Mazda RX-7, storia della prima auto sportiva con motore rotativo
La Mazda RX-7 è stata lanciata nel 1978 ed è stata la coupè sportiva a motore rotativo più venduta della storia. Il motore wankel è stato rivoluzionario e potrebbe tornare anche sull’elettrica MX-30 come range extender.
Nei sui 100 anni Mazda nel 1978 lanciò la RX-7, la prima sportiva Mazda con motore rotativo più venduta della storia, nonché la vettura che ha portato a livelli senza precedenti il successo del marchio nelle competizioni.
Mazda RX-7, la storia del motore rotativo
Il motore rotativo Mazda ha rappresentato una vera e propria innovazione, capace anche di arrivare alla vittoria della 24 Ore di Le Mans nel 1991 con la 787B a quattro rotori da 710 CV. Qualche anno prima, ovvero negli anni ’70, il futuro del motore rotativo Mazda era in pericolo
La Casa offrì questo tipo di motore sulla maggior parte dei suoi modelli fino alla crisi petrolifera del 1973-74, quando i prezzi alle stelle del carburante allontanarono i propulsori vivaci, ma assetati, dal favore dei consumatori. Mazda decise di abbandonarli per la maggior parte delle sue berline e wagon, e avrebbe potuto accantonarli del tutto, come ogni altra casa automobilistica.
Ma l’allora capo della Ricerca e Sviluppo, Kenichi Yamamoto, si oppose sostenendo quanto il motore rotativo fosse cruciale per l’azienda come elemento di distinzione.
Kenichi Yamamoto il padre del motore rotativo Mazda
Yamamoto, che aveva guidato il team di ingegneri che sviluppò i primi motori rotativi Mazda negli anni ‘60, iniziò a revisionare l’esistente motore 12A e a migliorarne significativamente i consumi di carburante.
Tra l’altro, il suo team migliorò radicalmente i segmenti di tenuta rendendoli più resistenti e con una migliore lubrificazione risolse un aspetto problematico di questo motore.
Piccolo e leggero ma dal funzionamento fluido, potente e vivace, il motore rotativo era perfetto per un’auto sportiva. E la RX-7, una coupé elegante e slanciata dal frontale a cuneo e con il lunotto avvolgente sul portellone posteriore, fu realizzata appositamente per questo motore.
Mazda RX-7, la 1^ generazione del 1978
La prima generazione della RX-7 (piattaforma “FB”), messa in vendita in Giappone nel 1978 prima di arrivare in Europa l’anno successivo, suscitò grande clamore. Con un peso a vuoto di poco più di una tonnellata, i 100-135 CV (a seconda del mercato) del motore 12° di inizio anni ‘70 avevano fatto molta strada in fatto di prestazioni.
La disposizione anteriore centrale del motore – la compatta unità era sistemata dietro l’assale anteriore – muoveva le ruote posteriori con una distribuzione dei pesi pressoché perfetta. Inoltre l’aerodinamica l’ha resa straordinariamente divertente da guidare. Il motore 12A a doppio rotore da 1.146cm3 è stato in seguito affiancato dalla versione turbo da 160 CV per il Giappone, mentre il Nord America ottenne un propulsore 13B leggermente più grande dotato di iniezione diretta del carburante.
Mazda RX-7, la 2^ generazione del 1985
La seconda generazione della RX-7 (“FC”) introdotta nel 1985 presentava una linea di ispirazione alle coupè della Porsche e una serie di miglioramenti delle prestazioni come il sistema Mazda DTSS (Dynamic Tracking Suspension System) e il turbocompressore. La sovralimentazione si rivelò particolarmente adatta ai motori rotativi grazie alle caratteristiche del loro flusso di scarico e abbastanza efficace nell’aumentare la coppia ai medi regimi.
Il 13B da 1,3 litri era standard per tutti i mercati e, sebbene la RX-7 fosse stata inizialmente offerta in Europa con un motore aspirato da 150 CV, sarebbero seguite le versioni turbo a doppia turbina da 180 CV e poi da 200 CV. Il modello più potente copriva i 0-100 km/h in 6 secondi e aveva una velocità massima di 240 km/h.
Mazda RX-7, la 3^ generazione del 1992
La terza e ultima generazione (“FD”) arrivata nel 1992 è stata una vera auto di grandi prestazioni. Un nuovo turbocompressore sequenziale gemellato ha aumentato a 239 CV la potenza dell’ultimo motore 13B sulla versione europea. Considerata dagli appassionati la migliore di tutte le RX-7 per maneggevolezza, con uno 0-100 km/h in 5,3 secondi e una velocità massima (autolimitata) di 250 km/h, la due posti da 1.300 kg si inseriva di diritto fra le sportive di vertice, come si conveniva per il Marchio che aveva appena vinto a Le Mans.
Sfortunatamente, nel 1996 la commercializzazione della RX-7 venne interrotta in gran parte dell’Europa a causa delle norme sulle emissioni, sebbene Mazda continuasse a produrla per i mercati con guida a destra, aumentandone la potenza fino a 280 CV sui successivi modelli riservati al Giappone.
Il 2002 ha segnato la fine di una delle auto sportive più eccezionali della storia. Fra il 1978 e il 2002 ne furono prodotti in totale 811.634 esemplari, ben più di qualunque altro modello rotativo.
Mazda RX-7, le vittorie nel motorsport
Il caratteristico “urlo” del propulsore a doppio rotore della RX-7 ha fatto tremare sin dall’inizio i circuiti europei e non solo, con la vittoria nella classe 1.600-2.300 cm3 del British Saloon Car Championship nel 1980 e nel 1981 e dando prova di affidabilità portando a termine, sempre nel 1981, la 24 Ore di Spa. Tempi d’oro anche in altre parti del mondo. Negli Stati Uniti la RX-7 vinse oltre 100 gare IMSA, più di qualunque altro modello di qualunque costruttore, dominando la classe GTU (fino a 2.500cm3) compresi gli ineguagliati 12 anni consecutivi di successo (dal 1982 al 1993) nella 24 Ore di Daytona.
La RX-7 ha dato grande prova delle sue doti anche nel Campionato Endurance australiano, vinto dal 1982 al 1984, e nella 12 Ore di Bathurst dello stesso Paese (campione 1992-95). Queste vittoria sono state da preludio alla grande vittoria del 1991 alla 24 Ore di Le Mans con la celebre 787B.
Negli anni, le versioni modificate di ciascuna generazione hanno stabilito il record di velocità su terra nella loro classe sul Bonneville Salt Flats, il deserto salato statunitense, rispettivamente nel 1978 (FB, 296 km/h), 1986 (FC, 383,7 km/h) e 1995 (FD, 389 km/h).
Mazda RX-7, l’eredità dall’idrogeno all’elettrico della MX-30
Lo spirito della RX-7 ha continuato a vivere nella Mazda RX-8, che è seguita nel 2003, e nel gettare le basi per molte innovazioni tecniche successive. Tra queste ci sono stati i motori rotativi alimentati a idrogeno come quello della RX-8 Hydrogen RE, che funzionava con Idrogeno o benzina, e della Mazda Premacy Hydrogen RE Hybrid, una monovolume con un motore elettrico e un motore rotativo a doppia alimentazione.
Successivamente, l’azienda ha sviluppato un prototipo Mazda2 EV con un piccolo motore a singolo rotore utilizzato come range extender per ampliarne l’autonomia. Gli ingegneri Mazda stanno studiando un sistema simile per la Mazda MX-30, il nuovo SUV crossover elettrico che arriverà quest’anno nelle concessionarie.
Foto Mazda RX-7, auto sportiva coupè con motore rotativo
La storia dell’acquisto, il restauro e il detailing di una Mazda RX-7 FD3S
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