Sciopero casellanti, ecco perché le autostrade (care) sono andate in tilt
I casellanti autostradali hanno scioperato in tutta Italia contro le società concessionarie perché mirano ad ulteriori tagli e risparmi sul personale. Tutto ciò è intollerabile come sono intollerabili le tariffe dei pedaggi da pagare ai caselli italiani, tra i più cari. Gli automobilisti chiedono di passare al bollino annuale, un costo fisso, come avviene già in altri paesi.
Sciopero da parte dei casellanti autostradali all’inizio dell’esodo estivo, in Italia che registra un record delle tariffe autostradale. Sembra l’inizio di un brutto sogno, ma non è così: questo è accaduto il 4 e 5 Agosto, proprio quando migliaia di italiani decidono di partire per una meritata vacanza nel tentativo di sfuggire dal caldo torrido ed al caos generato dalle metropoli.
Nonostante lo sciopero dei casellanti il pedaggio deve essere ugualmente pagato presso i vari caselli autostradali, a differenza del passato quando in caso di sciopero negli anni Settanta, con la gestione dell’Iri delle autostrade dell’Iri: ai tempi con lo sciopero si passava gratis e c’erano meno code proprio perché non c’era lo stop ai caselli: le sbarre rimanevano alzate per consentire un traffico senza pagamento. Questo ha comportato lunghe file ai caselli impazziti per mancanza di personale con blocco e malfunzionamento anche delle porte automatiche andate in tilt.
Perchè lo sciopero dei casellanti autostradali ad agosto?
Qual è il motivo dello sciopero indetto dai casellanti autostradali? Se lo sono chiesti in molti, soprattutto quelle famiglie che si sono ritrovate circondate non solo dal traffico da bollino nero, ma soprattutto da questo improvviso sciopero che ha paralizzato le barriere dove erano nel caos anche le porte Telepass. Sicuramente avranno avuto validi motivi. Cerchiamo di capire il perché di questo incrocio di braccia il personale tecnico e amministrativo mentre sono rimasti attivi gli addetti alle sale operative, gli addetti agli impianti e gli addetti al “pronto intervento” del soccorso stradale, ovvero “tutto il personale sottoposto alla legge sullo sciopero ed alla regolamentazione provvisoria del settore”.
MOTIVI DELLO SCIOPERO Il motivo dello sciopero dei casellanti di questo mese di agosto 2019, eseguito a blocchi, è motivato dal rinnovo dei loro contratti coincidente a quello di alcuni concessionari autostradali al rinnovo delle concessioni. Come per esempio il Gruppo Gavio in fibrillazione in questa fase concitata delle trattative poiché sono scadute le due sue concessioni (l’A21 Torino-Piacenza e il raccordo autostradale della Valle d’Aosta).
Anche i sindacati sono in agitazione per il rinnovo del loro contratto dei casellanti scaduto da sei mesi
Uno sciopero più che giustificato quindi, all’interno di un’Italia sempre più disorganizzata in ambito lavorativo nel settore della mobilità. Lo sciopero degli autostradali per il rinnovo del contratto assume invece un particolare rilievo politico. Il settore attraversa una fase turbolenta dopo il crollo del ponte Morandi – demolizione – e per le recenti modifiche della struttura tariffaria definita dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti.
I casellanti sono contrari alle scelte future delle concessionarie in tema di personale
TRATTATIVE SINDACALI L’obbiettivo dello sciopero è quello di opporsi alla ulteriore riduzione drastica del costo del lavoro voluta dalle concessionarie che lamentano una riduzione degli extra-profitti fino a ora incassati.
Diversi sono i punti su cui si basa la protesta dei casellanti contrari alle scelte delle concessionarie che vogliono:
- Abolire la presenza del personale al casello durante le 24 ore;
- Assumere personale con contratti di altre categorie meno costosi di quello in vigore per sostituire chi va in pensione;
- Introdurre lavoro part-time a chiamata.
Con i pedaggi più alti in Europa, l’Italia non sta attraversando un periodo idilliaco riguardo il fronte autostradale. Si spera che la situazione cessi velocemente visto il periodo, strategicamente scelto per lo sciopero, da bollino nero ed il caldo torrido che investono il Bel Paese in questi giorni. Bisogna anche sperare che i concessionari evitino il pagamento al casello per il pedaggio rendendo così più fluida l’uscita dall’autostrada, che in questo momento sembra un vero e proprio inferno.
“Nello specifico – riferiscono i portavoce sindacali- i motivi della rottura sono stati, in primo luogo, attribuibili alla indisponibilità delle controparti a dotare il settore delle necessarie clausole di salvaguardia occupazionale, nonché di mantenimento delle condizioni normative ed economiche acquisite dai dipendenti del settore, soprattutto a fronte dell’imminente scadenza di molte concessioni autostradali.
Le controparti hanno presentato un’offerta economica provocatoria per il comparto, chiedendo anche un periodo di vigenza più lungo e non rendendosi disponibili alla prosecuzione della trattativa. Questa proposta è risultata assolutamente inaccettabile a fronte di un mercato operante in regime di sostanziale monopolio, che ha visto negli anni una forte contrazione dei livelli occupazionali e che vede un costo del lavoro sicuramente contenuto rispetto ai dati di bilancio delle aziende”.
Chi ha partecipato allo sciopero dei casellanti?
Lo sciopero dei casellanti è stato indetto dai sindacati FILT CGIL, FIT CISL, UIL-Trasporti, SLA CISAL e UGL-Trasporti. Nello specifico, ad incrociare le braccia sono stati i casellanti che non rientrano nelle categorie di lavoratori soggetti alla 146, in quanto il loro non è ritenuto “lavoro essenziale”. Questo è stato il primo sciopero nell’epoca delle gestioni private ed è stato possibile perché i casellanti delle autostrade non sono considerati lavoratori “essenziali” e quindi hanno potuto indire lo sciopero, nonostante in questo mese i servizi sono garantiti dalla legge 146 sugli scioperi nel settore trasporti.
L’autostrada italiana: tra i pedaggi più alti d’Europa
Perché in Italia paghiamo il pedaggio autostradale tra i più alti d’Europa? Sono diverse le tratte dove il costo del pedaggio è alle stelle e con aumenti spesso annunciati ed applicati. Vicino a Roma è l’Autostrada dei Parchi (chiamata anche “oreficeria”) dove si arriva a quasi 7 euro per un tratto di 50 km e soggetta a continui ritocchi.
Il primo motivo è, diciamo, anche di natura geografica. L’Italia presenta al suo interno un territorio costernato da grandi catene montuose, a differenza di altri paesi (come la Germania) che si sviluppano in una zona per lo più pianeggiante. Questo si traduce in una maggiore possibilità di rischio frane e smottamenti che rischiano di danneggiare le nostre autostrade necessitando così di manutenzione continua.
O per lo meno questo è quello che vogliono farci credere.
Perché l’autostrada in Italia costa tanto…
Sorge poi il problema dei Tir, o mezzi pesanti. Nessun paese europeo come l’Italia ha una percentuale così alta di mezzi pesanti che circola all’interno delle proprie arterie stradali. Data la mole, il manto stradale è vittima di una certa pressione che determina un’usura più importante dei fondi stradali, fra continue rotture e lesioni, in più i nostri guard-rail sono più alti e robusti (sempre per l’elevata circolazione dei tir) di conseguenza sono anche più costosi.
Profitto: quanti miliardi di euro rendono le autostrade?
I concessionari nonostante una gran somma di denaro investita in manutenzione e pagamenti dei dipendenti, hanno ottenuto un guadagno di ben 3,7 miliardi di euro (tra Benetton e loro soci) e 80 milioni (ai Gavio).
E mentre il governo mette in dubbio le scelte delle tre famiglie riguardo preventivi per opere di realizzazione e manutenzione di dubbia praticabilità noi riportiamo il desiderio di tutti gli Italiani: adeguarsi sul fronte tariffe come già si fa Svizzera ed altri stati limitrofi, con un costo fisso annuale ed un bollino da attaccare sul parabrezza.