Incentivi auto europei nel 2025: le criticità, pro e contro
L'UE valuta ecobonus centralizzati per le auto europee, ma la prima bozza del Piano d’Azione risulta deludente rispetto alle aspettative.

Secondo voci insistenti, Bruxelles studia incentivi auto Made in Europe da marzo 2025: l’UE sarebbe la cabina di regia unica, per determinare il fondo totale e i singoli importi dei bonus. La Reuters ha visionato la prima bozza del Piano d’Azione UE per l’auto, che sarà presentato il 5 marzo 2025, delude le attese. È il frutto del Dialogo strategico con Case, fornitori e associazioni: poi, servirà l’ok del Parlamento e del Consiglio, nell’ambito del Trilogo UE.
Incentivi auto europei piano UE contro la crisi
Le regole prevedono incentivi paneuropei al posto dei singoli bonus di ogni Stato, che non hanno dato i frutti sperati: “gettoni” corposi, forti sconti, direttamente da Bruxelles anziché di volta in volta da Roma, Berlino, Parigi e così via. Con un fondo di lunga durata, al contrario di quelli locali che finivano in un batter d’occhi.

Si parla genericamente di requisiti di contenuto locale per la produzione di batterie per auto elettriche. Più gli accumulatori saranno Made in UE, maggiori i sussidi a favore delle aziende. Questo per proteggere il più possibile dall’invasione delle batterie cinesi, super efficienti e poco costose. Si tenga presente che in media il 35% del costo di un’elettrica è dato dalla batteria: è il dato di partenza della Commissione. Un controllo analogo per le componenti delle elettriche: sì a parti Made in UE, il più possibile.
Si punta sulle flotte elettriche. Bonus per le società che compreranno o prenderanno a noleggio lungo termine full electric. Il presupposto è che ogni 100 auto nuove, 60 sono aziendali.
Auto elettriche esentate dai pedaggi autostradali più altri sussidi
L’UE collaborerà coi 27 Paesi per valutare il modo migliore di incentivare gli acquisti delle BEV e le opzioni di finanziamento. Tutti i mezzi pesanti elettrici saranno esentati da pedaggi autostradali. Inoltre è previsto il supporto UE alle aziende che producono batterie in uno dei 27 Paesi. Sussidi alle società straniere se siano in partnership con quelle UE per consentire la condivisione di competenze e tecnologia. La Commissione intende proporre condizioni per gli investimenti esteri in entrata nel settore automobilistico. L’organo esecutivo UE esaminerà anche il supporto finanziario per gli impianti di riciclaggio delle batterie.
Multe alle Case: nessuno sconto
Invece, almeno in questa bozza, nessun riferimento alle multe UE di 16 miliardi di euro nel 2026 alle Case che hanno prodotto auto troppo inquinanti nel 2025.
L’Anfia molto dura: bocciatura totale
Il comunicato diffuso dall’Anfia, l’associazione italiana della filiera, la dice lunga: “Con grande rammarico e stupore riscontriamo l’assenza, nel documento preliminare circolato della Commissione, delle misure ritenute essenziali per il nostro settore e degli interventi urgenti e necessari di cui da mesi discutiamo con la Commissione europea”, sostiene il presidente Roberto Vavassori.
Rapporto Draghi dimenticato
La bozza del Piano non riflette le richieste avanzate dall’intero settore al tavolo di confronto voluto dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “È incomprensibile, per la nostra filiera, che la Commissione non stia andando nella direzione necessaria all’industria, così come indicato dal Rapporto di Mario Draghi nei suoi ripetuti interventi su questo tema”, evidenzia Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia e vicepresidente Clepa. “Meglio continuare il confronto costruttivo e accogliere finalmente il contenuto minimo per mantenere il settore vitale in Europa. Non dobbiamo avere paura di cambiare la rotta tracciata dalla scorsa legislatura europea non solo perché non si è rivelata vincente, ma anche perché, nel frattempo, lo scenario mondiale è cambiato”. Secondo l’Anfia, non c’è “un ridisegno complessivo del percorso della transizione alla decarbonizzazione della mobilità” con l’adozione del principio di neutralità tecnologica invocato anche dal Rapporto Draghi. Manca l’apertura verso “l’utilizzo dei carburanti di origine non fossile a basso o nullo contenuto carbonico”.
E l’energia?
“È necessario focalizzare il piano di ricerca europeo sul tema dell’energia, anche per la mobilità, contemplando quindi nuove chimiche e sistemi costruttivi per le batterie da realizzare in Europa”, prosegue l’Anfia. Serve “ridurre in maniera consistente il divario del costo dell’energia della nostra filiera rispetto ai concorrenti internazionali”. Urge un progetto “decennale di rinnovo del parco circolante UE secondo i criteri di basse o nulle emissioni attraverso uno schema concreto e coordinato che consenta, entro il 2035, di ridurre in maniera sostanziale le emissioni di CO2, vero obiettivo della decarbonizzazione della mobilità”. Necessarie la semplificazione della “bulimia regolatoria europea” e l’adozione di “misure di politica commerciale che evitino distorsioni o ritorsioni da parte di altri Paesi”.
Tempistica, quando arrivano
Anzitutto, la Commissione non dice quale sia la copertura finanziaria per tutti gli incentivi paneuropei. Risorse necessarie oggi come non mai, tanto più che l’UE a quanto pare intende combattere contemporaneamente tre guerre commerciali e politiche contro Cina, Russia e USA, mentre fa i conti col conflitto in Ucraina.

Bizzarro inoltre che manchi un qualsiasi riferimento all’elemento chiave: la creazione di colonnine veloci, con una distribuzione omogenea in UE. In ogni caso, siamo a livello di bozza, alle battute iniziali. Infine, ignote le tempistiche di attuazione di eventuali misure per l’auto, col Trilogo che in passato non ha mai brillato per velocità d’esecuzione, specie rispetto a Pechino, Mosca e Washington.
Leggi anche:
→ Motori benzina e diesel anche dopo il 2035
→ Stop vendita auto termiche dal 2035
→ Crisi nel settore automotive
→ Lavoro nel settore automotive
→ Cosa ne pensi? Fai un salto sulla discussioni sul FORUM!