Mercato auto aprile 2020, crisi vendite azzerate dal Covid-19
Vendite auto azzerate ad aprile per il Coronavirus. L’emergenza sanitaria ha causato una profonda crisi dell’auto: -98% ad aprile. Le Associazioni di categoria chiedono un intervento urgente da parte del Governo, a difesa delle imprese del comparto e dei loro 160.000 dipendenti.
Come era facilmente prevedibile l’emergenza Coronavirus ha azzerato completamente le vendite auto. Con le concessionarie chiuse durante il lockdown ad aprile 2020 sono state immatricolate in Italia solo 4.279 autovetture, con un calo del 97,55 % sullo stesso mese del 2019.
Mercato e vendite auto azzerate dal Covid-19 ad aprile 2020
I numeri delle vendite certificano la grave crisi del mercato auto, accentuata dal Covid-19, considerando anche che le immatricolazioni di aprile valgono circa il 9% di quelle di un intero anno.
Le concessionarie hanno riaperto il 4 maggio con l’avvio della Fase 2 del Coronavirus ma sulla ripresa del mercato auto si addensano parecchie nuvole.
Crisi vendite azzerate dal Covid-19, soluione incentivi
Le associazioni di categoria auspicano una vera e prova terapia d’urto per uscire dalla crisi e porre rimedio alle vendite azzerate dal Covid-19. Ad esempio il Centro Studi Promotor auspica l’adozione di incentivi alla rottamazione, anche con l’acquisto di vetture nuove ad alimentazione tradizionale.
Infatti l’emergenza Coronavirus ha causato una crisi economica senza precedenti e servirebbe una campagna incisiva di rottamazione che non può riguardare soltanto la sostituzione di vecchie auto con vetture ad emissione zero perché secondo il Centro Studi Promotor non esistono al momento le condizioni per una diffusione immediata su vasta scala di auto elettriche.
Intervento urgente del Governo per uscire dalla crisi del mercato auto
“I dati ufficiali di Aprile – commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – confermano purtroppo quanto da noi anticipato sin dall’inizio della crisi. Le necessarie e severe misure di contenimento del contagio ne hanno rallentato la diffusione, ma il blocco delle attività economiche ha messo in ginocchio la filiera della distribuzione auto, con le sue 1.400 aziende che sostentano 160.000 famiglie.
La riapertura avviene con restrizioni molto severe alla circolazione ancora in vigore, e con una domanda da parte di famiglie e imprese fortemente indebolita. Attanagliate da crisi di liquidità dopo 2 mesi di ricavi azzerati, molte delle concessionarie potrebbero non sopravvivere nonostante la riapertura. Rinnoviamo quindi l’appello al sistema bancario perché le ingenti risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità vengano prontamente erogate alle imprese del comparto auto”.
E’ evidente – prosegue Crisci – la necessità di una accelerazione da parte del Governo, che faccia immediatamente seguire azioni efficaci alle proprie buone intenzioni: serve un decreto “verticale”, con misure specifiche per il settore automotive. Si tratta di un settore assolutamente strategico per il Paese, con il suo effetto moltiplicatore sull’economia ed il suo contributo al gettito erariale pari a circa 80 miliardi di Euro annui. D’altro canto, con la ripresa delle attività nella “Fase 2”, ancora più centrale sarà il ruolo dell’automobile nella mobilità, non solo quella all’interno dei grandi centri, ma anche quella dei pendolari, interurbana e autostradale”.
“UNRAE – conclude Crisci – chiede quindi al Governo l’adozione tempestiva di concreti provvedimenti a sostegno della filiera auto. Tra questi va incluso anche un piano strutturale che favorisca il ricambio del nostro vetusto parco circolante, pericoloso sia per l’ambiente sia per la sicurezza dei cittadini, e non da oggi. In questo momento la velocità è tutto: un mercato che versa in queste condizioni non può affrontare anche il rischio di una ulteriore paralisi, dovuta magari a indiscrezioni o dibattiti su tempi e modi delle eventuali misure”.
Soluzione per uscire alla crisi dell’auto, rapida ripartenza
“La ‘fase 2’ di graduale riapertura delle attività produttive e commerciali che si inaugura oggi ha alle spalle i 50 giorni più difficili del secondo dopoguerra per la nostra economia – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – i dati del mercato auto ad aprile sono quindi quelli di un mercato fermo, com’era facilmente prevedibile. Quello che più conta, in realtà, è concentrarsi su una rapida ripartenza, visto che la riapertura dei concessionari, da sola, non basta certo a riavviare il mercato, e, con esso, la filiera produttiva automotive, data la situazione di profonda incertezza, che condiziona il clima di fiducia di cittadini e imprese, e l’indebolimento dell’economia e del mercato del lavoro, con conseguente perdita di potere d’acquisto dei consumatori.
Nel proseguire senza sosta il suo lavoro a sostegno alle imprese del settore, ANFIA richiama l’attenzione del Governo sull’esigenza di prevedere misure a supporto della domanda, necessarie, oggi, anche alla ripresa delle attività produttive. D’altra parte lo stesso Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli aveva annunciato, nei primi giorni di marzo, prima del lockdown, l’arrivo di nuovi incentivi per favorire la sostituzione delle vetture circolanti con 10 e più anni di anzianità, per migliorare i livelli di emissioni e dare ossigeno al settore.
Le nostre proposte in questo senso si concentrano su un incremento del fondo Ecobonus 2020 per proseguire l’incentivazione delle auto BEV e PHEV e la previsione di una estensione del bonus (ad oggi in vigore per le auto fino a 60 g di CO2/km) alle auto ad alimentazione alternativa con emissioni di CO2 da 61 a 95 g/km.
Inoltre, visto il considerevole numero di vetture accumulate in stock da concessionari e produttori durante il lockdown, per evitare che il loro smaltimento blocchi il riavvio della produzione e per dare un immediato impulso alla ripresa delle vendite in un momento in cui la fiducia dei consumatori è bassa, riteniamo possa essere di grande efficacia per cittadini e per le imprese prevedere un incentivo all’acquisto delle vetture in stock prodotte prima del lockdown”.
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