Nuova tariffa per il pedaggio autostradale con concessioni limitate
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal 2025, introduce un nuovo modello di tariffe autostradali che non aumenterà i pedaggi. Sono previste novità anche per la durata delle concessioni.
Il Senato ha approvato il ddl Concorrenza ovvero il disegno di legge: “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023” (n. 1318). La riforma, promossa dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, all’interno include la revisione dei pedaggi autostradali, nuove regole per l’affidamento dei lavori, l’introduzione di gare per le concessioni autostradali e una durata massima di 15 anni per queste ultime.
L’obiettivo principale è tenere sotto controllo le tariffe ed evitare che in alcuni tratti autostradali (vedi l’Autostrada dei Parchi A24), gli automobilisti debbano sostenere pedaggi autostradali decisamente più alti (da Roma a l’Aquila, 117 km per €12.30, 0,10513 €/km, contro uno 0,0754 €/km nel tratto da Rimini a Milano, 23,9€ per 317 km).
Nuove tariffe in autostrada
La riforma delle concessioni autostradali introduce un nuovo modello tariffario per quelle in scadenza nel 2025, con significativi cambiamenti nella gestione dei pedaggi, senza aumentare il costo.
Le tariffe avranno il compito di coprire tre principali oneri: i costi per il sistema infrastrutturale autostradale, comprendenti costruzione, manutenzione, esercizio e sviluppo; il recupero dei finanziamenti pubblici concessi; e la remunerazione di eventuali costi esterni.
Una parte della tariffa continuerà ad essere incassata dai concessionari, mentre un’altra componente sarà destinata direttamente allo Stato.
Fondi per la gestione dell’Autostrada
I concessionari saranno tenuti a versare questa quota in appositi fondi gestiti dal ministero dei Trasporti. Ogni anno, la legge di bilancio stabilirà la destinazione delle risorse raccolte, rispettando gli obiettivi di finanza pubblica e prevedendo la ripartizione tra due fondi specifici: il “Fondo nazionale per gli investimenti sulla rete autostradale” e il “Fondo per il riequilibrio economico-finanziario delle concessioni”.
Le risorse di questi fondi avranno utilizzi ben definiti: saranno impiegate per coprire eventuali maggiori costi degli investimenti rispetto alle previsioni, derivanti da eventi straordinari e imprevedibili non imputabili al concessionario, e per finanziare interventi di messa in sicurezza della viabilità locale che collega alle tratte autostradali.
Calcolo pedaggio in autostrada
Ora il calcolo dei pedaggi autostradali avviene tramite delibere del CIPESS e convenzioni tra le società concessionarie e lo Stato. Si moltiplica la tariffa unitaria del gestore per i km percorsi, si aggiunge l’IVA al 22% e si applica un arrotondamento ai 10 centesimi di euro.
Solo nella Tangenziale di Napoli l’arrotondamento è ai 5 centesimi di euro. I costi di costruzione, gestione e manutenzione della tratta autostradale influenzano la determinazione di ciascuna tariffa.
Concessioni autostradali di 15 anni
Il nuovo modello di concessioni autostradali prevede una durata massima di 15 anni. Per le concessioni esistenti, si manterranno le regole attuali con scadenze precise per la revisione del Piano economico finanziario (Pef). Nei prossimi mesi verrà valutata la congruità dei costi per gli investimenti presentati dai concessionari, tramite un possibile gruppo di lavoro interistituzionale.
La riforma non coinvolgerà le concessioni regionali, come la Pedemontana Veneta, ma Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, spera che il tema venga discusso in Parlamento.
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