Mercato auto Europa, crisi di vendite a gennaio
Il mercato in Europa nel primo mese del 2021 ripiomba nella crisi profonda a causa della pandemia da Covid-19. Il crollo delle vendite è del -24,3%, con l’Italia che perde “solo” il 14,1%.
Il mercato europeo inizia il 2021 perdendo oltre 1/4 delle immatricolazioni nel primo mese dell’anno con 842.835 vetture rispetto a 1.134.898 dello stesso periodo 2020, come conseguenza degli impatti negativi delle restrizioni da Covid-19 e di due giorni lavorativi in meno.
Una crisi generalizzata che risparmia solo la Svezia e la Norvegia e che, fra i Major Markets, segna una pesante flessione per Spagna (-51,5%), Regno Unito (-39,5%) e Germania (-31,1%), seguite dall’Italia, che limita il calo ad un -14%, grazie agli incentivi soprattutto della fascia 61-135 g/km, e dalla Francia a -5,8%.
Auto vendute in Europa a gennaio 2021
Nei 30 mercati nazionali in Europa a gennaio 2021 sono state immatricolate 842.835 autovetture, con un calo rispetto al gennaio 2020 del 25,7%.
La contrazione è severa e interessa tutti i mercati nazionali dell’area tranne quelli di Svezia e Norvegia.
Vendite auto elettriche e ibride plug-in in aumento in Italia
In questo contesto va comunque segnalato che il calo del mercato italiano (-14%) è decisamente più contenuto di quello dell’intera Europa Occidentale e, volendo cogliere un altro aspetto positivo, si può segnalare che continua anche nel gennaio 2021 la forte accelerazione in termini di crescita percentuale delle vendite delle vetture elettriche e ibride plug-in (ibride con la spina per la ricarica delle batterie).
In valore assoluto gli acquisti di auto elettriche e plug-in non hanno però una consistenza tale da compensare la forte caduta della domanda complessiva.
Ne deriva che per sostenere in maniera significativa il mercato dell’auto è ancora indispensabile adottare incentivi per l’acquisto con rottamazione anche di vetture con alimentazione tradizionale.
Vendite auto in Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna
Nel contesto dell’Europa Occidentale molto pesanti sono pure le situazioni dei cinque maggiori mercati dell’area che fanno registrare cali compresi fra il 51,5% della Spagna e il 5,8% della Francia. Il secondo miglior risultato nel gruppo dei cinque maggiori mercati, dopo quello della Francia, è quello dell’Italia che, come si è già detto, con due giornate lavorate in meno accusa una perdita del 14% (-5% a parità di giornate lavorate).
Questo risultato è dovuto agli incentivi previsti dalla Legge Finanziaria che favoriscono l’acquisto non solo di vetture a zero e basso impatto, ma anche di auto con alimentazione tradizionale ed emissioni inferiori a 135 gr di CO2 al km.
Peggiore del risultato medio dell’area è invece quello della Germania che in gennaio 2021 ha accusato un calo del 31,1% dovuto in buona misura al fatto che vi è stata negli ultimi mesi del 2020 un’anticipazione di acquisti dovuta ad una riduzione temporanea dell’Iva, riduzione temporanea che è venuta meno in gennaio. Ancora più pesante di quello tedesco è il calo del Regno Unito (-39,5%) dovuto essenzialmente a misure particolarmente severe per contrastare la pandemia.
Come in Germania, anche in Spagna vi sono motivi fiscali alla base del calo drastico di gennaio (51,5%). L’aumento della tassa di circolazione entrata in vigore il 1° gennaio ha infatti determinato un’accelerazione delle vendite a dicembre che è stata naturalmente scontata all’inizio del 2021.
“La crisi di mercato che stiamo attraversando offre l’occasione di voltare pagina e di riavviare la necessaria ripresa economica all’insegna dell’economia verde. Se con le vetture elettriche e i modelli sperimentali a idrogeno i produttori sono già pronti al cambiamento, non altrettanto si può dire delle istituzioni pubbliche: non si può puntare alla diffusione dei modelli elettrici se non c’è una adeguata rete di punti di ricarica”, commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.
La recente richiesta comune dei costruttori, degli ambientalisti e dei consumatori europei di un Regolamento UE che fissi gli obiettivi di 1 milione di punti di ricarica entro il 2024 e 3 milioni entro il 2029, con mille stazioni a idrogeno nella stessa data, è secondo Michele Crisci “il punto di partenza indispensabile per fare in modo che ricaricare un’auto elettrica sia facile come oggi fare il pieno di benzina.
L’Italia in questo campo è sempre in ritardo rispetto ai Major Markets europei: a gennaio le immatricolazioni di auto full electric e ibride plug-in sono state il 4,7% del totale, ben lontane dal 21,7% della Germania, l’11,6% della Francia e il 13,7% del Regno Unito. Un divario elevato che ritarda l’indispensabile ricambio del vetusto parco circolante – aggiunge Michele Crisci – e per il quale ci sentiamo di salutare la nascita del nuovo Ministero della transizione ecologica indicandogli la necessità di inserire la dotazione di infrastrutture di ricarica tra gli obiettivi primari del Recovery fund.
“Ed è altrettanto urgente – conclude il Presidente dell’UNRAE – agire sul fronte delle auto aziendali, un comparto che in Italia nel 2020 rappresentava oltre il 36% del mercato, ma è fortemente svantaggiato sia da un regime fiscale penalizzante rispetto ai maggiori Paesi europei e alla vigente normativa UE sulla detraibilità dell’IVA, sia dal mancato adeguamento dei valori di emissione al nuovo ciclo WLTP per l’applicazione dei fringe benefit”.
DATI VENDITE AUTO IN EUROPA GENNAIO 2021
(File PDF scaricabile da link diretto)
? Listino prezzi auto NUOVE ? Annunci auto USATE
Potrebbe interessarti (anzi te lo consiglio):
? 10 consigli a Draghi per far ripartire l’economia ed uscire dalla crisi dell’auto
? Auto ad idrogeno, pro e contro, meglio dell’auto elettrica?
? Avviso: per restare aggiornato e ricevere le ultime news sulla tua mail iscriviti alla newsletter automatica di Newsauto QUI.
? Cosa ne pensi? Fai un salto sul FORUM