Fine della guerra e pace in Ucraina, giù il prezzo di petrolio e gas?
Se davvero si trovasse l’accordo per mettere fine al conflitto fra Mosca e Kiev, il costo del barile dell’oro nero potrebbe calare
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Sono in corso trattative che potrebbero finalmente porre fine alla guerra tra Mosca e Kiev. Se si arrivasse a un accordo, i benefici sarebbero innumerevoli, a partire dalla salvaguardia di vite umane. Inoltre, la pace potrebbe avere effetti positivi anche sul prezzo del petrolio, con conseguenze dirette sul costo di benzina e diesel e un impatto favorevole sull’inflazione, una delle principali preoccupazioni economiche per l’Europa.
Prezzo del petrolio già in discesa
Il 17 febbraio 2025, il prezzo del Brent è sceso per il quarto giorno consecutivo, attestandosi intorno ai 74 dollari al barile. Il mercato sta già scontando le aspettative di un possibile accordo tra Russia e Ucraina. Un cessate il fuoco potrebbe portare a un allentamento delle sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti (idea dell’ex presidente Biden) al petrolio russo, facilitando il flusso di approvvigionamenti.
![Il prezzo del petrolio potrebbe scendere con la fine della guerra tra Ucraina e Russia](https://foto2.newsauto.it/wp-content/uploads/2020/04/petrolio-prezzo-carburante-negativo.jpg)
Attualmente, l’UE si rifornisce altrove, spesso pagando di più, mentre la Russia continua a vendere greggio senza concessioni, soprattutto alla Cina, che ha aumentato significativamente gli acquisti. Questo scenario ha spinto molti acquirenti a rivolgersi ad altri fornitori, facendo salire i prezzi secondo la legge della domanda e dell’offerta.
Il peso di Trump
L’ipotesi di una pace riduce anche i timori di un rallentamento economico globale legato ai conflitti, il che si riflette su un calo della domanda di energia. Da quando il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la sua amministrazione hanno annunciato di aver avviato colloqui con Mosca per mettere fine alla guerra, il prezzo del petrolio è sceso del 3-4%.
![Trump tira diretto a Mosca per arrivare ai negoziati di pace](https://foto.newsauto.it/wp-content/uploads/2025/02/Trump-ordine-esecutivo-1024x683.jpg)
Gas giù
Anche il solo spiraglio di una pace ha avuto un effetto immediato sul prezzo del gas: la quotazione sul mercato europeo di Amsterdam è scesa a 53 euro per megawattora, dopo aver sfiorato i 60 euro, il livello più alto degli ultimi due anni. La fine del conflitto potrebbe portare l’UE a riprendere le importazioni di gas russo a basso costo, interrompendo la spirale di rincari che ha contribuito all’inflazione. Attualmente, il gas liquefatto importato via nave da Stati Uniti, Qatar e perfino dalla stessa Russia ha costi molto più elevati rispetto al gas russo che arrivava via gasdotto prima della guerra.
Cosa ne pensano gli esperti sulle conseguenze del cessate il fuoco
Hiroyuki Kikukawa, presidente di NS Trading, un’unità di Nissan Securities, e altri osservatori sostengono che i mercati siano in ribasso “sulla prospettiva di un cessate il fuoco”. Oggi, con la guerra, i flussi di petrolio sono talvolta interrotti da bombardamenti: è il caso dell’oleodotto Caspian Pipeline Consortium (Cpc), dopo che un drone ha colpito la stazione di pompaggio di Kropotkinskaya nella regione meridionale russa di Krasnodar. L’Ucraina a ondate ha preso di mira le infrastrutture energetiche russe. Ma questo non si verificherebbe più, raggiungendo l’intesa.
I presunti danni che l’UE doveva causare alla Russia
Le sanzioni imposte dall’UE avrebbero dovuto mettere in difficoltà l’economia russa, ma i dati raccontano una realtà diversa. Secondo un report dell’Oxford Institute for Energy Studies, nel 2024 le entrate della Russia da oil & gas sono aumentate del 26% rispetto al 2023, raggiungendo gli 11,1 miliardi di rubli: il secondo livello più alto degli ultimi sette anni. L’85% di queste entrate proviene dal petrolio e il 15% dal gas. Le misure restrittive europee si sono rivelate piene di falle, consentendo al Cremlino di trovare nuovi acquirenti, in particolare in India e Cina, due giganti del consumo energetico. Anche il Sud globale, con paesi come Senegal, Gambia, Costa d’Avorio, Benin e Mali, continua a rappresentare un mercato per il petrolio e il gas russi, la cui qualità resta tra le più elevate al mondo.
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