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Il TAR sospende il Decreto Salvini sugli NCC (DM 226/224)

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio demolisce il decreto 226, più noto come "decreto Salvini NCC" che regolamenta il settore NCC con pause obbligatorie e registrazione delle attività sul foglio di servizio. Il decreto è parzialmente sospeso: stop al foglio elettronico e al rientro in rimessa

Il TAR Lazio censura il decreto ministeriale 226/2024 sul Noleggio Con Conducente. Per la seconda volta in due mesi, i giudici demoliscono l’impianto normativo del dicastero delle Infrastrutture. L’ordinanza depositata il 16 gennaio 2025 (Ordinanza n° 241 della terza sezione) stronca i punti chiave di quello che viene definito decreto Salvini, ovvero Il Decreto Interministeriale n. 226 del 16 ottobre 2024 che ha introdotto significative novità per il settore del noleggio con conducente (NCC). Questo decreto ha focalizzato la sua attenzione principalmente sull’obbligo di tenuta del foglio di servizio elettronico (FDSE).

Cosa ha sospeso il TAR del Decreto Salvini NCC 226

Il TAR ha deciso di sospendere specifici articoli del decreto in quanto contenenti vincoli e limitazioni per gli operatori NCC che non risultano ragionevoli né proporzionati.

Tra gli articoli sospesi, vi è quello che stabilisce che “le credenziali di accesso possono essere attivate esclusivamente su un unico dispositivo”, poiché tale restrizione potrebbe compromettere il regolare svolgimento dell’attività. Infatti, in caso di danneggiamento dell’unico dispositivo autorizzato, gli operatori sarebbero impossibilitati a compilare correttamente il foglio di servizio, con il rischio di dover interrompere l’attività e restare inattivi fino al ripristino del dispositivo.

È stato inoltre sospeso l’articolo che prevede che “la partenza coincida con l’arrivo del servizio precedente al quale è collegato, da svolgersi nella stessa data del servizio di riferimento, salvo i servizi notturni delle prime quattro ore del giorno successivo”. Secondo il TAR, questa disposizione rappresenta una reintroduzione indebita dell’obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni servizio, già dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale.

Alla luce di queste valutazioni, l’istanza cautelare dell’AIMS, l’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile, è stata parzialmente accolta; il decreto è sospeso ed il merito del ricorso sarà discusso nell’udienza pubblica fissata per il prossimo 4 giugno 2025

No alla pausa di 20 minuti obbligatoria tra un servizio NCC e l’altro

Il TAR conferma e ribadisce che – fra un servizio NCC e l’altro – non debba esserci per forza una pausa di 20 minuti. Alt anche alle modalità di registrazione dei vettori all’app Fdse, Foglio di servizio elettronico. Niente collegamento obbligatorio tra NCC e ogni altra disposizione che costituisca esecuzione o sviluppo di quelle regole. Quei vincoli non appaiono proporzionati al quadro normativo dei servizi di trasporto non di linea.

Gli operatori NCC possono stipulare contratti di trasporto con committenti che esercitano attività di intermediazione tra domanda e offerta. Ossia Uber, ma anche altri gestori di piattaforme per la mobilità, così come agenzie di viaggio, alberghi, tour operator, come Uber. Sì alle prenotazioni attraverso rilevanti canali di accesso all’utenza finale. Non è necessario che la partenza per un servizio NCC coincida con l’arrivo di quella precedente: no all’obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni attività, in linea con la Corte costituzionale (sentenza 56/2020).

Mercedes nera di un NCC per i quali è intervenuto il TAR contro le decisioni del decreto di Salvini
Una Mercedes nera di NCC, per i quali è intervenuto il TAR contro le decisioni del decreto di Salvini

L’obiettivo delle regole: più concorrenza, tariffe inferiori

Alla fine, il principio ispiratore delle norme – è il ragionamento base del TAR – dev’essere uno: maggiore concorrenza fra tutti gli operatori (taxi, Uber, altri NCC), così che l’offerta sia variegata. Questo dovrebbe stimolare la corsa al ribasso delle tariffe e al miglioramento del servizio. O almeno dovrebbe impedire che i prezzi salgano e la qualità della prestazione cali. La libertà a beneficio di tutti, quindi.

Lotta fra lobby, tassisti e uberisti

Come ormai da anni, l’ordinanza del TAR s’inserisce in un contesto caldissimo, dove confliggono gli interessi di due lobby, che legittimamente portano avanti le proprie istanze in Parlamento: anzitutto taxi e altre app della mobilità come Uber. In assenza di una riforma organica del settore con un disegno legge di ampio respiro, le regole introdotte con decreti ministeriali sono destinate a essere discusse in vari sedi giudiziarie.

La risposta del Ministero delle Infrastrutture al TAR

A dimostrazione che la diatriba è destinata a protrarsi per anni in Italia, ecco la risposta del ministero delle Infrastrutture alla seconda ordinanza del TAR Lazio. La decisione di sospendere l’efficacia di una parte del decreto sul foglio di servizio elettronico non altera il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e NCC, sostiene il dicastero: continueranno “l’interlocuzione e il confronto con le categorie” per “combattere l’abusivismo di settore e garantire livelli di servizio di qualità ai cittadini”. Inoltre, “il decreto interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti congelato, nelle more del completo sviluppo delle funzionalità dell’applicazione digitale per la compilazione del foglio di servizio elettronico”; le successive fasi del contenzioso “consentiranno di chiarire la ragionevolezza delle scelte regolatorie effettuate”. Quindi, “ci appelleremo affinché sia confermata la legittimità di misure che sono state adottate per arginare all’interno del settore NCC chi opera in modo abusivo”.

Controreplica degli NCC

L’ordinanza del TAR dicono gli NCC “ricorda al ministro Salvini che non si possono modificare le leggi attraverso atti amministrativi come un decreto ministeriale. Sono illegittime tutte le novità inserite come il tempo di attesa di 20 minuti, peraltro limitante dell’iniziativa economica, il servizio che deve iniziare dallo stesso luogo di quello terminato in precedenza e anche il divieto di intermediazione. Una cosa così palese da generare la condanna alle spese (tanto sono sempre soldi nostri) a carico del ministero”: così Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti.

Considerazioni sulle decisioni del TAR

La decisione del TAR di bocciare la pausa obbligatoria per gli NCC è un tema complesso che suscita diverse opinioni. Per valutare se sia “giusta” o meno, è necessario considerare diversi aspetti considerando anche la lunghezza e durata delle corse: quelle dei taxi sono spesso più brevi e si concentrano su tragitti urbani, la cui durata media può variare da pochi minuti a mezz’ora, con distanze di pochi chilometri. Le corse degli NCC tendono ad essere più lunghe, sia in termini di tempo che di distanza. Sono frequenti i trasferimenti aeroportuali, le corse interurbane e i servizi prenotati in anticipo per eventi o occasioni speciali.

Argomenti a favore della decisione:

  • Flessibilità: la possibilità di effettuare corse consecutive senza pause obbligatorie offre maggiore flessibilità agli autisti NCC, consentendo loro di ottimizzare il proprio tempo e guadagno.
  • Concorrenza: l’obbligo di pausa avrebbe potuto limitare la competitività degli NCC rispetto ad altri servizi di trasporto, come i taxi, che non sono soggetti a restrizioni simili.
  • Efficienza del servizio: eliminando la pausa obbligatoria, si potrebbe migliorare l’efficienza del servizio, riducendo i tempi di attesa per i clienti.

Argomenti contrari alla decisione:

  • Sicurezza stradale: alcuni sostengono che la pausa obbligatoria sia necessaria per garantire la sicurezza stradale, evitando che gli autisti guidino stanchi dopo lunghe ore di lavoro.
  • Condizioni di lavoro: l’assenza di una pausa obbligatoria potrebbe portare gli autisti a lavorare eccessivamente, mettendo a rischio la loro salute e il loro benessere.

La valutazione della decisione del TAR dipende dal punto di vista di ciascuno. È un tema che merita un approfondimento e una discussione aperta, tenendo conto di tutti gli aspetti coinvolti.
Per gli NCC in Italia, da anni, si attende invano una riforma organica completa con un disegno legge di ampio respiro.

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