Motori Stellantis, più o meno auto diesel e benzina?
Sino a ieri qualcuno era certo che Stellantis vendesse meno auto con motori termici, adesso con l'arrivo di Trump si pensa esattamente l’opposto, più auto con motori alimentati a benzina e gasolio.
Notizie contrastanti sul tema “Stellantis auto con motore diesel sì o no“. Questione che interessa perché il bando termico UE 2035 pareva avesse ormai ucciso i propulsori a gasolio, salvo qualche eccezione, ed ora con l’arrivo di Trump sembrano cambiate le prospettive future.
Circa tre mesi addietro, Jean-Philippe Imparato (Chief Operating Officer Enlarged Europe di Stellantis) spiega come la sua azienda dovrebbe vendere il 24% di auto elettriche nel Vecchio Continente. Così, la società eviterebbe di pagare una multa pesantissima a Bruxelles (circa 2,7 miliardi di euro nel 2026) per sforamento dei limiti di CO2 delle macchine immatricolate nel 2025, contribuendo a 16 miliardi di euro di sanzioni da parte di tutti i costruttori poco green.
Infatti, in base alle emissioni della flotta targata, si può andare incontro a “contravvenzioni” di 95 euro per grammo in eccesso, da moltiplicare poi per il numero di mezzi piazzati. Problema: in Europa, il full electric è un flop, anche perché ci sono poche colonnine e lente, e perché gli ecobonus a singhiozzo sono scarsi e disorientano i consumatori. Quale soluzione? Consegnare meno vetture a benzina e soprattutto diesel, che emettono più CO2, in modo da abbassare la media delle emissioni e da non versare ammende. O almeno da sborsare importi non troppo gravosi. Idea analoga a quella di Luca de Meo, all’epoca numero uno della lobby Acea, costruttori auto europei.
Motori Stellantis benzina, diesel o elettrici?
Un mese fa si apprende il cambio di posizione di Stellantis, inversione a 180 gradi: Stellantis punta sul diesel (e sul benzina)! Così si spiega il ritorno nell’Acea, che chiede all’UE di rivedere i programmi sul bando termico, rivalutando regole e parametri per le multe UE. Ed ecco perché il Gruppo appoggia la proposta del governo Meloni, che si espone rivolgendosi a Bruxelles per porre rimedio al problema.
Imparato accelera sulle auto a gasolio con una dichiarazione rilasciata in Francia: “C’è ancora una domanda per questi motori, soprattutto tra coloro che percorrono lunghe distanze”. Quindi, stando alle dichiarazioni diffuse sul web, si è passati dallo stop di ottobre 2024 a un trionfo di questo propulsore, quasi una salvezza per l’industria automotive. Vedi 2.0 BlueHDi, da 1.000 km con un pieno per marchi Peugeot, Citroën, Opel e Fiat. Il tutto in coincidenza con l’arrivo di Trump, che ha detto no al Green Deal appena insediatosi alla Casa Bianca, dando libera scelta ai consumatori fra i vari motori disponibili.
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