Red Bull in F1 confessa, trucco sul T-Tray
Red Bull in F1 ha trovato il modo per regolare l'altezza del T-Tray, ma secondo la FIA non è risultato essere fuori regolamento e quindi non è illegale.
La Red Bull ha ammesso di avere un dispositivo per modificare l’altezza dell’ancoraggio anteriore del T-Tray, ma precisa che non può essere regolato dopo l’assemblaggio dell’auto. Le speculazioni sono emerse prima del GP degli Stati Uniti, quando la FIA ha annunciato nuove misure per impedire modifiche illegali in parco chiuso, a seguito di sospetti che un team potesse alterare l’altezza tra qualifiche e gara. Nonostante i controlli, la FIA non ha trovato prove di irregolarità da parte della Red Bull, che ha collaborato per assicurarsi che il dispositivo rispetti le regole future.
Il T-Tray in F1
Il T-Tray, o tea tray, è un componente fondamentale del fondo piatto di una monoposto di Formula 1 storicamente introdotto per rispettare le normative che imponevano una distanza minima da terra alla parte anteriore del veicolo. Si trova posizionato davanti alle ruote anteriori e svolge diverse funzioni cruciali per la stabilità, distanza da terra e flusso d’aria. Il T-Tray contribuisce a stabilizzare la vettura, migliorando la tenuta di strada e l’aderenza al suolo. La sua forma e posizione sono studiate per canalizzare in modo ottimale il flusso d’aria sotto la vettura, generando un effetto di aspirazione che aumenta la deportanza e, di conseguenza, la velocità in curva.
Red Bull ha un dispositivo che regola l’altezza del T-Tray: nessuna violazione secondo la FIA
Il trasgressore è venuto a galla: la Red Bull ha ammesso l’esistenza di un dispositivo che permette di modificare l’altezza del T-Tray delle sue vetture, ma ha ribadito che questo non può essere utilizzato una volta che l’auto è completamente assemblata. Le speculazioni su un team che sfruttava un sistema per regolare l’altezza del cosiddetto T-tray sono emerse alla vigilia del Gran Premio degli Stati Uniti, quando la FIA ha annunciato nuove misure di controllo. La questione ruota intorno alla possibilità di alterare l’altezza del veicolo tra le qualifiche e la gara, sfruttando una regolazione che sarebbe vietata in condizioni di parco chiuso, che iniziano dopo le qualifiche e terminano prima della gara.
La FIA ha preso in considerazione i timori espressi da diversi team, i quali sospettavano che una squadra potesse sfruttare le regole per ottenere un vantaggio in pista. Per contrastare questo, l’organo di governo ha deciso di introdurre procedure più severe per monitorare l’altezza del veicolo. Una delle soluzioni sospettate era l’uso di guarnizioni su dispositivi regolabili, in modo che questi non potessero essere spostati dopo l’inizio del parco chiuso.
La Red Bull è stata al centro delle speculazioni, poiché durante il Gran Premio di Singapore erano emerse voci su un dispositivo in grado di regolare l’altezza dell’ancoraggio anteriore del T-Tray attraverso un componente accessibile dall’abitacolo. Questa scoperta è stata fatta grazie alle regole sui componenti open source, che richiedono ai team di condividere con la FIA i dettagli di progettazione delle parti utilizzate nelle vetture.
Sebbene sia stato ipotizzato che il dispositivo potesse essere regolato da un meccanico per influire sull’altezza della vettura, la Red Bull ha negato qualsiasi illecito sostenendo che il dispositivo non può essere modificato una volta che l’auto è assemblata e pronta per l’uso. La FIA ha confermato che, nonostante le indagini, non sono state trovate prove di modifiche al dispositivo mentre la vettura era in condizioni di parco chiuso.
In risposta alla questione, la FIA ha rafforzato i controlli su questa area della vettura assicurandosi che nessuna squadra possa lavorare sul dispositivo al di fuori delle normative. La Red Bull ha dichiarato di aver avuto una comunicazione aperta con la FIA e di aver concordato un piano per il futuro, in modo da evitare ulteriori incomprensioni. Al momento non sono previsti cambiamenti per il Gran Premio degli Stati Uniti, ma potrebbero essere implementati in seguito per garantire maggiore chiarezza.
Questa controversia arriva in un momento cruciale, con la Red Bull e la McLaren impegnate in una lotta per il titolo di F1. Anche la McLaren è stata recentemente coinvolta in un’indagine simile riguardante la flessibilità del suo alettone posteriore, che aveva ottenuto vantaggi grazie al cosiddetto “mini-DRS”. Dopo discussioni con la FIA, la McLaren ha accettato di apportare modifiche al design per garantire la conformità alle normative.
Le parole dei piloti Red Bull Verstappen e Perez
Incalzato sulla questione se lui e Verstappen sapessero che esistesse la parte controversa capace di regolare l’altezza del T-Tray, Perez ha risposto: “Sapevo che esisteva ma non era disponibile per noi [per essere utilizzata]”. Per quanto riguarda l’implicazione che un tale dispositivo, se utilizzato in condizioni di parco chiuso, avrebbe migliorato le prestazioni e se si prevedesse un impatto sulle prestazioni, entrambi i piloti della Red Bull hanno negato.
Verstappen ha affermato che quando ha letto per la prima volta la notizia iniziale sul dispositivo in discussione con la FIA, credeva che in realtà riguardasse un altro team.
“È open source, giusto?” ha detto riferendosi alle parti il cui progetto deve essere sottoposto alla FIA affinché i concorrenti ne siano a conoscenza.
“Tutti possono vederlo. Per noi era solo uno strumento facile quando le parti erano smontate. Era da regolare, ma una volta che l’intera macchina è montata insieme non puoi toccarla. Quindi per noi non cambia. Quando ho letto della storia, pensavo che altre squadre lo stessero facendo e poi ho scoperto che era correlato alla nostra squadra, e non l’avevamo mai nemmeno menzionato nel briefing”.
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