Toyota a idrogeno, rivoluzionario sistema di ricarica a cartucce, autonomia e costi
Toyota tramite la sua controllata Woven Planet Holdings ha sviluppato un prototipo funzionante di una cartuccia di idrogeno portatile.
Di recente, al Japan Mobility Show tenutosi a Tokyo, Toyota ha rinnovato il restyling della sua Mirai a idrogeno ed ha presentato una possibile alternativa per il rifornimento: le cartucce di idrogeno. Queste cartucce sono il risultato di un progetto avviato nel 2014, finalmente ultimato, che permette alla casa nipponica di proporre una valida alternativa per la produzione di massa di vetture a idrogeno.
E’ passato circa un decennio da quando Toyota presentò al Salone di Los Angeles la sua prima berlina a idrogeno ideata per il mercato internazionale: la Mirai. La novità più importante, chiaramente, non fu né il design né tantomeno la tecnologia insita nella berlina, ma l’avveniristica alimentazione a idrogeno, quindi a emissioni zero. All’epoca, tale proposta generò non poco scalpore nel settore, tanto da sollevare una scia di consenso che mise in moto una serie di prototipi provenienti perfino dalle case automobilistiche più blasonate. Ben presto, però, decisero di fare retrofront e di approdare nel campo dell’elettrico.
Le motivazioni furono principalmente legate ai grandi costi di produzione e stoccaggio dell’idrogeno, che, sommati ai rischi di infiammabilità del carburante stesso, non resero più valido il progetto agli occhi dei manager delle aziende automobilistiche. Nonostante ciò, negli ultimi anni Toyota, insieme a Hyundai, BMW e Honda, non si è arresa e ha proseguito la ricerca verso una soluzione definitiva per la commercializzazione di vetture a idrogeno.
Toyota a idrogeno con cartucce
Ma come funzionano le cartucce di idrogeno? Sostanzialmente, appaiono come vere e proprie cartucce contenenti una specifica quantità di idrogeno pressurizzato, capace di fornire energia chimica, che viene poi trasformata dai dispositivi e dalle vetture in energia meccanica pronta all’uso.
In realtà, Toyota informa che queste cartucce non nascono con l’unico scopo di fornire un rifornimento veloce e sicuro per le vetture, ma anche di creare un ecosistema capace di offrire un’alternativa all’attuale produzione energetica per dispositivi di vario genere e abitazioni.
Il punto a favore di questa tecnologia è sicuramente la rapidità con cui si può sostituire una cartuccia esaurita con una nuova, azzerando così le lunghe attese per la ricarica dei veicoli elettrici e il rifornimento per i veicoli a combustione.
L’idea di Toyota, che sta collaborando con numerose start-up e aziende, rimane quella di creare un sistema universale basato totalmente sulle proprie cartucce, espandendo al massimo le forniture su scala globale e rendendo possibile la vendita al pubblico per tutti gli utilizzi.
Autonomia idrogeno con pieno di cartucce
Tornando alle vetture a quattro ruote alimentate da questa tecnologia, attualmente, in assenza di informazioni specifiche sulla capienza delle cartucce e attenendoci alle caratteristiche della berlina giapponese, sappiamo che con 5,6 kg di idrogeno, confezionati a una pressione specifica, l’automobile è in grado di percorrere distanze comprese tra 550 e 650 km.
Considerando che oggi il prezzo di vendita di 1 kg di idrogeno si aggira tra i 2 € e i 4 €, con appena 20 € sarebbe possibile percorrere circa 600 km. Inoltre, gli ingegneri hanno lavorato a due tipologie di motorizzazioni alimentate dalla stessa tecnologia “acquosa”: una elettrica e l’altra termica.
Infatti, con l’idrogeno è possibile alimentare sia motori elettrici a celle di combustibile sia motori termici che funzionano in modo simile ai nostri odierni motori a benzina e diesel, accontentando così tutti: dai pro-elettrici ai più nostalgici.
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