Multe CO2 alle case auto, l’UE rinvia la decisione sulla flessibilità
Ancora nessuna decisione sulle multe CO2 per le case auto: la Commissione rinvia la proposta di flessibilità sulle sanzioni per il 2025.

Prim’ancora di parlare di bando termico 2035, esiste un problema assillante per i costruttori auto in Europa: le multe di 16 miliardi di euro che l’UE appiopperà nel 2026 alle Case qualora – com’è altamente probabile – sforino il tetto delle emissioni di CO2 nel 2025. L’anno prossimo infatti l’Agenzia Europea dell’ambiente e la Commissione Europea effettueranno con precisione certosina il calcolo e la verifica di auto e furgoni immatricolati durante l’anno in corso. Se emergerà una non conformità, le ammende scatteranno in base al Regolamento 2019 che ha introdotto il Green Deal.
Allarme rosso sanzioni in arrivo
I costruttori sono preoccupatissimi perché per raggiungere il traguardo fissato dalle normative, urge vendere tantissime auto elettriche e pochissime termiche. Così da abbassare la media delle emissioni allo scarico. Siccome il mercato UE rifiuta il full electric per vari motivi (fra cui prezzi alti senza bonus, poche colonnine, corrente carissima), allora le sanzioni avranno ripercussioni negative. Caleranno gli investimenti delle Case, e si ridurrà la capacità di sostenere i posti di lavoro durante la costosa transizione verde. In un’epoca in cui la Cina invade l’Europa con elettriche che hanno listini inferiori.

Nel 2024, la quota mercato dell’elettrico si è stoppata a un misero 14% in UE. Sebbene ci siano 370 modelli BEV disponibili sul mercato, tra cui 16 con un prezzo inferiore a 30.000 euro. La fetta del 25-30% auspicata dalle istituzioni nel 2019 è irraggiungibile.
Rinvio delle multe ma l’UE non decide
In questo difficile contesto i costruttori da tempo chiedono all’UE maggiore flessibilità ed il cosiddetto Piano d‘Azione del 5 marzo 2025, presentato da Ursula von der Leyen, apriva proprio alla possibilità di rinviare le multe sulla CO2. Ma, secondo una ricostruzione dell’Ansa, la Commissione ha posticipato l’adozione di un emendamento che avrebbe introdotto un meccanismo di compliance pluriennale nel regolamento sulle emissioni. Questo avrebbe consentito ai costruttori di calcolare il rispetto del limite medio di 93,6 g/km di CO2 su tre anni (2025-2027) anziché su uno solo, bilanciando eventuali sforamenti con i risultati migliori degli anni successivi. L’approvazione della modifica era attesa per il 25 marzo tramite procedura scritta, ma è stata rinviata a causa di discussioni interne alla Commissione. Non è stata fissata una nuova data, anche se la decisione potrebbe arrivare entro fine mese, come promesso dalla von der Leyen.
Chi è favorevole alle multe
Nel risiko automotive, dove ognuno tenta di irrobustirsi, l’industria elettrica dice invece sì alle multe UE. Il via libera arriva da due gruppi che rappresentano numerosi player, e che invitano Bruxelles a non cedere alle pressioni Acea. Anzitutto E-Mobility Europe, che riunisce Case, fornitori, gestori di flotte e provider di colonnine, fra cui Tesla e CATL, la regina cinese delle batterie nel mondo. E poi ChargeUp Europe, associazione di categoria per l’industria dell’infrastruttura di ricarica in Europa (dentro anche Tesla, Ampeco, TotalEnergies e ChargePoint). Le sanzioni sono utili per la transizione, dicono: ogni ritardo sui limiti di CO2 del 2025 mette l’Europa sempre più dietro alla Cina rallentando i piani di investimento.
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