Rischio blackout con auto elettriche?
Il rischio blackout per numerosi Paesi è dovuto a diversi fattori, cambiamento climatico e crescente richiesta di energia elettrica. Quanta corrente sarebbe necessaria per un parco circolante composto da sole auto elettriche?
L’incubo di frequenti blackout potrebbe diventare più reale di quanto si possa pensare. Il consumismo di massa orientato verso l’elettrico, gli elettrodotti sempre più inadatti e l’aumento delle temperature globali che implicano un maggiore utilizzo di apparecchi di raffreddamento. I condizionatori sono tra le principali fonti di sovraccarichi di rete, ma ora si aggiungono anche le auto elettriche.
Rischio blackout auto elettriche?
“Che succederebbe in Italia se tutte le auto si trasformassero in elettriche? Un’apocalisse, un armageddon di black-out, l’esplosione fotonica della rete elettrica?“. E’ quanto si chiedono in molti.
Riportiamo a tal proposito un’analisi interessante condivisa da Enrico Serretti che promette di valutare, molto grossolanamente ma non lontano dalla realtà, il fabbisogno aggiuntivo di energia elettrica nella situazione in cui il parco circolante fosse 100% elettrico.
Quanta energia elettrica è necessaria per far circolare tutte le auto elettriche?
Quanta energia elettrica è necessaria per far circolare tutte le auto con motore elettrico? E’ stato effettuato il seguente calcolo.
Nell’immagine sopra a sinistra è stato preso in considerazione il parco circolante delle auto in Italia suddiviso per percorrenza annuale in km. A destra per lo stesso parco circolante è stata calcolata l’energia necessaria in TWh (10^12 Wh). Per fare il calcolo è stata considerata la massima percorrenza annuale del range (5.000, 10.000, 15.000, 20.000, …) e 100.000 km/anno per le percorrenze oltre i 40.000.
E’ stato simulato come se tutti avessero una Tesla Model 3 e viaggiassero in autostrada a 110 km/h, con consumo di 160 Wh/km. Con sole auto elettriche, dai calcoli occorrono 116.1 TWh.
Ce la possiamo fare? In fin dei conti basterebbe aumentare del +38% la produzione di elettricità dalla rete elettrica, visto che il consumo di energia elettrica in Italia nel 2020 è stato di 302.7 TWh.
“La problematica non sta tanto nell’energia totale necessaria alla ricarica delle autovetture, ma nella concreta probabilità dell’azione simultanea di molti utenti in un determinato orario. Ecco perché hanno bisogno di soluzioni tipo v2g, cioè autovetture elettriche che immettono l’energia delle loro batterie nella rete. Per dare un’idea la Casa automobilistica cinese ha studiato un’autovettura con ricarica in 8 minuti che ha bisogno di mezzo milione di watt. È chiaro che la ricarica simultanea di sole 50 autovetture come queste in una grande città metterebbe in crisi il sistema di fornitura elettrica” replica Paolo Giudici.
Sovraccarico linee elettriche e carenza di elettricità
Quello del sovraccarico elettrico è un problema che affligge l’Europa, ma anche gli Stati Uniti.
Il mese scorso, i funzionari statali della California Independent System Operator, gestore dell’80% dell’infrastruttura elettrica dello Stato, hanno avvertito che la California probabilmente avrà una carenza di elettricità quest’estate, equivalente a quella necessaria per alimentare circa 1,3 milioni di case.
Il Golden State, il più popoloso degli Stati Uniti e uno dei più avanzati per quanto riguarda l’ecosostenibilità, si ritroverà a dover fare i conti con frequenti blackout a causa dell’inadeguatezza degli elettrodotti locali che stanno facendo fatica a sopportare carichi di elettricità dovuti all’aumento di veicoli sostenibili.
Interruzioni di corrente anche nel Regno Unito
La crescente diffusione di veicoli elettrici, unita ad un clima sempre più imprevedibile, dominato da un costante aumento delle temperature, genererà problemi anche in altri Paesi; sempre recente è l’intervento di Huw Merriman, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Comuni del Regno Unito, il quale ha stilato un rapporto che ha evidenziato i principali problemi dovuti alla transizione elettrica; se non si modificano le abitudini dei consumatori, eventi come i blackout saranno sempre più frequenti.
Blackout a Milano
Unareti, la società unica del Gruppo A2A per i servizi a rete che gestisce in modo integrato la distribuzione di energia elettrica e gas, ha accumulato un miliardo di euro da utilizzare per il potenziamento della rete elettrica meneghina, che nelle ultime estati ha accusato numerosi blackout a causa dell’elevato utilizzo di condizionatori.
Il piano è servito ad incrementare la presenza di cabine primarie che servono a trasformare l’energia dall’alta alla media tensione, in modo da poter essere stabilizzata più facilmente. Milano ha un livello di utilizzo di energia tra i più elevati in Europa, quasi 5 volte quello di Roma.
Il primo impianto, installato a Rozzano, è costato 15 milioni di euro ed è già stato attivato a fine maggio: qui l’alta tensione di 220 mila volt, viene fatta abbassare a 23 mila volt attraverso tre trasformatori di potenza da 63 megavolt l’uno.
“Con le cabine primarie come questa nuova appena realizzata, abbiamo iniziato l’accelerazione verso il futuro, che è dovuta a due fenomeni: i blackout, e gli obiettivi anche europei per la decarbonizzazione: sostanzialmente, dismettere l’inquinamento”, spiega l’amministratore delegato di Unareti, Francesco Gerli.
Blackout, anche gli incendi sono un rischio
Oltre alle strutture elettriche obsolete, un recente rapporto North American Electric Reliability Corporation, la cui missione è monitorare la rete e ridurre i rischi per l’affidabilità, ha rilevato che esiste un pericolo anche per quanto riguarda gli incendi, che causeranno ulteriori problemi, dall’interruzione delle linee di trasmissione interstatali alla dispersione di fumo e calore nel cielo tale da ridurre la produzione di impianti solari.
Il rapporto ha anche rilevato che qualsiasi evento di caldo estremo, in particolare ondate di calore diffuse come quelle avvenute nel Pacifico nord-occidentale nel 2019, metterà grandi regioni a rischio di emergenze energetiche a causa della minore disponibilità di energia per il trasferimento da uno Stato all’altro.
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