Stop petrolio russo, benzina alle stelle?
L’Unione Europea ha deciso per lo stop al greggio russo. La quotazione al barile del petrolio sarà destinata ad aumentare? Si temono nuovi aumenti dei carburanti, che nonostante il taglio delle accise sono tornati sulla media di due euro al litro.
Dopo un lungo tira e molla l’Unione Europea ha deciso per lo stop al petrolio russo entro la fine del 2022, all’interno del sesto pacchetto di sanzioni ai danni della Russia per la sua invasione all’Ucraina.
La Russia attualmente fornisce il 27% del petrolio importato dall’Ue e il 40% del suo gas.
Lo stop al greggio russo potrebbe avere forti ripercussioni sulle tasche degli automobilisti, con il prezzo al barile destinato ad aumentare e di conseguenza quello dei carburanti al distributore come benzina e gasolio.
Stop petrolio russo, embargo al greggio
L’embargo europeo sul petrolio russo riguarda solo quello trasportato via mare, mentre il greggio che arriva tramite oleodotto (per i Paesi senza sbocco sul mare) continuerà a fluire, grazie ad un’esenzione temporanea al blocco. Il petrolio russo via mare rappresenta due terzi del totale importato dalla Russia.
Prezzo del petrolio, carburanti benzina e gasolio
Le tensioni internazionali e le forti speculazioni in atto hanno di fatto cancellato il taglio delle accise, con i prezzi di benzina e diesel che sono tornati a sfiorare i 2 euro al litro. E se la situazione non cambia dopo l’8 luglio, quando tornano in vigore le vecchie accise, i prezzi dei carburanti potrebbero arrivare concretamente a 3 euro al litro.
L’inflazione causata dalla guerra mette seriamente in pericolo i risparmi e il potere di spesa degli italiani, già fortemente provati dalla crisi economica post pandemia.
Aumento prezzi, benzina alle stelle
L’aumento dei prezzi dei carburanti, con la benzina alla stelle, non è un problema solo per gli automobilisti ma anche per tutto il tessuto sociale, con i prezzi dei beni di prima necessità al supermercato destinati ad aumentare.
Dalla produzione al trasporto, il carburante è fondamentale per il sostentamento di un Paese. E con l’aumento del costo dell’energia non può gioire neanche chi ha deciso di guidare un’auto elettrica. La crisi energetica rischia seriamente di fare più danni della pandemia.
Produzione elettricità da mini-nucleare? La soluzione?
La risposta delle istituzioni sta nelle rinnovabili, che a nostro avviso vanno bene ma solo se accompagnate ad altre forme di approvvigionamento energetico. Nel futuro la domanda di energia sarà destinata ad aumentare e sarà sempre più fondamentale per l’industria, ma anche per i trasporti e per le auto elettriche. Come sarà prodotta tutta l’energia elettrica di cui avremmo bisogno?
Basterà quella che arriva dal sole o dal vento? E se la risposta arrivasse dal mini nucleare?
È arrivato il tempo di trovare soluzioni concrete per i cittadini, sacrificando in parte la retorica ambientalista come ha fatto subito la Germania e altre nazioni che per far fronte alla crisi energica sono tornate ad usare le centrali a carbone.
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