Storia Alfa Romeo, “Gazzelle” e “Pantere” le auto dei Carabinieri e Polizia
Nel dopoguerra è nato il legame fra Alfa Romeo e le Forze dell’Ordine. Dalla 1900 del 1950 alla Giulia di oggi, le Gazzelle e le Pantere in dotazione ai Carabinieri e la Polizia.
Nella quinta puntata della storia Alfa Romeo parliamo della auto delle Forze dell’Ordine, ovvero le Gazzelle dei Carabinieri e le Pantere della Polizia. Il legame tra il Biscione e la Polizia ed i Carabinieri fa parte della storia della Repubblica Italiana. Già negli anni cinquanta, le Alfa Romeo vengono adottate per il servizio di pronto intervento. Prendono il nome di “volanti”, una presenza familiare, entrando nel linguaggio comune dei cittadini: quelle della Polizia prendono il nome di “Pantere”, e quelle dei Carabinieri “Gazzelle”. Due animali che rappresentano la metafora di potenza e agilità.
Alfa Romeo Pantere e Gazzelle
La prima Pantera è un’Alfa Romeo 1900 del 1952. Il nome del felino nero deriva dalle linee aggressive e sinuose dell’auto. A seguire arriverà anche la prima Gazzella dei Carabinieri, ovvero la Giulia Super degli anni ’70. Tra le auto delle Forze dell’Ordine nel tempo ci sono stati moltissimi modelli Alfa Romeo, praticamente tutti i più importanti della produzione del Biscione, dalla Matta all’Alfasud, dall’Alfa 75 all’Alfetta, dalla 156 alla Giulia di oggi.
Storia Alfa Romeo come auto dei Carabinieri e della Polizia
La storia delle auto dei Carabinieri e della Polizia segue di pari passo quella del marchio Alfa Romeo. Un altro protagonista della storia del Biscione è il torinese di origine sarda Orazio Satta Puliga, appassionato di Alfa Romeo. All’epoca coniò la famosa frase: “Ci sono molte Marche di automobili, e tra esse l’Alfa occupa un posto a parte. È una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. È un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore”.
Nel 1946 Satta Puliga fu nominato direttore della progettazione. Davanti a lui si prospetta un compito molto difficile. La ricostruzione di ciò che la guerra ha distrutto, ma sopratutto portare un’azienda artigianale in una manifattura moderna, portando avanti il cammino intrapreso da Ugo Gobbato.
Prima dell’arrivo di Satta Puliga l’Alfa Romeo produce nello stabilimento del Portello tutti i componenti meccanici, seguendo la scuola della artigianalità. Invece il nuovo direttore della progettazione, avvia la produzione in outsourcing dei componenti secondari riducendo così i costi. Inoltre si dedica alla progettazione delle nuove Alfa Romeo “di serie”, che verranno realizzate con metodi più efficaci ed efficienti seguendo le migliori tecniche e strategie organizzative.
Alfa Romeo 1900, la prima pantera auto della Polizia
Figlia di questa nuova organizzazione di Satta Puliga è l’Alfa Romeo 1900 del 1950. Si tratta della prima con la guida a sinistra, e la prima con struttura a scocca autoportante. Quest’auto non monta i tradizionali motori a 6 e 8 cilindri Alfa ma un innovativo propulsore a 4 cilindri, con testata in alluminio e due alberi a camme comandati da catena. C’è soltanto un carburatore, ma offre prestazioni brillanti con una classe fiscale ridotta. L’Alfa 1900 ha 80 cavalli, ha le caratteristiche di ripresa richieste da un’Alfa Romeo, ma si guida anche facilmente, abbracciando così un mercato più ampio. La campagna pubblicitaria del lancio recitava così: “La vettura di famiglia che vince nelle corse”.
La 1900 è anche la prima Alfa Romeo a essere prodotta in catena di montaggio. Questa soluzione contente di ridurre notevolmente i tempi di produzione che passano da 240 a 100 ore. Di conseguenza si otterrà un successo commerciale senza precedenti. Infatti la sola 1900 vende più di tutta l’intera produzione Alfa Romeo fino a quel momento.
Accanto alla versione standard della 1900 si aggiungono le varianti ad alte prestazioni ovvero la 1900 TI, la 1900 C Sprint e Super Sprint, la 1900 Super, che trionfano nelle competizioni internazionali di categoria. Inoltre su meccanica 1900, in collaborazione con importanti carrozzieri, nasce la serie delle concept car BAT (Berlinetta Aerodinamica Tecnica), realizzate da Bertone e disegnate dal giovane Franco Scaglione.
Lo stesso motore della 1900 viene anche adottato dall’AR51, più nota come “Matta”: un 4×4 nato per sostituire i fuoristrada post-bellici delle Forze Armate italiane.
Alfa Romeo Giulietta e Giuseppe Luraghi
Se la 1900 ha avviato la produzione in serie al Portello, la Alfa Roemo Giulietta porta la casa del Biscione a nuovi livelli anche grazie a Giuseppe Luraghi. Milanese di nascita, studia alla Bocconi ha e pratica l’arte della boxe. Dopo una lunga esperienza in Pirelli ma manager di successo passa dal 1951 al 1958 in Finmeccanica come è direttore generale, la holding che controlla Alfa Romeo. Passata la parentesi in Lanerossi, torna nel 1960 come presidente di Alfa Romeo, restando in carica fino al 1974.
Scrittore, giornalista, editore, Giuseppe Luraghi provuove iniziative culturali perfino in azienda. Ad esempio nel 1953 incarica Leonardo Sinisgalli, “il poeta ingegnere”, con lo scopo di creare una rivista che unisca in dialogo la cultura umanistica, la conoscenza tecnica e l’arte. Così prese forma “La Civiltà delle Macchine”, tra le cui pagine comparvero anche poeti come Ungaretti e Gadda.
Alfa Romeo Giulietta, l’auto della svolta della storia del Biscione
Al fine di riorganizzare i processi industriali in Alfa Romeo, Luraghi chiama il progettista Rudolf Hruska, e Francesco Quaroni. A quel tempo il Marchio gode di ottima visibilità, grazie anche alle vittorie sportive che rendono orgogliosi gli italiani e fanno sognare tanti automobilisti. Quindi risulta necessario tramutare le vittorie in business. Con il boom economico alle porte, e l’auto diventa sempre più desiderabile,ed essere proprietari di un’Alfa Romeo diventa uno status symbol del raggiunto benessere.
Proprio con questa filosofia nasce la Giulietta volta a diventare il modello di svolta per fare crescere le vendite, portando avanti tradizione tecnica e la vocazione sportiva del Marchio.
Alfa Romeo Giulietta, la prima gazzella auto dei Carabinieri
Con il nuovo modello il legame tra Alfa Romeo e le Forze dell’Ordine diventa più stabile. La prima Gazzella dei Carabinieri è proprio una Giulietta per il servizio di pattuglia, già equipaggiata con impianto radio per il collegamento con la Centrale. La Gazzella per i Carabinieri rappresenta il pilota di radiomobile: veloce, agile e resistente. Tenendo a mente queste caratteristiche, i progettisti le portano sulla Giulietta.
Più corta, più stretta, più leggera della 1900, la Giulietta introduce l’Alfa Romeo in un nuovo segmento e pubblico. Con linee moderne e filanti per gli esterni e interni spaziosi, insieme a tenuta di strada, ripresa e velocità, la Giulietta è pronta per un nuovo successo di vendite. Il propulsore (realizzato interamente in alluminio) ha 65 cavalli per una velocità massima di 165 chilometri orari.
La Giulietta viene presentata dapprima in versione coupé al Salone di Torino del 1954. La Giulietta Sprint, porta la firma di Bertone, con una linea filante e slanciata diventa subito un “instant classic”. Questa sportiva a 3 porte la sportiva della berlina. una scelta fuori dagli schemi ma molto Alfa Romeo, riproposta pochi anni fa con la Giulia Quadrifoglio.
Il livello di popolarità della Giulietta raggiunge livelli sconosciuti in precedenza, guadagnandosi l’appellativo di “fidanzata d’Italia”. Le vendite sono altrettanto straordinarie con 177 mila unità prodotte.
Alfa Romeo Giulia, la rivoluzione
L’Alfa Romeo Giulia sostituisce la Giulietta una vettura rivoluzionaria che si dimostra una degna sostituta. La sua squadra di tecnici di Satta Puliga (Giuseppe Busso, Ivo Colucci, Livio Nicolis, Giuseppe Scarnati e il collaudatore Consalvo Sanesi) sviluppa una vettura che è decisamente avanti per l’epoca.
L’Alfa Giulia introduce un passo in avanti nella sicurezza grazie alla struttura portante a deformazione differenziata. Si tratta di una delle prime auto dove le parti anteriore e posteriore sono studiate per assorbire gli urti, mentre l’abitacolo che funge da cellula protettiva è più resistente per proteggere gli occupanti. Solamente molti anni più tardi queste soluzioni progettuali diventeranno obbligatorie. Il motore con doppio albero in testa da 1.6 litri della Giulia è una evoluzione del precedente 1.3 quattro cilindri, e introduce delle novità come le valvole di scarico raffreddate con inserti di sodio.
Esternamente la Giulia vanta un design compatto e ben proporzionato nei volumi, con uno stile unico. Il frontale basso e la coda tronca traggono ispirazione dagli studi sull’aerodinamica. Infatti lo slogan del tempo era: “Disegnata dal vento”. Lavorando in galleria del vento, si ottiene un valore di Cx molto efficiente per l’epoca: solo 0,34.
Il successo di quest’auto è incredibile con oltre 570 mila vendite complessive (più del triplo di Giulietta). Giulia diventa un’icona italiana.
Foto Alfa Romeo auto dei Carabinieri e Polizia
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