Ricarica massima 85% alle colonnine DC FAST e Hyper di Electrify America
Electrify America ha comunicato che bloccherà la ricarica massima all’85% per le auto elettriche presso le sue stazioni di ricarica in DC. La sperimentazione è stata già avviata, ecco perché il colosso USA delle colonnine ha preso questa decisione.
Electrify America sta installando un sistema di arresto automatico della ricarica sulle sue stazioni ad alta velocità, che caricheranno fino all’85%, per poi bloccarsi con l’obiettivo di utilizzo delle colonnine solo quando la velocità di ricarica e massima. Dopo 10 minuti in cui è la ricarica è arrivata all’85% verrà attivata una penalità aggiuntiva di 40 centesimi di dollaro al minuto.
Electrify America imporrà la ricarica massima sarà fino all’85%, ecco perché
Il colosso americano delle stazioni di ricarica, Electrify America, la quale gestisce complessivamente 4.250 stazioni di ricarica rapida, con questa nuova ed innovativa strategia, vuole impedire agli automobilisti di veicoli elettrici di aspettare lunghe attese per ricaricare le auto.
L’uso diffuso delle auto elettriche in America, si sta combinando negativamente con il bollino nero del traffico sulle principali autostrade interstatali. Questo perché si vanno a creare delle lunghe attese quando si devono ricaricare i veicoli elettrici. Si parla di ansia di “attesa per la colonnina occupata“.
Così Robert Barrosa, presidente di Electrify America, ha deciso di porre fine a questo “fenomeno”, ed ha infatti affermato: “…Per impedire che i fast charger siano utilizzati per ricariche prolungate”. Ha poi espresso in un’intervista alla CNN che: “I conducenti spesso vogliono riempire tutta la batteria, anche se potrebbe non essere necessario”.
È necessario specificare che quando viene superato l’80% di capacità della batteria, la velocità di ricarica diminuisce in maniera progressiva. Mentre arrivare al 100% di ricarica ci vuole il doppio del tempo. Dunque, se si ha a disposizione del tempo allora attendere non sarebbe un problema. Di contro, il problema sorge nel momento in cui un conducente non ha tempo a disposizione, e deve attendere lunghe code per poter ricaricare il proprio veicolo. Oltretutto, in America – secondo alcune statistiche -, una colonnina su cinque non è disponibile in quanto fuori servizio.
Electrify America, la sperimentazione sulle sue colonnine e le critiche
Come riportato dalla rivista Carscoops, Electrify America sta sperimentando il blocco della ricarica all’85% in 10 delle stazioni più trafficate della California.
Ma ci sono alcuni che si oppongono a questa decisione e credono che tale strategia è stata posta in essere solo per incrementare i ricavi. La maggior parte degli automobilisti, in realtà a prescindere dalla nuova iniziativa di Electrify America, attualmente ricarica la propria auto solo all’85%, secondo Joel Levin, CEO di Plug in America.
Inoltre, in un’intervista a Fortune, Levin ha affermato:
“Non penso che questa regola farà una grande differenza. Questo forse inciderà un po’ sul margine, ma non penso che sia una regola irragionevole e che influenzerà solo una manciata di persone”.
USA, statistiche in merito ai punti di ricarica
Secondo i dati di Stable Auto (la cui sede si trova a San Francisco), il tasso medio di utilizzo delle stazioni di ricarica rapida – escludendo quelle di Tesla -, negli Stati Uniti si è quadruplicato al 18% alla fine dello scorso anno.
Tuttavia, l’80% delle ricariche vengono effettuate maggiormente solo nel 30% delle stazioni. A onor del vero, distribuzione non uniforme delle colonnine ha portato a stazioni sovraffollate.
Brendan Jones, CEO di Blink Charging Co., ha affermato che, secondo la sua opinione: una stazione di ricarica può perdere il cliente se la stazione stessa viene utilizzata da più del 30% dei consumatori. Questo perché si rischia di bloccarsi in lunghe code.
Biden, ha stanziato 7,5 miliardi di dollari con l’Inflaction Reduction Act (IRA), al fine di rafforzare la rete di ricarica. Entro il 2030 gli USA necessiteranno di almeno i 28 milioni di colonnine (ad oggi ne esistono 183.000), come riporta il National Renewable Energy Laboratory.