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Dal Governo sullo stop del motore termico 2035 ed Euro 7

Al Senato si discute su come salvaguardare i livelli produttivi, la tenuta occupazionale del settore e assicurare la riconversione della filiera. Una filiera dell'automotive che rappresenta circa il 20 per cento del PIL italiano, con quasi 70.000 lavoratori tra case automobilistiche, fornitori di componenti e allestitori. Quesiti e risposte, la posizione Stato Italiano e l'ultima spiaggia della clausola di revisione.

Riportiamo le attività in corso in aula al Senato nella seduta n. 042 del 23/02/2023 dove si è parlato del futuro e delle prospettive della filiera industriale dei veicoli a motore con lo stop del motore termico 2035 con una interrogazione dell’On. Matteo Gelmetti membro della 5ª Commissione permanente (Bilancio)

Senato della Repubblica Al Senato si discute della problematica stop 2035 ai motori termici ed Euro 7
Al Senato si discute della problematica stop 2035 ai motori termici ed Euro 7

Ricordiamo che nel giro di pochi mesi la Commissione europea ha emanato 3 proposte di regolamento che riguardano l’automotive; il 14 febbraio 2023 il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la proposta di regolamento della Commissione europea che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri nuovi. Gli obiettivi sono che entro il 2030 ci sia la riduzione del 55% delle emissioni dei gas serra delle automobili e del 50% di quelle dei veicoli commerciali rispetto ai valori riscontrati nel 1990; entro il 2035 il taglio delle emissioni pari al 100%, il che equivale allo stop della produzione e della vendita di automobili e veicoli commerciali con motore a benzina, gasolio e ibrido.

La Commissione europea nella stessa del 14 febbraio ha, inoltre, avviato l’iter di revisione del regolamento per le emissioni di CO2 anche per i veicoli pesanti adibiti al trasporto di merci e persone (autobus e camion) fissando zero emissioni dal 2030 per i bus che circolano in città, una riduzione del 45% per i veicoli commerciali che deve arrivare al 90% a partire dal 2040.

Euro 7

EURO 7 – Terzo obiettivo che impatterà sull’industria automotive è quello relativo alla proposta di regolamento europeo per le omologazioni dei veicoli leggeri e pesanti (Euro 7), la quale prevede limiti più stringenti di emissioni inquinanti per tutti i veicoli a motore, autovetture, furgoni, autobus e autocarri, riuniti in un unico contesto normativo, e fissa gli stessi limiti indipendentemente dal fatto che il veicolo utilizzi benzina, diesel, propulsione elettrica o combustibili alternati; per la prima volta, dunque, la normativa si applicherà anche ai veicoli elettrici, in quanto non prende solo in considerazione le emissioni allo scarico, ma anche il pulviscolo generato da pneumatici e freni;

Quali iniziative intende intraprendere il Governo per salvaguardare i livelli produttivi, la tenuta occupazionale del settore e assicurare la riconversione della filiera?

Premesso che la filiera dell’automotive rappresenta circa il 20 per cento del PIL italiano, con quasi 70.000 lavoratori tra case automobilistiche, fornitori di componenti e allestitori; grande è la preoccupazione espressa da tutto il mondo dell’industria oltre che dalle imprese produttrici di auto, per i rischi e le ricadute in termini occupazionali della messa al bando in Europa dei motori endotermici, si chiede di sapere quali iniziative intenda intraprendere il Governo per salvaguardare i livelli produttivi, la tenuta occupazionale del settore e assicurare la riconversione della filiera“.

INTERVENTO MATTEO GELMETTI (FdI).

Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, nell’ultimo periodo l’Unione europea si è molto occupata del settore automotive e il 14 febbraio è stato un giorno particolare, perché diversi provvedimenti sono diventati anche qualcosa di più concreto, in quanto proprio il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il noto taglio della produzione di motori endotermici, fissando al 2035 la cessazione della fabbricazione di automobili a motore endotermico, ponendo anche degli altri limiti intermedi: nel 2030 la produzione dev’essere ridotta del 55 per cento e sempre nel 2030 dev’essere ridotta del 50 per cento per quanto riguarda i veicoli commerciali leggeri, ponendo poi il limite definitivo nel 2035.

Matteo Gelmetti membro della 5ª Commissione permanente (Bilancio) F.lli Italia
Matteo Gelmetti membro della 5ª Commissione permanente (Bilancio) F.lli Italia

Ancora il 14 febbraio, la Commissione europea ha avviato un iter di revisione del regolamento delle emissioni di CO2 anche per i veicoli più pesanti, sia quelli che trasportano merci (i camion), sia quelli che trasportano le persone (autobus e pullman), ponendo anche qui dei limiti importanti, perché nel 2030 si dovrà raggiungere l’impatto zero nelle città, mentre per quanto riguarda il traffico extraurbano ci dev’essere una riduzione del 45 per cento, arrivando poi alla data del 2040, quando ci dovrà essere una riduzione del 90 per cento in tutto il territorio.

L’ultimo provvedimento che l’Unione europea ha incardinato concerne la regolamentazione delle omologazioni relativamente agli euro 7 e questa riguarda tutti i tipi di veicoli (automobili, furgoni, autobus e autocarri) e ne fissa i limiti indipendentemente dalla motorizzazione, quindi anche con riguardo alle auto elettriche. Questi limiti vanno a misurare il pulviscolo generato dal consumo delle ruote lungo la strada e anche dall’utilizzo più o meno importante dei freni.

Capiamo bene quindi che, per quanto riguarda l’Italia, ma tutta l’Europa, il settore dell’automotive è sempre stato un fiore all’occhiello e ha veicolato il prodotto italiano ed europeo nel mondo.

Per quanto riguarda l’Italia, la filiera dell’automotive rappresenta il 20 per cento del PIL e 270.000 addetti, più famiglie.

Voglio chiedere dunque al ministro Adolfo Urso che cosa il Ministero sta facendo per un settore importante per l’Italia e per l’Europa. (Applausi).

La riposta del Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo URSO

Ringrazio innanzitutto per l’interrogazione, che pone al centro quella che dovrebbe essere finalmente una visione di politica industriale italiana ed europea, che purtroppo negli anni è mancata.

Dipendenza tecnologica dalla Cina

Noi abbiamo intenzione, innanzitutto, di affrontare la questione in maniera pragmatica, con una visione concreta della realtà, anche e soprattutto alla luce dei grandi avvenimenti – prima la pandemia, con le conseguenze sulla catena di valori industriali e poi la guerra tra Russia e Ucraina che ha svegliato le coscienze sulla dipendenza energetica dalla Russia – per evitare che si passi dalla dipendenza energetica da carbon fossile dalla Russia alla dipendenza tecnologica dalla Cina, quindi dalla padella alla brace.

Batteria a 800 V Porsche Taycan elettrica
Per il litio e le batterie elettriche dipendiamo ancora fortemente dai paesi orientali.

Per fare questo in merito ai dossier che lei ha prima evidenziato, senatore Gelmetti, intendiamo avere un rapporto forte e significativo affinché la Commissione capisca che deve coniugare le esigenze della transizione ecologica – che tutti condividiamo negli obiettivi – alle modalità e alle tempistiche con le quali davvero le imprese e il sistema sociale italiano ed europeo possono riconvertirsi e diventare competitivi anche nella nuova era.

Adolfo URSO Ministro delle imprese e del made in Italy
Adolfo URSO Ministro delle imprese e del made in Italy

Euro 7 e CO2 mezzi pesanti, intervento sulla Commissione UE

Per quanto riguarda in modo specifico i dossier che sono ancora in campo – quello riguardante l’euro 7 e la CO2 per i mezzi pesanti, andremo a un rapporto serrato con la Commissione. Ne ho parlato l’altro giorno con il ministro e vice cancelliere tedesco Habeck e ne parlerò la prossima settimana con Le Maire, perché abbiamo una comune visione su come affrontare in maniera più semplice e più pragmatica questi dossier.

Ulteriori speranze nel nuovo Parlamento Europeo e nuova Commissione UE nel 2024

Se la Commissione non accoglierà le nostre ragioni, penso che i dossier passeranno alla prossima Commissione, quella che nascerà nel 2024 in un clima del tutto diverso, e al Parlamento che nascerà dal voto dei cittadini nel 2024. Ci siamo infatti già resi conto il 14 febbraio di come si faccia largo anche nell’attuale Parlamento europeo, eletto in un’altra epoca, la consapevolezza di quanto sia necessario adeguare i tempi della riconversione ecologica con quelli della transizione industriale.

Di conseguenza, l’altra tappa importante – lo sottolineo al Paese – è quella del 2026, con la clausola di revisione, quando ci sarà un altro Parlamento europeo, che sarà più consapevole delle esigenze delle imprese e dei cittadini europei e un’altra Commissione europea che non avrà quella visione ideologica di qualche anno fa, che perdura, malgrado la realtà incombente ci abbia fatto prendere atto della questione.

Non possiamo soggiacere alle visioni imperiali che si manifestano anche attraverso la tecnologia e l’accaparramento di materie prime: a tal proposito, abbiamo aperto un tavolo al Ministero sulle materie prime critiche, perché riteniamo che dalle materie prime alla lavorazione di quelle che servono alla duplice transizione e alla tecnologia, l’Italia e l’Europa debbano puntare all’autonomia strategica.

Incentivi dell’auto flop sull’auto elettrica

Infine, un dato emblematico riguarda gli incentivi. I risultati di questi mesi ci dicono che gli incentivi finiscono in misura significativa alla grande azienda Stellantis, con la quale abbiamo un rapporto e un confronto in atto: si tratta di circa il 40 per cento, in gran parte per macchine autorealizzate da Stellantis fuori dall’Italia.

Fiat 500 elettrica premio Best Cars 2023
La Fiat 500e con motorizzazione elettrica 100% viene interamente prodotta a TORINO.

Nel contempo, mentre gli incentivi per i motori endotermici, per i motori tradizionali o comunque ibridi, sono molto appetibili, gli incentivi disposti per le auto elettriche sono poco richiesti, perché le auto elettriche continuano a essere troppo costose in Italia e non si è ancora completata la mappa necessaria delle ricariche nel Paese (ne abbiamo 36.000, rispetto alle 90.000 della piccola Olanda). Di fatto, questo non riesce a far crescere il mercato delle auto elettriche nel nostro Paese, le quali comunque – lo sottolineo – oggi, per la mancata visione industriale dei Governi precedenti, in gran parte sono prodotte all’estero. (Applausi).

Lo stabilimento della Stellantis a Mirafiori Torino dove viene prodotta la 500 elettrica.

GELMETTI (FdI). Signor Ministro, la ringrazio, perché le parole che lei ha oggi espresso in quest’Aula rassicurano – come dicevo prima – un settore strategico, i suoi 270.000 addetti e le loro famiglie. Ma rassicurano anche gli italiani, perché oggi capiscono che al Governo ci sono Ministri che creano uno Stato stratega, che vuole creare una politica industriale che faccia gli interessi degli italiani, dei prodotti e dei servizi italiani. Quindi la ringrazio e le auguro buon lavoro. (Applausi).

Considerazioni finali

Plausi al Governo italiano che si sta attivando e speriamo in un rinsavimento della Commissione Europea con una modifica rapida che consenta un passaggio graduale alle motorizzazioni green meno impattante sull’occupazione e sulla filiera produttiva. Ultima spiaggia sarà la nuova Commissione, quella che nascerà nel 2024 e la filiera confida nel Parlamento Europeo che nascerà dal voto dei cittadini nel 2024.

E in tutto questo, i SINDACATI italiani dove sono? MUTI.

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