Incentivi auto, M5S dice no al rifinanziamento del bonus esaurito
I pentastellati contro il mondo dell’auto che chiede di rifinanziare gli incentivi per la fascia di CO2 91-110 g/km, per non vanificare gli effetti della ripresa di settembre. Dai grillini arriva un secco no ad ipotesi di rifinanziamento.
Il mondo dell’auto celebra il successo degli incentivi ma i confortanti dati di settembre rischiano seriamente di essere un fuoco di paglia perché i bonus per le auto più richieste con emissioni comprese fra 91 e 110 g/km sono già esauriti e non verranno rifinanziati. Da più versi il mondo dell’auto e le associazioni di categoria hanno richiesto a gran voce un rifinanziamento di quel bonus, magari attingendo dai fondi per le altre fasce che ancora godono di un ampio portafoglio, per non vanificare quanto di buon è stato fatto soprattutto nel mese di settembre (+9,5%).
Rifinanziamento incentivi auto esauriti
Il rifinanziamento degli incentivi auto esauriti non è all’ordine del girono e rischia di non esserlo mai a causa delle posizioni ideologiche del Governo e soprattutto del Movimento 5 Stelle. I grillini hanno tuonato ribadendo un no secco ad ipotesi di rifinanziamento.
Secondo loro è impensabile finanziare l’acquisto di auto benzina e diesel, anche se di ultime generazioni e poco inquinanti.
Meglio destinare quei soldi per finanziare l’acquisto di auto cosiddette green elettriche e ibride plug-in che al momento sono alla portata di élite di automobilisti e non per tutti, nonostante gli svariati Ecobonus. Inoltre va ricordato ai grillini che le auto elettriche e ibride plug-in già godono di un ampio fondo inutilizzato e che nonostante la ripresa di settembre il mercato auto dopo i primi 9 mesi registra un tonfo del -25%.
Movimento 5 Stelle: “no irremovibile a ipotesi di rifinanziare gli incentivi”
“È assolutamente inaccettabile per il Movimento 5 Stelle, ancora peggio se questi fondi dovessero essere sottratti agli incentivi per l’acquisto di auto elettriche o ibride – dichiarano in una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle nelle commissioni, Attività produttive, Ambiente e Trasporti – la politica, e le forze di maggioranza in particolare devono essere coerenti con gli obiettivi che ci siamo dati: incentivare l’acquisto di auto meno inquinanti e in particolare l’elettrico, significa dare una spinta alla riconversione ecologica della nostra economia e al tempo stesso migliorare l’aria delle nostre città e dunque tutelare la salute dei cittadini.
Se nei precedenti provvedimenti si è provveduto a sostenere anche l’acquisto di alcuni modelli diesel e benzina per consentire ai concessionari di liberarsi dei modelli rimasti invenduto durante il lockdown, ora questa esigenza è stata in gran parte soddisfatta.
Il nostro no all’ipotesi di rimettere fondi per incentivare l’acquisto di questi modelli è irremovibile: è il momento di decidere da che parte stare e di spingere con determinazione e coerenza verso una mobilità e un’economia sempre più libere dalle fonti energetiche fossili”.
UNARE: “l’esaurimento dei fondi, rischia di riportare in depressione il mercato auto”
“I dati sulle immatricolazioni del mese di settembre, finalmente positivi, equivalgono a una cartina di tornasole che conferma l’efficacia della politica degli incentivi come strumento necessario per superare una crisi di mercato straordinaria – sottolinea Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.
Gli incentivi al mercato dell’auto varati dal Governo stanno fornendo quella necessaria boccata di ossigeno per superare una fase estremamente negativa, che purtroppo non è e non sarà di breve durata. Togliere l’ossigeno quando la fase acuta non è terminata, equivale a riaccendere la crisi e così rendere vani gli sforzi economici che lo Stato e le stesse Case automobilistiche hanno fatto per sostenere il mercato, finora con risultati confortanti.
Demandare il problema della prosecuzione degli incentivi alla prossima Legge di Bilancio, le cui norme entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2021 – sottolinea Crisci – significa creare un pericoloso buco di alcuni mesi, che porterebbe il mercato a una depressione certa, per superare la quale potrebbero non essere più sufficienti le risorse assegnate dal bilancio dello Stato del 2021.
Un mancato rifinanziamento agli incentivi danneggerebbe il mercato e sarebbe un clamoroso errore strategico da parte del nostro Paese – conclude Crisci – per comprenderlo basta evidenziare come, confrontando i dati di oggi con quelli del settembre 2019, la crescita dell’immatricolato dei veicoli rientranti nelle diverse fasce incentivate, inclusa la 91-110 g/Km, abbia comportato una diminuzione consistente pari all’11% delle emissioni complessive di CO2.
Da sottolineare, infine, che le vendite aggiuntive per i soli privati hanno generato un incasso per lo Stato di oltre 100 milioni di € di IVA, più che ripagando per esempio solo il valore degli incentivi nella fascia 91-110”.
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