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Fase 2 Covid-19 riapertura automotive, fabbriche e concessionarie auto

Ecco chi riapre, quali fabbriche auto ed attività collegate al settore automotive con l'inizio della Fase 2 del Coronavirus si rimettono in moto. La ripartenza in Italia, in Europa e nel resto del mondo Cina e USA concessionarie comprese

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ufficializzato l’ingresso nella Fase 2 del Coronavirus dal 4 maggio con il nuovo DPCM del 26 aprile. E da questa data sono molte le attività che riprendono, seppur a rilento, anche nel settore automotive e tutti gli attori della filiera come la produzione e vendita: tra queste protagoniste le fabbriche d’auto alcune delle quali si erano anche trasformate ed organizzate per produrre dispositivi di protezione al virus. Scopriamo nel dettaglio in che modo e quando avviene la riapertura in Italia, Europa e nel mondo.

Fabbriche auto in Italia riapertura Fase 2

Dal 4 maggio si assisterà ad una graduale riapertura di maggior parte dei servizi e strutture, tra cui le fabbriche d’auto, in un settore duramente colpito nel primo trimestre 2020 con uno drastico calo ed una continua ed affannosa ricerca per combattere la crisi nelle vendite come i tentativi di utilizzare piattaforme on line per raggiungere i propri clienti.

Le riaperture dal 4 maggio riguarderanno i cantieri privati, le attività all’ingrosso e tutto il settore automotive con riavvio graduale non solo per le fabbriche auto dell’ingrosso ma anche per shoroom e concessionarie.

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Il gruppo FCA ha riaperto le fabbriche per la produzione di Ducato, 500 elettrica e produzione della componentistica

Il gruppo FCA ha già riaperto le proprie fabbriche per la produzione del Fiat Ducato alla Sevel ed i reparti per la produzione della componentistica degli stabilimenti di Melfi, Pomigliano e Termoli. Via libera anche per la produzione della nuovissima 500 elettrica presentata in maniera virtuale al Salone dell’Auto di Ginevra 2020.

Riapertura fabbriche auto in Europa

La situazione delle fabbrica auto in Europa è ben diversa da quella in Italia. Groupe PSA ha comunicato che la produzione riprende gradualmente tra il 4 e l’11 maggio, tenendo conto del contesto commerciale (deconfinamento, riapertura dei rivenditori e situazione commerciale di ciascun modello). Le fabbriche PSA in Francia riaprono i battenti l’11 maggio.

In altri paesi, come la Germania, la riapertura delle fabbriche auto è già avvenuta gradualmente: il 6 aprile infatti erano tornate operative le sedi di Brunswick e Kassel insieme ad altri stabilimenti specializzati nella produzione della componentistica.

Fabbrica Volkswagen auto
Fabbrica Volkswagen che ha riaperto le proprie fabbriche il 20 aprile

Dopo è toccato, il 20 aprile, al polo tedesco di Zwickau – in cui viene prodotta l’auto elettrica promotrice della nuova era VW, la: Volkswagen ID.3 (presente in foto qui sotto) – e Bratislava (Slovacchia).

Dal 27 aprile hanno ripreso a lavorare gli stabilimenti del marchio di Wolfsburg in tutte le restanti zone di Germania, Portogallo, Spagna, Russia e Stati Uniti. Il marchio tedesco ha potuto riaprire in anticipo le produzioni grazie all’esperienza acquisita durante la gestione delle attività post-lockdown nei poli cinesi, dove attualmente sono attivi 32 dei 33 stabilimenti senza alcuna registrazione di contagi.

La Spagna – colpita anch’essa molto duramente dalla diffusione del Coronavirus – ha riaperto le fabbriche auto il 20 aprile. La produzione avverrà a ritmi diversi dal solito che saranno composti da un solo turno di lavoro e tutte le misure cautelative saranno rispettate per garantire la sicurezza dei dipendenti.

Da Göteborg, città svedese, è arrivato il 20 aprile il via libera per la riapertura delle fabbriche auto della Volvo sia in Svezia che in Belgio. La produzione sarà graduale: si passerà con l’apertura di siti per la produzione della componentistica per poi passare alla produzione di auto. Per arrivare ad una produzione pari a quella pre-emergenza ci vorrà ancora un po’.

Fase 2 riapertura fabbriche auto Cina e Stati Uniti

Con la Fase 2 anche nel resto del mondo c’è la riapertura delle fabbriche che avviene in modo scaglionato tra Cina e Stati Uniti.

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Fabbrica Tesla, Stabilimento di Freemont (CA)

Partendo dall’estremo oriente vediamo come è la riapertura in Cina da cui è nata l’epidemia. La Cina, o ‘Zhōngguó’ (letteralmente in cinese Centro del Mondo), è stato il primo paese al mondo a riaprire gradualmente le proprie fabbriche auto: BMW ha riavviato la produzione nell’impianto di Shenyang già lo scorso 17 febbraio, così come Volvo, Toyota, Ford, Nissan e Toyota ed il gruppo FCA hanno riaperto tutti i loro stabilimenti presenti sul territorio cinese.

Anche Tesla ha riaperto la Gigafactory a Shanghai che produce le Model 3 dal 10 febbraio costruendo 3 mila unità. Rimanendo sempre a parlare del marchio di Elon Musk, in territorio americano la situazione è ben diversa rispetto quella cinese. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Bloomberg, è stata inviata una richiesta di rientro al lavoro anticipato rispetto al 3 maggio ai lavoratori della fabbrica auto Tesla in Fremont che è avvenuto il 29 aprile andando così ad infrangere la data di lockdown imposta dalla Contea di Alameda dove si trova la factory americana.

Apertura porte Opel Vivaro-e elettrico
Apertura porte vano posteriore di un Opel Vivaro-e elettrico

Secondo alcune fonti, General Motors e Ford attenderanno la fine del lockdown previsto fino al 4 maggio prima di tornare alla riapertura delle proprie fabbriche auto ma stanno già iniziando ad avvisare tutti i loro operai per un immediato rientro.

Gli Stati Uniti sono una zona molto vasta ed i contagi variano da stato a stato. Alcuni di questi, soprattutto quelli del sud, sono pronti ad allentare le misure di isolamento e altri sono ancora alle prese con un numero elevato di contagi. Sulle Case di Detroit pesa anche l’opposizione del sindacato UAW (United Automobile Workers): per il presidente Rory Gamble è troppo azzardato e prematuro riaprire gli stabilimenti all’inizio di maggio perché non è possibile garantire la necessaria tutela della salute dei lavoratori.

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