Giacimenti di litio italiani scoperti nel Lazio
Nel sottosuolo di Viterbo si cercano giacimenti di litio, il nuovo petrolio bianco fondamentale per il passaggio all’elettrico che è disponibile e presente anche nel sottosuolo italiano
Il petrolio del nuovo millennio non è più nero ma bianco, ovvero il colore del litio, una delle materie prime indispensabile per attuare la transizione energetica. Il prezioso materiale bianco, il litio, è infatti l’elemento principale necessario nella produzione delle batterie per auto elettriche e ibride plug-in. I maggiori giacimenti al mondo dell’oro bianco si trovano in Argentina, Bolivia e Cile.
Tracce di litio sono state individuate anche in Italia, più precisamente nell’alto Lazio, in provincia di Viterbo, dove la società Energia Minerals Italia, facente parte del gruppo australiano Altamin, ha individuato una vasta area che nel sottosuolo potrebbe contenere il litio.
La Cina è la padrona assoluta del cosiddetto petrolio bianco, potendo contare sul 60% della trasformazione del litio e del 90% delle terre rare. A conti fatti è quella che più ci guadagna nella svolta green dell’Europa, che dal canto suo prova a recuperare terreno scandagliando il proprio territorio, alla ricerca del prezioso litio.
Giacimenti di litio scoperti nel Lazio
Nel Lazio, a pochi passi da Roma, sembrerebbe esserci una vera e propria miniera di oro bianco, ovvero di litio. A scoprirla è stata la società Energia Minerals Italia che ha individuato un importante quantità di litio nel sottosuolo del comune di Viterbo, più precisamente nella Tuscia, tra Cesano ed Anguillara Sabazia. Per questo la Regione Lazio ha recentemente attribuito tre permessi di ricerca (Cesano, Campagnano e Galeria) per il possibile sfruttamento del litio in fluidi geotermici.
Dove è il litio in Italia
I depositi di litio in Italia, limitati all’arco alpino (Alto Adige) e all’Isola d’Elba (Toscana), difficilmente potranno dare luogo ad attività minerarie per la loro ubicazione in contesti ad alto valore naturalistico.
“Ben diverso – spiega il ricercatore del Cnr Andrea Dini – è invece il potenziale per il litio in giacimenti non convenzionali. Un recente review scientifico ha individuato due fasce molto promettenti per il ritrovamento di litio in fluidi confinati in reservoir profondi. La prima fascia comprende le zone vulcanico-geotermiche peritirreniche (Toscana-Lazio-Campania) dove in passato sono stati intercettati fluidi ad alta entalpia con concentrazioni di litio fino a 480 mg/l. La seconda fascia occupa la zona al fronte della catena appenninica (da Alessandria a Pescara) dove sono presenti giacimenti di idrocarburi, oltre ad alcune manifestazioni termali di bassa entalpia con contenuti in litio fino a 370 mg/l“.
Dove si trova il litio nel Lazio
A Viterbo l’area interessata alla ricerca copre in tutto 5.121 ettari, da nord e sud del capoluogo. Al momento il programma di ricerca prevede solo attività di raccolta dati provenienti da indagini passate. Negli anni Settanta, infatti, nell’area sono stati realizzati 5 pozzi destinati alla ricerca di acqua ad alta pressione per generare elettricità. L’obiettivo ora è valutare le potenzialità delle brine geotermiche per la produzione di litio commerciale. Saranno impegnati 3 geologi nell’arco di due anni.
Un’altra ricerca di litio è in corso a Nepi (1200 ettari), mentre un’altra istanza tra Latera e Valentano (913) non è stata autorizzata.
L’area individuata per la ricerca è quella identificata con “Cesano”, che si trova nella regione vulcanica dei monti Sibillini nei pressi del lago di Bracciano, più precisamente nel Comune di Campagnano di Roma. E’ stata l’Enel nel 1975 a scoprirla durante lo scavo del pozzo “Cesano 1”, precisamente a 1.390 metri di profondità dove alla temperatura di circa 200°C ha rinvenuto un contenuto di litio pari a 350-380 mg/L.
Miniera di litio nel Lazio
La società Energia Minerals Italia, con l’autorizzazione dalla Regione Lazio, continua nella sua ricerca del litio nel Lazio potendo anche contare sull’esclusione della valutazione di impatto ambientale.
In caso di esito positivo di questa fase preliminare, la società prevede di effettuare ulteriori attività di ricerca, tra cui l’uso di tecnologia aerotrasportata Lidar per la definizione di strutture geologiche che potrebbero contenere litio a tenori di interesse economico. Per il momento la Società ha escluso l’uso di modalità di esplorazioni invasive.
C’è anche la controllata italiana di Vulcan ad aver ottenuto un primo permesso per cercare la materia prima (anche) nelle salamoie geotermiche del Lazio. Vulcan è la società tedesca che ha recentemente firmato un accordo con Stellantis per fornire, a partire dal 2026, fino a 99mila tonnellate di idrossido di litio.
Miniera di litio più grande in Europa
Tutti vogliono partecipare alla corsa all’oro bianco; la Francia, ad esempio, ha annunciato che entro il 2027 con il progetto “Emili” aprirà una delle più grandi miniere di litio in Europa. Si tratta del piano di estrazione annunciato dal gruppo leader mondiale Imerys a Echassiéres, nel centro del Paese.
La miniera è situata nei pressi della foresta delle Colettes, tra i dipartimenti dell’Allier e del Puy-de-Dome, dove c’è già un giacimento detto anche “de Beauvoir” (dal nome della società che la gestiva in passato) dove vengono estratti ogni anno tra le 25mila e le 30mila tonnellate di caolino.
Leggi anche:
→ Auto elettriche da comprare selezionate e provate
→ Prezzi e caratteristiche auto elettriche
→ CALCOLO TEMPO di RICARICA AUTO ELETTRICA
→ Costo ricarica auto elettrica
→ Video prove AUTO ELETTRICHE
Le prove di nuove auto elettriche
→ EV Driving tutto su auto elettriche e ibride
→ Cosa ne pensi? Fai un salto sulla discussioni sul FORUM!