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Audi in F1 con Mattia Binotto “Competitivi nel 2030. Mick è un’opzione”

Dalla sua carriera in Ferrari alla nuova avventura in Audi: Mattia Binotto è pronto a portare la Casa di Ingolstadt ai vertici della F1.

Mattia Binotto, ex Team Principal della Scuderia Ferrari, si appresta a vivere un nuovo capitolo della sua carriera a capo del programma Formula 1 di Audi. La Casa di Ingolstadt lo ha scelto per il suo brillante curriculum e per il know how che può portare dopo l’esperienza ventennale vissuta a Maranello. L’obiettivo? Quello di diventare competitivi entro il 2030. Mick Schumacher? Resta una valida opzione come raccontato durante un’intervista al Corriere della Sera.

Audi in F1 con Mattia Binotto

Lontano dal mondo delle corse per ben due stagioni, Mattia Binotto ha lasciato il segno – spetta a voi dire se in positivo o in negativo – in Formula 1. Adesso, il suo ufficio passa da Maranello ad Hinwil (casa della Sauber), che dal 2026 sarà a tutti gli effetti sotto il controllo di Audi.

Mi mancavano le corse, mi mancava il concetto di squadra. Ma ho accettato di tornare soltanto perché riparto da un foglio completamente bianco. È il fascino della sfida”. 

Mattia Binotto Audi F1
Mattia Binotto che parla col suo muretto box

La Casa di Ingolstadt, colosso nel motorsport, che vanta tra i tanti successi l’ultimo ottenuto durante la Dakar del 2024, entra in Formula 1 con l’obiettivo di vincere entro il 2030 impiegando il tempo minimo necessario per diventare un team della massima serie da debuttante a vincente come capitato a Mercedes.

“Essere in F1 (l’entrata ufficiale sarà nel 2026 ndr), restarci a lungo per creare una squadra vincente e diventare un riferimento della tecnica. Siamo all’inizio della scalata, davanti c’è l’Everest e ora si vede solo la base. Stiamo decidendo da che versante salire, è importante stabilire un percorso”.

“Altri team hanno impiegato anni per arrivare al vertice. Todt entra a Maranello nel 1993 e il primo titolo costruttori è del 1999. Stessa cosa per la Mercedes. Servono dai 5-7 anni, noi prevediamo di poter lottare nel 2030″.

Mattia Binotto Audi F1
Stake Sauber F1 durante il GP di Olanda

La differenza tra Ferrari e Sauber? Netta. Parliamo di due realtà diametralmente opposte, ma la scuderia di Hinwil vuole rimettersi in gioco abbracciando le competenze dei suoi nuovi acquirenti dal 2026 così da percorrere la strada per diventare un top team proprio come sta facendo Aston Martin.

La differenza tra Ferrari e Sauber è immensa, in tutto, dalle dimensioni agli strumenti. Però trovo tantissime similitudini con la Ferrari dei miei inizi, nel 1995. Un’azienda dove c’era tutto da costruire o ricostruire. A quei tempi oltre a riorganizzare i reparti e la metodologia, bisognava allenare le persone a vincere. Inculcare la mentalità del «non siamo qui per partecipare»”.

Mick Schumacher: investire sul giovane ex Formula 1 per il progetto Audi?

Mattia Binotto conosce bene il giovane figlio d’arte Mick Schumacher. Il campione di Formula 2 ed ex pilota Formula 1 in Haas adesso è un pilota attivo nel campionato WEC con Alpine, una categoria di tutto rispetto, ma che non gode della stessa fama e gloria della massima espressione dell’automobilismo. Dopo il licenziamento del giovane Schumacher, lo stesso non ha mai negato di desiderare un ritorno in Formula 1, anche perché a detta di tutti ha ancora molto potenziale da poter esprimere, ma non gli è stata concessa la giusta occasione. L’Audi di Mattia Binotto sarà un lido sicuro per lui?

Mattia Binotto Audi F1 Mick Schumacher
Mick Schumacher durante il GP di Monaco

“Sicuramente, lo stiamo valutando. L’ho incontrato e ci ho parlato, lo conosco da tempo avendo fatto parte della Ferrari Driver Academy. Di lui so pregi e vantaggi, è uno dei nomi che abbiamo in mente”.

Mick Schumacher è uno dei nomi presenti sulla lista come futuro pilota Audi in Formula 1 per Mattia Binotto. Il posto a fianco di Nico Hulkenberg è ancora vacante, ma scegliere il giovane Mick come secondo pilota potrebbe rivelarsi una mossa vincente in termini di marketing per Audi (vedremo due piloti tedeschi su uno dei colossi tedeschi), ma anche di prestazione pura in pista.

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