NO dal GOVERNO allo STOP di auto diesel e benzina 2035
L'Italia si schiera ufficialmente contro lo stop alla vendita di auto diesel, benzina e ibride dal 2035 previsto dal Fit for 55: oggi la risposta del Governo italiano ad un quesito specifico durante la conferenza stampa di fine anno del Premier Meloni
Il bando dal 2035 alle auto termiche con motori a benzina, diesel ed anche ibride deciso in Europa non trova d’accordo moltissimi utenti automobilisti per diverse ragioni tra le quali anche quella dei maggiori costi. Oggi si è espresso sull’argomento anche il Governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Il Premier nella conferenza stampa di fine anno ha espresso grossi dubbi sull’attuazione del pacchetto “Fit for 55” del Green Deal europeo che mette al bando le auto con motore tradizionale.
NO dal GOVERNO allo Stop della vendita di auto diesel e benzina al 2035
L’Italia è profondamente scettica sullo stop alla vendita di auto nuove benzina e diesel dal 2035. La posizione europea non è quella condivisa dal nostro Paese e da oggi anche dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al termine della consueta conferenza stampa di fine anno il Premier ha risposto alla domanda se ritenesse ragionevole l’imposizione europea sulle tempistiche per l’uscita di scena delle auto con propulsori a combustione interna.
La risposta non ha lasciato dubbi: “No, non lo ritengo ragionevole e lo considero profondamente lesivo per il nostro sistema produttivo. Intendo porre la questione in sede europea”.
STOP vendita auto diesel e benzina è “irragionevole e lesivo”
Lo stop alle auto diesel e benzina per Giorgia Meloni è irragionevole e lesivo. Così il Presidente del Consiglio ha argomentato la posizione italiana sul Fit for 55: “Mi pare che questa sia materia sulla quale c’è una convergenza trasversale a livello italiano. E intendo utilizzare quella convergenza per porre la questione con forza”. Il prossimo anno, dunque, il governo italiano potrebbe proporre all’Unione europea delle modifiche al bando delle endotermiche nel 2035 e, probabilmente, sarà supportato anche da altri Paesi che fanno dell’automotive uno dei propri punti di forza a livello industriale.
L’imposizione dell’Ue rischia di danneggiare la filiera italiana non essendo neutrale dal punto di vista delle tecnologie: attualmente, infatti, l’unica soluzione concreta per la sostituzione dei motori a combustione è l’elettrico, tecnologia di cui la Cina è tra i leader indiscussi a livello globale. Ciò penalizzerebbe in maniera marcata l’industria europea dell’auto, che potrebbe invece trovare soluzioni alternative, alcune delle quali – come le fuel cell a idrogeno o i carburanti sintetici – sono già in fase di sviluppo avanzato”.
Non solo il Premier Meloni, anche altri componenti dell’attuale Governo hanno espresso profondi dubbi e contrarietà sullo stop alle auto diesel e benzina ma anche ibride. Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini già in campagna elettorale aveva proposto un referendum per bloccare la tagliola europea. Anche l’attuale Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quando era al capo del MISE nel Governo Draghi, aveva espresso dubbi tanto da non sottoscrivere il patto della Cop 26 di Glasgow del 2021.
Alternative all’elettrico ci sono
Ora sta al Premier rinegoziare l’accordo magari salvando i motori termici da una fine scritta che vale solo per l’Europa e non per il resto del Mondo. La promessa è importante: “Intendo porre la questione in sede europea”.
La tecnologia corre in aiuto della Meloni ed infatti le alternative all’elettrico sono tante, come dimostra ad esempio l’impegno e l’approccio di Mazda verso la mobilità sostenibile. Oppure quello di Toyota che sta sperimentando l’idrogeno verde per alimentare i motori a combustione o quello di Porsche nello sviluppo e nella produzione di e-fuel in Cile, subito utilizzabili dalle auto sportive a benzina in circolazione.
Senza dimenticare che i motori di ultima generazione con la Euro 6 hanno ridotto drasticamente le emissioni inquinanti dei veicoli.
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