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Renault: “Il pool CO2 delle case UE indebolisce l’industria auto europea”, ecco perché

Stando a quanto dichiarato dal CEO Renault Luca de Meo, il raggruppamento dei costruttori con Tesla e la cinese Geely può avere ricadute negative

Allarme rosso lanciato dal numero uno di Renault Luca de Meo: “Lo strumento del pooling indebolisce l’industria europea”. A cosa si riferisce? È entrato in vigore il nuovo limite UE per il periodo 2025-2029 dei 93,6 grammi di CO2 per km, oltre 20 grammi in meno rispetto ai 115,1 imposti per il 2020-2024. Il requisito si applica all’intera flotta di vetture di nuova immatricolazione: ogni costruttore ha altri limiti specifici in base ad una complessa formula matematica.

Il regime delle sanzioni UE sulla CO2

Bruxelles ha imposto un regime sanzionatorio legato ai limiti entrati in vigore da pochi giorni: sanzioni di 16 miliardi alle Case che vendono auto troppo inquinanti. Una soluzione lecita è quella di creare un pool di costruttori fra chi è a rischio ammende e chi invece vende tantissime auto elettriche. I membri del raggruppamento compreranno i crediti verdi dalle aziende più virtuose.

TESLA, unirsi con TESLA potrebbe essere negativo per i costruttori d'auto europei
TESLA, unirsi con TESLA potrebbe essere negativo per i costruttori d’auto europei

Tesla e la cinese Geely vendono crediti sulla CO2

Per ora, a vendere crediti green sono la statunitense Tesla e la cinese Geely che incasseranno una valanga di denaro dagli acquirenti: mettendo in comune la flotta di veicoli elettrici che vende quest’anno con almeno altri cinque produttori, la Casa texana raccoglierà addirittura un miliardo di euro di risarcimenti dai produttori di auto rivali (hanno affermato gli analisti di UBS Group AG). È già accaduto in passato, sebbene in misura non così eclatante.

Il rischio è un boomerang per Ford, Stellantis, Toyota o Mercedes

Il problema – aggiungiamo noi – è che le società (Ford, Stellantis, Toyota o Mercedes) operanti in Ue rischiano di indebolirsi: con la scorciatoia dei crediti green, potrebbero magari non sviluppare le auto elettriche necessarie alla transizione voluta dall’UE. In futuro, è possibile che il guaio si ripresenti. Ci saranno multe da pagare nel 2026 per gli sforamenti nel 2025; seguiranno le altre ammende di anno in anno.

Insomma, l’arricchimento di Tesla e Geely può rappresentare un’arma a doppio taglio. L’afflusso di capitali derivante dalla vendita di crediti di CO2 conferisce a Tesla e Geely un ulteriore vantaggio competitivo considerevole: grazie a queste risorse extra possono investire di più in ricerca e innovazione, accelerando lo sviluppo di nuove tecnologie per veicoli elettrici, batterie e infrastrutture di ricarica, consolidando ulteriormente la loro posizione di leader nel settore.

Bruxelles non ci sente

Per de Meo, “senza una posizione chiara da parte della Commissione europea, i produttori sono costretti a prendere decisioni controproducenti come l’acquisto di crediti dai concorrenti e potenziali tagli alla produzione. Tutto questo porta all’indebolimento dell’industria europea”.  Di recente Wopke Hoekstra (commissario UE con delega alla Politica climatica) ha respinto l’ipotesi di revisione delle attuali normative europee sulle emissioni di anidride carbonica, confermando le multe per i costruttori. Una sconfitta per il governo italiano, che vuole lo stop.

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