Il limite di 30 km/h, come quello di Bologna, provoca più inquinamento
Il Politecnico di Milano attraverso una ricerca ha riscontrato che il limite di velocità massima ridotto a 30 km/h causa più inquinamento.
Il limite di velocità ridotto a 30 km/h sembra causare più inquinamento, questo è ciò che è emerso da uno studio effettuato dal Politecnico di Milano.
Zone 30, meno incidenti ma più inquinamento
Bisogna premettere che la sicurezza stradale sembra essere leggermente migliorata dall’introduzione della zone 30 (limite di velocità 30 km/h). Infatti, il rischio di incidenti o di morte si è ridotto nelle zone in cui è stato applicato, come Bologna. Questa è la prova che le scelte fatte sono state vantaggiose a livello di sicurezza ed hanno portato benefici alla comunità, ma al contempo i risultati non sono altrettanto positivi per quanto riguarda l’inquinamento.
Il Politecnico di Milano ha sviluppato una ricerca, successivamente presentata alla Triennale, in onore del forum di “The Urban Mobility Council”, ossia il think tank sulla mobilità incoraggiato dal gruppo Unipol. In pratica, prendendo come luogo di studio la città di Milano, hanno confrontato i cambiamenti: nei tempi di viaggio, nelle emissioni inquinanti e gas serra, in diverse condizioni, dove vi è la riduzione dei limiti di velocità nelle aree interessate.
Gli studi hanno dimostrato che guidare a 30 km/h, aumenta le emissioni di monossido di carbonio, biossido di carbonio, ossidi di azoto e particolato, soprattutto nel traffico delle ore di punta. I ricercatori del Politecnico sostengono che i motori delle auto a combustione interna sono progettati per essere più efficienti nei consumi a 70-80 km/h. Dunque se questi veicoli non camminano a tale velocità, le conseguenze saranno negative per l’ambiente. Quindi, secondo gli studi effettuati, vediamo anche che se questi limiti di velocità venissero utilizzati su tutto il territorio di Milano, le emissioni di CO2 aumenterebbero dell’1,5% e le emissioni di PM del 2,7%.
Secondo il Politenico di Milano, quello che si potrebbe fare non è aumentare i limiti di velocità, ma rafforzare i trasporti pubblici; il che impedirà l’uso delle auto nelle città, e allo stesso tempo anche l’aumento dell’inquinamento.
Ciò che emerso dalla ricerca
Ecco ciò che è uscito fuori dalla ricerca effettuata nella città di Milano:
“Le città che hanno applicato la riduzione dei limiti di velocità urbani a 30 km/h lo hanno fatto con l’obiettivo di rendere le città più vivibili, sicure e meno rumorose. Tuttavia, fino ad oggi gli studi scientifici a supporto di tali affermazioni sono scarsi e non hanno avuto a disposizione grandi quantità di dati“.
Insomma, come accennato poc’anzi, la zone 30, nelle aree urbane salva molte vite in quanto gli incidenti sono ridotti al minimo, ma ad ogni modo aumenta l’inquinamento. La soluzione è quella di finanziare ampiamente il trasporto pubblico.
Bologna, la prima città che ha introdotto la zone 30
Ad introdurre il limite di velocità di 30 km/h, per la prima volta in Italia è stata la città di Bologna. Le decisioni prese dall’ente bolognese si basano su dati Istat ben precisi, ossia che nel 2022 gli incidenti stradali nel Belpaese hanno provocato 223.475 feriti e 3.159 morti. Negli anni precedenti, invece, i feriti gravi erano aumentati fino a toccare la soglia di 15.000 (il 73% di tali incidenti si sono verificati su strade urbane).
Londra, la prima città europea ad introdurre i limiti di velocità
La prima città europea ad introdurre questa restrizione è stata Londra, che ci ha visto davvero lungo dato che ha posto in essere il limite negli anni 80/90.
Uno studio pubblicato sul British Medical Journal da esperti della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha misurato i risultati dell’introduzione di un limite di velocità di 20 mph nella capitale. Ciò che è emerso dopo 20 anni dall’introduzione, è che i feriti e i decessi lievi e gravi si sono ridotti del 41,9%.