raggiungere il carico di rottura, che deve avvenire con valori superiori di 125 kN e senza deformazioni maggiori di 45 mm al di sotto dei 125 kN.
Anche i tre attacchi dell’Halo con la monoposto hanno requisiti di resistenza definiti: secondo il Regolamento Tecnico della Formula 1, nei paragrafi 15.2.3b e 15.2.3c, è stabilito che i due attacchi posteriori superiori devono sopportare un carico verticale diretto verso l’alto pari a 75 kN (circa 7,5 tonnellate), mentre l’attacco frontale deve resistere a un carico verticale di 88 kN (circa 9 tonnellate) sempre diretto verso l’alto, oltre a un carico orizzontale di 88 kN diretto all’indietro.
Le vite dei piloti di F1 salvate dell’Halo
Nella gara di F1 in Gran Bretagna, l’Halo ha contribuito all’incolumità del pilota cinese Guanyu Zhou incappato in un terribile incidente dove sull’Alfa Romeo.
L’Halo ha più che dimostrato le sue capacità di salvataggio negli ultimi anni.
Dall’incidente di Charles Leclerc a Spa nel 2018 (foto sopra), all’incendio di Romain Grosjean in Bahrain nel 2020 (foto sotto).
Molti piloti sono usciti incolumi da gravi incidenti grazie all’Halo.
Protezione testa F1 perché non è piaciuta subito
Inizialmente, l’Halo non riscuoteva gradimento, né tra i protagonisti in pista né tra il pubblico che segue la Formula 1. Il giudizio unanime era che questo dispositivo snaturasse la F1, quasi come se imprigionasse i piloti e limitasse la loro visibilità.
Tra gli scettici c’era anche Niki Lauda che aveva affermato “questo sistema snatura l’essenza stessa delle vetture da corsa”. Altri ex piloti invece, come Jackie Stewart, avevano ben accolto il sistema paragonandolo all’introduzione a suo tempo delle cinture di sicurezza che avevano suscitato le medesime critiche per poi diventare la norma anche sulle vetture stradali di grande serie.
L’Halo è stata una piccola rivoluzione che molti addetti ai lavori però non hanno subito condiviso; la Federazione Internazionale il 19 luglio 2017 ha varato l’obbligo nonostante il parere negativo di 9 team su 10.
Variante dell’Halo, Shied un cupolino
Nelle prove libere di Silverstone del 2017 Sebastian Vettel sulla sua Ferrari aveva provato una variante dell’Halo, un dispositivo chiamato Shield (fotto sotto), cioè una sorta di robusto cupolino in policarbonato davanti alla testa del pilota. Quest’ultimo dispositivo, però, è stato immediatamente bocciato dal pilota tedesco che ne ha lamentato la scarsa visibilità anteriore (visione distorta e sfuocata) con problemi alla guida.
HALO VISTA ON BOARD F1
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