Multa Antistrust ad Autostrade, pratica scorretta sui pedaggi
Antitrust avvia procedimento contro Autostrade per l'Italia dopo la multa di 5 milioni per pratica commerciale scorretta. La società non ha adeguato né ridotto il pedaggio nei tratti con lunghe code e tempi di percorrenza elevati, causati dai lavori straordinari di manutenzione straordinaria.
Autostrade per l’Italia e Aspi nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento di inottemperanza nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.A. (ASPI), dopo la diffida che imponeva alla società di cessare la pratica scorretta accertata nel mese di marzo 2021.
La multa dell’Antistrust ad Autostrade è di 5 milioni di euro ad per pratica commerciale scorretta. Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la società non ha adeguato né ridotto il pedaggio nei tratti in cui si registrano critiche e persistenti condizioni di fruibilità del servizio autostradale con lunghe code e tempi di percorrenza elevati, causati dalle gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture che hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza.
Multa Antistrust ad Autostrade per l’Italia
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso l’istruttoria avviata il 10 giugno 2020, relativa alla pratica commerciale scorretta in relazione ad alcune condotte attuate sulle autostrade A/16 Napoli-Canosa, A/14 Bologna-Taranto, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano.
In particolare, l’Autorità ha appurato una consistente riduzione delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni – per lunghi tratti delle Autostrade citate – della velocità massima consentita.
Disservizi in Autostrada per traffico e scarsa manutenzione
Ciò ha comportato un notevole disservizio in autostrada e un forte disagio ai consumatori in termini di code, di rallentamenti e quindi di tempi di percorrenza molto più elevati, senza prevedere un adeguamento o una riduzione dell’importo richiesto a titolo di pedaggio ai consumatori.
L’AGCM ha poi rilevato che sono risultate inadeguate le modalità informative sulle eventuali procedure di rimborso, come emerso in relazione all’Autostrada A/14 Bologna-Taranto, allorché le informazioni fornite sono rivelate omissive, inadeguate, intempestive, insufficienti quanto al modo di diffusione e non idonee a compensare i disagi arrecati agli utenti.
Pedaggi autostradali non dovuti a causa dei disagi
Secondo l’Autorità gli elementi raccolti hanno evidenziato che, negli ultimi due anni, i tratti autostradali in questione sono stati spesso interessati da consistenti disagi nella viabilità e nella regolare fluidità della circolazione, a causa di gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture ad essa affidate in concessione e ai conseguenti massicci interventi di manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza di numerose tratte autostradali.
I disagi si sono verificati, in particolare, nell’area ligure e abruzzese-marchigiana, determinando anche danni all’economia, soprattutto nei settori secondario e terziario e alle imprese di trasporto, per i maggiori tempi di percorrenza degli operatori e i riflessi sulle imprese destinatarie delle merci.
Per l’Antitrust l’operato di Autostrade per l’Italia e ASPI è una pratica commerciale scorretta ed ha violato gli articoli 20, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo. Per questo l’Autorità ha applicato una sanzione di 5 milioni di euro, che è pari al massimo edittale. Autostrade per l’Italia S.p.A. dovrà anche pubblicare un estratto del provvedimento sul proprio sito internet e su uno dei quotidiani a maggiore tiratura nazionale.
Autostrade risponde: “Riduzioni e rimborsi attivati”
Autostrade per l’Italia, d’intesa con il MIMS e nell’ambito della più ampia gestione della concessione, in una nota fa sapere che ha attivato già dal 2020 riduzioni o azzeramenti del pedaggio a favore dell’utenza nelle tratte oggetto di sensibili disagi a causa di lavori di manutenzione, per un totale di 77 milioni di euro di minori ricavi nel periodo 2020-21. In tali tratte rientrano, peraltro, proprio quelle segnalate a suo tempo dall’Antitrust (dove erano presenti riduzioni di carreggiata, poi risolte, imposte dall’Autorità giudiziaria), il cui procedimento riguarda eventi non attuali, ma avvenuti tra dicembre 2019 e gennaio 2020.
In merito a tale procedimento, si evidenzia che lo scorso 24 il TAR del Lazio, a seguito dell’impugnativa di ASPI, ha ritenuto con un’ordinanza formale che le ottemperanze disposte dall’Antitrust nei confronti della società – in primis la definizione a priori di un sistema di criteri condiviso per l’adozione delle agevolazioni – siano state determinate rendendo non possibile consentirne l’adempimento.
Ciononostante, dando seguito all’azione intrapresa dall’Agcm, ASPI ha formulato una concreta proposta di impegni finalizzata a risolvere le problematiche segnalate dall’Autorità, progettando e sviluppando il primo sistema di “cashback del pedaggio”, la cui finalità è ristorare gli utenti che, a seguito del fondamentale piano di ammodernamento della rete svolto sotto l’egida del MIMS – e la cui esecuzione è irrinunciabile per il sistema Paese – possano incorrere in ritardi sui tempi medi di percorrenza.
Attraverso l’adozione di nuove tecnologie digitali, il ristoro avverrà in modo automatico, trasparente e commisurato ai tempi di percorrenza effettivi. In ogni caso, come ampiamente comunicato all’utenza, esenzioni o riduzioni del pedaggio sono state mantenute fino ad oggi o attivate ex novo sulle tratte con maggiore presenza di cantieri (ad esempio nella rete ligure o sulla A1 tra Firenze Sud e Scandicci in direzione Bologna).
Per l’attivazione del “cashback del pedaggio” ASPI sta finalizzando con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili gli ultimi fondamentali passaggi autorizzativi, che conta di concludere al più presto, così da poter avviare il nuovo sistema – il primo a livello europeo – inizialmente in via sperimentale.
Class action contro Autostrada per l’Italia
Su Autostrade per l’Italia oltre che la multa dell’Antistrust è stata promossa da Assoutenti anche una class action che ha l’obiettivo di ottenere agli automobilisti la restituzione delle maggiori somme pagate a causa della mancata riduzione dei pedaggi.
“Siamo lieti che l’Antitrust abbia accolto i nostri ripetuti appelli e acceso un faro sulle mancate riduzioni dei pedaggi da parte della società sulla cui rete si registrano innumerevoli cantieri, rallentamenti e disagi a non finire per gli automobilisti – spiega il presidente Furio Truzzi.
Ci chiediamo poi che fine abbia fatto il “Cashback” sui pedaggi annunciato per luglio da Aspi per indennizzare gli automobilisti danneggiati dai cantieri stradali, e di cui ancora non c’è traccia.
Riteniamo indispensabile che ora Autostrade sia obbligata a rimborsare i pedaggi arretrati in favore di tutti gli utenti coinvolti nei disservizi autostradali, ed in tal senso chiediamo di aprire un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti promotori di class action e iniziative legali contro la società. Assoutenti presenterà documenti a tutela degli utenti nel procedimento avviato dall’antitrust” – conclude Truzzi.
Come chiedere il rimborso dei pedaggi, come partecipare alla class action
Per chiedere il rimborso dei pedaggi tutti gli automobilisti interessati e volgiano aderire alla class action contro Autostrade per l’Italia possono inviare da una mail all’indirizzo nessunoescluso@assoutenti.it e riceveranno aggiornamenti e informazioni sulla class action di Assoutenti.
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