Sciopero benzinai a maggio, serrata per Covid-19
I gestori degli impianti nelle aree autostradali incrociano le braccia il 13 e 14 maggio 2020. I benzinai lamentano un calo dei ricavi ed un rischio di contagio da Covid-19.
Sciopero dei benzinai il 13 e 14 maggio 2020 in autostrada. I gestori degli impianti annunciano la serrata che riguarda le aree di servizio autostradali a causa del crollo dei prezzi e dei consumi legati al lockdown del Coronavirus Covid-19 ed alla discesa del prezzo del petrolio.
A marzo, quando è iniziata la quarantena, il Centro studi Promotor ha stimato un calo del 43,7% dei consumi di benzina e gasolio. La previsione di aprile è ancora più nefasta.
⛽ Sciopero dei benzinai, le motivazioni
Dopo la protesta di marzo, poi rientrata, i benzinai annunciano un nuovo sciopero a maggio ed i motivi sono gli stessi di qualche mese fa. Il 13 e 14 incrociano le braccia i gestori aderenti alle associazioni Fegica Cisl e Figisc che operano in autostrada. I benzinai, oltre al crollo di ricavi, lamentano anche il rischio di contagio da Covid-19.
Sciopero dei benzinai a maggio, perché?
Di seguito le motivazioni, il perché della chiusura delle stazioni di servizio, a seguito dello sciopero annunciato dai sindacati dei benzinai:
“Nove settimane di assoluta sofferenza, lasciati completamente soli a presidiare sulle strade il territorio a rischio della propria incolumità e accollandosi ogni onere economico e finanziario necessario a garantire la distribuzione di energia e di carburanti per assicurare il trasporto delle persone e delle merci. Nove settimane di impegni non mantenuti, di promesse lasciate cadere nel vuoto, di retromarce imbarazzate e infine di silenzi ingiustificabili.
I gestori non chiedevano altro che condividere responsabilità e oneri con il Governo e l’intera filiera composta da tanti soggetti economici -concessionari autostradali primi fra gli altri- con ben altra solidità ed una incommensurabilmente maggiore remunerazione. A nulla è valso resistere pazientemente e stringere i denti in tutto questo periodo, moltiplicando appelli e sollecitazioni.
Con il termine della fase acuta dell’emergenza, avendo in tutta coscienza adempiuto interamente alla responsabilità di cui è fieramente portatrice, la categoria non ha altra risorsa che tornare ad agitare gli strumenti della protesta, a sostegno delle proprie legittime rivendicazioni. Nella convinzione che i cittadini di questo Paese comprendano le loro giuste motivazioni, che sono poi quelle che similmente agitano anche moltissimi di loro”.
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