Indennizzo diretto RC auto, come funziona, 5 cose da sapere
L'indennizzo diretto è uno strumento molto utile per chi subisce un incidente stradale perché permette di ottenere un risarcimento rapido. Come funziona, i limiti ed i motivi per cui probabilmente verrà abolito.
L’indennizzo diretto dei danni è stato introdotto dal legislatore nel 2007 per semplificare notevolmente la gestione dei sinistri stradali, con la speranza che facesse facesse crollare i prezzi Rc auto. Ma è stato un flop, come emerso anche durante una recente riunione al ministero delle Imprese. Nel futuro potrebbe essere eliminato. Vediamo nel dettaglio come funziona l’indennizzo diretto, quali sono i suoi vantaggi e i suoi limiti, e quali sono le prospettive future. Sebbene abbia semplificato alcune procedure, il sistema è stato oggetto di diverse critiche e potrebbe subire modifiche in futuro.
Come funziona l’indennizzo diretto?
In pratica, con l’indennizzo diretto, se sei coinvolto in un incidente e non sei responsabile (o lo sei solo in parte), puoi richiedere il risarcimento dei danni direttamente alla tua compagnia assicurativa, senza dover attendere i tempi più lunghi della procedura tradizionale che prevedeva di rivolgersi all’assicurazione della controparte.
E’ una procedura particolare che si attiva a determinate condizioni in caso di incidente: la vittima (o chi è parzialmente non responsabile) ottiene il rimborso dei danni direttamente dalla propria compagnia.
- La tua compagnia anticipa il rimborso: invece di dover aspettare che l’assicurazione dell’altro conducente riconosca la propria responsabilità e provveda al risarcimento, la tua compagnia assicurativa ti paga direttamente i danni, anticipando la somma dovuta.
- Danni risarcibili: l’indennizzo diretto copre generalmente:
- Danni al tuo veicolo: graffi, ammaccature, rottura di vetri, ecc.
- Danni alle cose trasportate: oggetti presenti nel tuo veicolo al momento dell’incidente.
- Lesioni lievi del conducente: ferite con invalidità permanente non superiore al 9%
Indennizzo diretto: 5 cose da sapere
1) Si applica se le due compagnie (del colpevole e della vittima) fanno parte della Card, Convenzione tra assicuratori per il risarcimento diretto, come avviene nel 90% dei casi.
2) Non richiede la firma congiunta della constatazione amichevole d’incidente sul cosiddetto Modulo blu. Scatta se il sinistro è tra due veicoli a motore, immatricolati in Italia (oppure nella Repubblica di San Marino o nello Stato della Città del Vaticano), identificati (nessuno dei due guidatori scappa dopo l’impatto) e assicurati.
3) Include i danni a cose trasportate appartenenti al proprietario o al conducente. Comprende le lesioni di lieve entità del conducente: ossia fino al 9% d’invalidità permanente.
4) In stanza di compensazione, la compagnia che ha indennizzato il proprio cliente riceve un forfait fisso dalla compagnia del responsabile del sinistro.
5) Col risarcimento diretto, le compagnie tendono a spingere il cliente danneggiato verso le carrozzerie convenzionate, a discapito delle carrozzerie indipendenti: è la canalizzazione forzata.
Perché il risarcimento diretto non funziona, 6 motivi
All’epoca, il primo obiettivo del legislatore era di far crollare i prezzi Rca. A distanza di oltre 17 anni, il risultato è un flop. A causa dell’aumento sempre più forte delle tariffe, come ormai dal 2022 (premio medio di 400 euro a maggio 2024, addirittura +6,8% in un anno), a luglio 2024 il ministero delle Imprese ha riunito i soggetti principali del settore: durante l’incontro è emersa l’esigenza di eliminare l’indennizzo diretto.
Con sentenza di rigetto 180 del 2009 (depositata in cancelleria il 19 giugno), la Corte costituzionale ha stabilito che il risarcimento diretto è facoltativo. Il danneggiato è libero: può chiedere il rimborso o alla compagnia del responsabile o alla propria.
Nel 2011, l’Antitrust ha affermato che l’indennizzo diretto non funziona: prezzi Rca troppo alti. L’auspicio del Garante era una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le compagnie.
Nel 2013, l’Antitrust ha confermato che il risarcimento diretto è un buco nell’acqua: le compagnie scaricano sugli assicurati i maggiori costi di inefficienza, senza investire sulle proprie strutture liquidative.
Si arriva alla riunione al ministero delle Imprese di luglio 2024, in cui emerge la necessità di rottamare l’indennizzo diretto.
1) L’indennizzo diretto va contro la logica: il debitore del danneggiato decide il rimborso da dargli.
2) Le compagnie tentano di controllare quanto più possibile il mercato della riparazione, spingendo il cliente fra le braccia dei carrozzieri convenzionati. Un meccanismo anti concorrenziale. Con potenziali conseguenze negative anche sulla qualità della riparazione, in quanto i convenzionati lavorano a tariffe di manodopera imposte dalle imprese assicuratrici. Viceversa, i carrozzieri indipendenti lavorano a tariffe libere.
3) Molte assicurazioni hanno la tendenza a dimenticare quanto la legge Concorrenza 2017 impone: il cliente danneggiato è libero di scegliere se rivolgersi al proprio carrozziere di fiducia indipendente, o al riparatore convenzionato. L’articolo 148, comma 11-bis del Codice delle assicurazioni, è chiaro: l’assicurato ha la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiducia.
4) Molte imprese impongono agli assicurati condizioni particolari come franchigie e penali per chi si rivolge al carrozziere indipendente. Clausole definite vessatorie per il loro contenuto e anticoncorrenziali per il loro effetto da un gruppo di associazioni: Assoutenti (consumatori), Movimento consumatori, Aiped (periti assicurativi), Unarca (avvocati), Cupsit (patrocinatori stragiudiziali), alcuni agenti assicurativi, vittime della strada, Federcarrozzieri (carrozzieri indipendenti).
5) In stanza di compensazione, le cose funzionano poco e male: se il forfait è inferiore al rimborso (come spesso accade), la compagnia alza i prezzi Rca.
6) Stando alle compagnie, le frodi Rca (sinistri inventati o gonfiati) erano e restano un grave problema: l’indennizzo diretto ha fallito anche qui. I sinistri oggetto di rilevazione (a rischio truffa) denunciati alle compagnie di assicurazione nel corso del 2023 sono 2.490.816, in aumento rispetto al 2022 dell’1%.