Saluto Jeep tra jeeper, Jeep Wave
Il Jeep Wave, il saluto tra jeeper è iniziato dal 1941, quando le Willys "liberatrici" venivano salutate in segno di gratitudine. Storia e curiosità sul saluto Jeep!
Il fuoristrada non è fatto solo di rapporti di trasmissione, crawl ratio, angoli di salita, assetti. E’ guidato da un “umano” con un cervello destro emozionale. Anzi, a dirla tutta, c’è forse stato fin troppo cervello emozionale (quello del poeta) e quasi niente nella tecnica.
L’esperienza dice che occorre uno sviluppo armonico d’entrambi, e che devono sempre dialogare! Eccoci allora a parlare del poeta che c’è in noi, senza dimenticare l’ingegnere nascosto.
Jeep Wave, che cos’è?
L’occasione ghiotta ci viene dalla recente campagna promozionale di Jeep, chiamata “Jeep Wave” con vari benefici commerciali per i proprietari dei modelli a Sette Griglie!
Vi assicuro che praticamente nessuno di loro conosce a fondo il perché di questo nome. E il bello è che riguarda tutti noi e non solo i proprietari del marchio Jeep!
Storia marchio Jeep
A tal riguardo, per avvocati e segni della Vergine precisini, il marchio JEEPTM o JEEP è registrato in carico a FCA US LLC dal 13 giugno 1950, quindi sotto il segno dei Gemelli, appunto a doppia trazione! E’ fra i pochi marchi al mondo che s’identificano con il prodotto stesso, come “prendi il tirfor” (è un marchio Tractel), “passami l’highlift” (è il marchio della miglior binda), “mandami un dhl o un traco” (marchi dei corrieri espressi), eccetera.
Pensate che nella nostra lingua il suo sinonimo ufficiale sarebbe camionetta, campagnola, fuoristrada, gippone, gip, e da poco SUV! Il marketing Jeep dovrebbe essere contento di quest’uso generalizzato, anche se giustamente puntualizza il suo… TM Trade Mark, marchio commerciale registrato.
La stessa FCA US LLC ha registrato anche JEEP WAVE il 3 settembre 2019. Tutti gli altri, che avrebbero diritto al loro saluto, specie se dotati di riduttore, definito 4WD-Low che fa la differenza nell’avanzamento su terreni difficili, si devono inventare un altro saluto.
Ciao Jeep, il saluto Jeep V di vittoria✌️
Non esiste una ricerca “scientifico-storica” in merito, e poi non ne vale la pena. Di certo la Willys, mamma di tutti i 4×4, è stata la regina della triste II Guerra Mondiale. A tanta angoscia ha fatto da contraltare altrettanta gioia nel vedere queste simpatiche ranocchiette metalliche liberare l’Europa.
E i popoli latini incominciarono a salutarle con la mano agitata (il nostro ciao a cui l’Army non era abituata); gli anglossassoni più freddi facevano ondeggiare (da cui wave, onda) la mano con le due dita a “V” di Victory, gesto consacrato da Churchill, ma attenzione, con il dorso della mano rivolto a chi l’esegue! Anche il famoso studioso del linguaggio del corpo, Desmond Morris non è mai riuscito a risalire alle origini di questo gesto ambiguo, forse nato da secoli in Inghilterra.
E’ un fatto però che diventa ufficiale e internazionale dal 1941, e la Willys ne fu oggetto ovunque. Essendo spesso in testa alla colonna apripista, serviva per meglio riconoscere chi era nemico o amico. Al ritorno negli States questa Wave (onda) è continuata anche sulle CJ, Civilian Jeep ad uso fancazzista, dove comunque il saluto era già normale abitudine nelle zone rurali, come noi facciamo fra chi va in montagna.
Saluto fra Jeeper ✌️✌️
Con la diffusione in USA del fenomeno 4×4 per diletto, negli anni ’80 il saluto fra i Jeeper si consolida, ma anche si fanatizza. Dapprima in modo goliardico e simpatico, tanto che la stessa Chrysler pubblica ufficialmente questa “etiquette”, come la chiamano, cioè il galateo che si deve avere fra guidatori delle Sette Feritoie. Era un modo corretto per far crescere la “fidelizzazione” al marchio, non per ragioni tecniche, ma emotive.
Negli anni ’80 e ’90, e poi con lo sviluppo dei social, il fenomeno è scappato di mano fino a diventare persino stupido. Sono nate così regole “nonnistiche” di gerarchia del saluto che premiava i modelli sempre più vecchi, i passi corti, il rialzo eccessivo e le botte evidenti sulla carrozzeria!
Chi non era così (e ancora oggi ci sono malsani rigurgiti anche in Italia) non era degno del Jeep Wave, tanto meno se non avevi le Sette Griglie! Oggi i migliori appassionati Yankee stanno incominciando a “ragionare”, e pensare che il saluto dev’essere per tutti i piloti di 4×4 uniti da una sana passione per la Natura e la Libertà. Proprio quest’ultima “passione”, che è nel DNA del Jeep Spirit, dice della libertà di tutte le trazioni integrali d’interpretare il 4×4 per ogni… profilo di missione!
La dichiarazione ufficiale di Jeep sul suo Wave è: non conta ciò che compri, ma quello che costruisci e come lo vivi!
Più che corretto e Jeep ha scelto questa strada democratica, come fece con il suo marchio Trail Rated applicato anche a Compass, nonché con il suo recente spot The Middle: un inno alla libertà per i suoi 80 anni, spot purtroppo ritirato per precedenti d’ebbrezza al volante dell’interprete Springsteen. Come si vede il Diavolo è sempre dietro il… paraurti anche nel 4×4!
Jeep Wave, come si fa il saluto Jeeper ✌️
Le regole per la Jeep Wave non sono complicate da capire. Ogni jeeper è responsabile del mantenimento della tradizione della Wave. Se un altro jeeper saluta, è necessario restituirlo anche se quel Jeeper sta guidando un Grand Cherokee! E’ così semplice! Inizialmente praticata dai proprietari di CJ, YJ, TJ e JK/JL, la Jeep Wave ora si estende a tutti i membri della famiglia Jeep. Consiste nell’alzare due dita a V tenendo ancora il volante con il palmo della mano, per sicurezza.
Ma ovviamente, se possibile, si può “scaldare” il saluto alzando la mano fuori dal finestrino, o con tutta la mano aperta (il nostro ciao). Per i più pigri un adesivo sullo specchietto esterno va bene lo stesso. Chi vuol capire capisce. E proprio questo è l’intrigante effetto del Jeep Wave: un codice da setta benevola, il riconoscimento reciproco dei comuni valori del Jeep Spirit e della solidarietà. Chi non è così può anche non capire.
Saluto fra automobilisti e motociclisti
Le Jeep non sono gli unici veicoli i cui conducenti si salutano. Ci sono altri “mondi” circoscritti con specifici valori che fanno l’onda: sono le moderne tribù sociali! Ad esempio i conducenti di Mini-Cooper, di Porsche, d’auto d’epoca e i motociclisti di Harley condividono le onde.
Tutti i motociclisti, quando possono a velocità turistica, tendono al saluto reciproco stendendo una gamba o la mano. Lo fanno tutti i praticanti di sport in ambienti naturali impegnativi, come la montagna o la subacquea.
In montagna, a piedi o in auto, in condizioni d’isolamento, è normale il saluto. Se non si viene corrisposti c’è qualcosa che non va, o apparteniamo a gruppi diversi! E’ una “cartina al tornasole” che funziona quasi sempre. In questi ambiti, quando si passa alla comunicazione verbale, è d’obbligo anche darsi del “tu”. Pure questo è Wave!
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