Multe stradali 2025: bloccati gli aumenti
Grazie a una norma inserita nel decreto Milleproroghe, è stato evitato l'aumento delle multe stradali, inizialmente previsto da gennaio 2025 a causa dell'aggiornamento automatico delle tariffe stabilito dal Codice della Strada.
Nel 2025 non ci sarà un aumento delle multe stradali, che inizialmente era previsto per il 1° gennaio 2023. L’aumento, che segue l’andamento dell’inflazione, è stato bloccato dal governo grazie a una norma inserita nel decreto Milleproroghe (articolo 14, comma 3). In particolare, è stata sospesa la revisione biennale delle sanzioni amministrative, che avrebbe previsto un adeguamento pari alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertata dall’Istat.
Aumento multe stradali, perché
Le multe stradali non subiranno aumenti dal 1° gennaio 2025, grazie a una misura contenuta nel decreto Milleproroghe che ha rinviato l’adeguamento previsto al 2026. Gli importi delle sanzioni, che vengono aggiornati ogni due anni in base all’inflazione misurata dall’indice Istat Foi (indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati), resteranno invariati per un altro anno. Questo blocco interrompe per il 2025 il meccanismo automatico previsto dall’articolo 195 del Codice della Strada, che adegua il costo delle infrazioni all’andamento dell’inflazione. Nel 2020, ad esempio, l’inflazione negativa aveva portato a una riduzione dello 0,2% delle multe.
Di quanto aumentano le multe dal 2026
L’aumento delle multe a questo punto potrebbe verificarsi nel 2026 e l’importo verrà stabilito dai ministri della Giustizia, dell’Economia e dei Trasporti basandosi sui dati Istat di novembre 2025, attesi a metà dicembre. Le associazioni dei consumatori chiedono di non sospendere, ma di annullare del tutto il rincaro, temendo aumenti cumulativi. Ad esempio, l’Unione Nazionale Consumatori propone che nel 2026 si applichi solo l’aggiornamento biennale del 2024-2025, evitando di sommare gli adeguamenti sospesi dal 2022.
Secondo le stime, nel peggiore delle ipotesi l’aumento potrebbe raggiungere il 17,7%, portando, ad esempio, il costo di una multa per divieto di sosta da 42 a 49 euro. Se invece verrà considerato il biennio 2024-2025 l’incremento non sarà molto superiore al 2,5%, come ipotizzato già quest’anno.
Nuove multe con l’incremento dal 2026
Ipotizzando un aumento del 2,5%, ecco di quanto potrebbe essere l’incremento dal 2026:
- Divieto di sosta: da 42 a 43 euro (sconto: 29,40 a 30,10 euro).
- Superamento dei limiti di velocità di non oltre 10 km/h (7-22): da 42 a 43 euro (sconto: 29,40 a 30,10 euro).
- Superamento dei limiti di oltre 10 km/h ma non oltre 40 km/h: da 173 a 177 euro (sconto: 121,10 a 123,90 euro).
- Superamento dei limiti di oltre 40 km/h ma non oltre 60 km/h: da 543 a 557 euro (importo non previsto prima).
- Superamento dei limiti di oltre 60 km/h: da 845 a 866 euro (importo non previsto prima).
- Passaggio con luce rossa del semaforo: da 167 a 171 euro (sconto: 116,90 a 119,70 euro).
- Omessa comunicazione dei dati del conducente: da 291 a 298 euro (sconto: 203,70 a 208,60 euro).
- Trasporto bambini senza sistema di ritenuta: da 83 a 85 euro (sconto: 58,10 a 59,50 euro).
- Omesso uso delle cinture di sicurezza: da 83 a 85 euro (sconto: 58,10 a 59,50 euro).
- Uso di apparecchi radiotelefonici: da 165 a 250 euro (sconto: 115,50 a 175 euro secondo la riforma del Codice della strada).
Quanto incassano i Comuni dalle multe
Lo scopo di una multa non è quello di fare cassa, ma di sensibilizzare l’automobilista verso il rispetto del Codice della Strada, con i proventi da destinare alla sicurezza e alla manutenzione del manto e della segnaletica stradale.
Nel 2024, le famiglie italiane hanno speso 1,3 miliardi di euro per violazioni al Codice della Strada, con la Lombardia al primo posto con 324 milioni, seguita da Lazio (130 milioni) ed Emilia Romagna (129 milioni).
Il Molise invece è stata la regione con gli incassi più bassi, con soli 1,4 milioni. Tra le città con oltre 250.000 abitanti, Milano guida la classifica con 128,7 milioni di euro, seguita da Roma (88 milioni) e Torino (43,7 milioni).
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