Migrazioni, tracce e rotte, quella del falco pecchiaiolo, 10.000 km in 42 giorni!
Prestazioni da supercar per il falco pecchiaiolo che ha percorso 10.000 km in poco più di un mese, partendo dal Sudafrica fino a giungere in Finlandia.
La migrazione del falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è uno degli eventi naturali più affascinanti legati agli uccelli. Si tratta di uno spostamento stagionale che questo rapace compie per passare dall’Europa, dove nidifica, all’Africa tropicale, dove trascorre l’inverno.
È stata monitorata tramite localizzatore satellitare la migrazione di un esemplare di falco pecchiaiolo. Il risultato è surreale: il rapace ha percorso una traccia di 10.000 km in poco più di un mese partendo dal Sudafrica con rotta sulle coste della Finlandia.
Migrazione del falco pecchiaiolo: le tracce e la rotta sulla grande traversata dal Sudafrica alla Finlandia
Diecimila chilometri in volo, 42 giorni di viaggio dal Sudafrica alla Finlandia. Potrebbe sembrare il racconto di una maratona su quattro ruote, magari a bordo di una GT di lusso che attraversa continenti, o lo speciale di qualche episodio di una delle tante e indimenticabili stagioni di Top Gear o The Grand Tour, e invece è la straordinaria impresa di una femmina di Falco pecchiaiolo occidentale. Equipaggiata con un localizzatore satellitare per monitorarne ogni spostamento, questa creatura ha dimostrato un’efficienza e una resistenza che farebbero invidia ai migliori veicoli stradali attualmente in circolazione
Il falco è partito il 20 aprile dalla regione di Reitz, in Sudafrica, dopo aver trascorso lì l’estate australe. Come una vettura che percorre l’autostrada senza mai perdere la traiettoria, il rapace ha mantenuto una linea quasi retta verso la Finlandia, coprendo una media di 230 chilometri al giorno. Solo due brevi deviazioni hanno interrotto il suo percorso ideale: una per evitare le turbolenze del Sudan, l’altra per seguire il corso del Nilo fino alle sue sorgenti. Superate le difficoltà, ha ripreso la sua “autostrada celeste” fino alla meta finale, raggiunta il 2 giugno.
Se un’automobile avesse affrontato lo stesso percorso, avrebbe dovuto combinare l’agilità di una sportiva con l’efficienza di una berlina, affrontando condizioni variabili e soste calcolate al millimetro per rifornimenti e sostituzione di eventuali pezzi come in una gara della Dakar. Ma questo falco non ha bisogno di carburante né di meccanici: il suo motore è la natura stessa, e il suo “navigatore” è l’istinto.
I dettagli di questa impresa sono stati condivisi anche attraverso i canali dedicati a Sir David Attenborough, celebre divulgatore scientifico britannico. Una storia che non solo celebra la perfezione del volo naturale, ma ci ricorda come, talvolta, l’ispirazione per la tecnologia più avanzata venga proprio dalla natura.
Perché avviene la migrazione, i percorsi, i periodi
- Motivazione:
- La migrazione avviene per cercare climi più caldi e risorse alimentari, come insetti (soprattutto api e vespe, da cui il nome “pecchiaiolo”) e larve, che in inverno scarseggiano in Europa.
- Percorso:
- Durante il viaggio, i falchi pecchiaiolo attraversano spesso luoghi spettacolari come le Alpi, il Mediterraneo e il deserto del Sahara.
- Seguono rotte ben precise, preferendo evitare lunghi tratti di mare aperto. Per esempio, molti passano attraverso lo stretto di Gibilterra o lo stretto di Messina, dove le distanze sull’acqua sono minime.
- Periodo:
- La migrazione autunnale verso l’Africa avviene tra agosto e settembre, mentre quella primaverile di ritorno verso l’Europa avviene tra aprile e maggio.
- Comportamento in volo:
- I falchi pecchiaiolo sfruttano le correnti termiche ascensionali per volare senza affaticarsi troppo. Questo comportamento li rende spesso visibili in gruppi numerosi durante le ore più calde della giornata.
- Numeri e raduni:
- In alcuni luoghi strategici, come lo stretto di Messina o il Bosforo, si possono osservare migliaia di falchi pecchiaiolo in migrazione, creando spettacolari raduni che attirano birdwatcher da tutto il mondo.
- Sfide:
- La migrazione è piena di pericoli: la perdita di habitat lungo le rotte, le condizioni meteorologiche avverse e le minacce umane, come il bracconaggio (che purtroppo colpisce ancora alcune specie di rapaci durante il passaggio in regioni come il Mediterraneo).
La migrazione del falco pecchiaiolo è quindi non solo un fenomeno naturale affascinante, ma anche un indicatore della salute degli ecosistemi attraversati da questi uccelli.
Rappresentazioni reali di alcune migrazioni
La migrazione autunnale di 6 falchi pecchiaioli che migrano in 2 impulsi di tre uccelli rispettivamente che viaggiano quasi simultaneamente sullo stesso paesaggio. Gli uccelli che migrano durante lo stesso periodo mostrano forme di rotta altamente coerenti, con una somiglianza crescente man mano che la differenza di tempo tra loro diventa più piccola e quindi le condizioni meteorologiche che hanno sperimentato erano le stesse. Gli individui che migrano simultaneamente non sono mai stati più vicini di 50 km l’uno dall’altro, quindi le somiglianze nella forma del percorso non erano dovute allo stormo.
Sotto, l’animazione basata su dati reali (latitudine, longitudine e altezza) dell’Università di Amsterdam, mostra inizialmente le tracce di 12 falchi, ma poi si concentra su una coppia, maschio e femmina, mentre migrano verso sud nell’autunno del 2010 dalla foresta di Veluwe nei Paesi Bassi verso un clima più caldo sulla costa africana (Liberia, Ghana e Camerun). Dopo aver svernato in Africa, nella primavera del 2011 gli uccelli tornano indietro. Ma durante il tragitto vediamo la femmina perdersi, forse a causa di venti sfavorevoli. Dopo un lungo viaggio, il maschio torna nella foresta di Veluwe e la aspetta.
Se se arrivato qui in fondo, probabilmente ti piacciono le notizie simpatiche e curiose come questa.
→ Scopri altre notizie curiose!