Storia del logo Ferrari con simbolo del cavallino rampante donato da Baracca
La storia dello scudetto Ferrari con il Cavallino Rampante, il simbolo della Ferrari che il mitico Drake ha ricevuto in dono dalla famiglia dell’aviatore Francesco Baracca.
Molte persone si sono chieste e si chiedono quale sia stata l’origine del “Cavallino Rampante”, il simbolo distintivo dell’industria Ferrari, delle sue vetture e di tutto ciò che ad esse ruota intorno, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Qui di seguito la risposta alla curiosità delle persone interessate.
La storia Ferrari
La mamma di Enzo Ferrari era originaria di Lugo di Romagna, cittadina che diede i natali anche a Francesco Baracca, pilota di aeroplani da caccia, asso della prima guerra mondiale con 34 vittorie in combattimenti aerei, Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto sulle pendici del Montello il 19 giugno del 1918.
Il Maggiore Baracca era un Ufficiale di Cavalleria e, prima di conseguire il brevetto di pilota di aeroplano e di transitare nei “Battaglioni Aviatori” del Regio Esercito (la Regia Aeronautica, divenuta Aeronautica Militare dopo la proclamazione della Repubblica, sarà costituita come Arma autonoma solo il 28 marzo 1923), aveva prestato servizio nel 2° Reggimento Cavalleria “Piemonte Reale”, reparto con oltre due secoli di storia e con significative tradizioni essendo stato fondato nel 1692, terzo in ordine di tempo nelle forze armate sabaude.
Lo stemma araldico di “Piemonte Reale” include un cavallo rampante di colore argento su campo rosso, colore distintivo del Reggimento. A testimonianza del proprio legame affettivo con l’Arma di provenienza Baracca, appena iniziata la sua attività aerea, fece dipingere sulla fusoliera del proprio velivolo il 2, numero ordinale del Reggimento, ed un cavallino rampante rosso, a richiamo del colore che tale Reggimento distingueva.
Solo successivamente ed a seguito dell’acquisto di un cavallo morello al quale ben presto si affezionò, Baracca mutò il colore del cavallino rampante da rosso in nero, racchiudendolo all’interno di una nuvola bianca e rappresentando così, in maniera simbolica, un cavaliere proteso nei cieli.
La prima gara di Enzo Ferrari
Nel 1923 Enzo Ferrari partecipò, vincendolo, al “Circuito del Savio”, una importante corsa automobilistica che si svolgeva sulle strade sterrate vicine a Ravenna. Alla competizione assistettero anche il conte Enrico e la contessa Paolina Baracca, genitori di Francesco, che, entusiasmati dal coraggio e dall’ardimento manifestati dal giovane Ferrari, gli affidarono il simbolo glorioso del loro figliolo caduto affinché lo portasse nuovamente nell’agone, non più bellico ma sportivo.
Queste le parole dello stesso Enzo Ferrari:
“Quando vinsi nel 1923 il primo circuito del Savio, che si correva a Ravenna, conobbi il conte Enrico Baracca padre dell’eroe; da quell’incontro nacque il successivo con la madre, la contessa Paolina.
Fu essa a dirmi, un giorno: ‘Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna’. Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori, in cui mi affidarono l’emblema. Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena”.
LO STEMMA FERRARI ceduto dalla famiglia Baracca
Enzo Ferrari accettò di buon grado il dono fattogli, ma trasformò leggermente l’emblema modificandolo in tre dettagli. Lo stemma Ferrari, infatti, ha il cavallino con la coda rivolta verso l’alto, il fondo è giallo, colore del Gonfalone della città di Modena, ed è sormontato da una fascia tricolore.
Stemma Ferrari ne esistono oggi due versioni
La prima, di forma rettangolare, costituisce il marchio commerciale della casa automobilistica e compare su tutte le vetture costruite a Maranello; esso, per intenderci, equivale alla stella a tre punte della Mercedes, ai quattro cerchi dell’Audi, alla losanga della Renault o al tridente della Maserati.
La seconda, a forma di scudo, con alla base le lettere S ed F in carattere corsivo maiuscolo di colore nero, è propria della Scuderia Ferrari; a stretto rigore esso dovrebbe essere apposto esclusivamente sulle vetture impiegate in corsa direttamente dalla casa madre.
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