Teoria del Taylorismo, applicato nelle fabbriche Citroën
André Citroën applicò la teoria del Taylorismo nelle sue fabbriche ma in una maniera “umanistica”, dedicando grande attenzione ai diritti e al benessere dei lavoratori
André Citroën, durante l’esperienza della guerra, acquisì la teoria del Taylorismo in fabbrica sulla catena di montaggio. Questo concetto vuole che in fabbrica il lavoro degli operai sia basato sulla razionalizzazione del ciclo produttivo. La teoria del Taylorismo consisteva in tre fasi: analizzare le caratteristiche della mansione da svolgere, creare il prototipo del lavoratore adatto a quel tipo di mansione, selezionare il lavoratore ideale, al fine di formarlo e introdurlo nell’azienda.
DONNE IN FABBRICA L’idea di applicare i principi del taylorismo alla produzione di munizioni va di pari passo con la consapevolezza che per far funzionare a pieno regime la fabbrica sono necessarie quarantamila mani ma non sono disponibili ventimila uomini impegnanti al fronte. Cosa fare dunque? La risposta è semplice: bisogna ricorrere alla manodopera femminile.
“Le donne sono sempre state molto rispettate al Quai de Javel e noi facciamo sempre di tutto per piacere loro”. Così André risponde nel 1924 a un giornalista stupito nello scoprire dentro alla fabbrica Citroën la presenza di asili nido, dello studio di un ginecologo e di un sistema di assistenza per le donne incinte e le neo-mamme. Già nella progettazione della fabbrica di munizioni, inoltre, André aveva tenuto conto delle differenze fisiche tra uomini e donne, esaltando le capacità manuali di queste ultime in fatto di sensibilità e delicatezza e fornendo loro i mezzi ausiliari per alleviare lo sforzo necessario alle attività, come i carrelli a trazione elettrica per spostare le rastrelliere con i proiettili o i nastri trasportatori che portavano in giro i pezzi semilavorati.
RITORNO DALLA GUERRA Quando, dopo la guerra, Javel viene convertita in un’azienda automobilistica, il numero delle donne in fabbrica scende – in concomitanza con il ritorno degli uomini dal fronte – al 21% della forza lavoro complessiva. Ma l’apprezzamento di Citroën per l’efficienza, la precisione e la sensibilità femminili è tale che – a produzione avviata (1920) – oltre il 50% dei dipendenti sarà composto da manodopera femminile.
TAYLORISMO SECONDO CITROËN La visione illuminata della teoria del Taylorismo di André Citroën, però, non riguarda solo le donne, il suo intento è quello di rendere più umano il taylorismo, cancellando almeno in parte gli effetti alienanti della catena di montaggio. E così decide di mettere a disposizione degli operai di Javel strutture e facilitazioni incredibilmente all’avanguardia per i tempi. Quai de Javel conta 4.000 spogliatoi individuali, 1.300 lavandini, 250 wc, un’infermeria, che dispone di locali d’attesa, un laboratorio d’analisi, una stazione radiografica, l’ambulatorio ginecologico, la sala d’allattamento e quella operatoria. Si tratta di una clinica completa, diretta da un primario assistito da dodici infermiere, che può curare dalle 50 alle 80 persone al giorno.
L’asilo nido è situato in una vecchia scuola nel cortile interno di Javel. Dal lunedì al sabato, ospita i bambini di età inferiore ai tre anni, è dotato di lavanderia e cucine separate da quelle della fabbrica e consente alle madri di allattare cinque volte al giorno i propri figli. In una proprietà contigua sono ospitate le madri per la convalescenza post parto e i bambini più grandi. A tutto questo, bisogna aggiungere la presenza di cooperative di consumo, un cinematografo, spazi ricreativi condivisi e le mense conmenu identico per operai, impiegati, quadri e dirigenti.
Il pensiero di André è tutto in questa frase: “Io vorrei che noi arrivassimo, a Javel, a creare dappertutto dei sorrisi supplementari, in tutti i reparti, in tutti gli anelli della catena. Questa catena, necessità del nostro secolo, non la possiamo più cancellare ma abbiamo il dovere di distruggerla con questa massa di sorrisi”.
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