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Nuovo nucleare sostenibile, la legge per produrre l’energia elettrica con i nuovi mini reattori

Il costo dell’energia è alle stelle e il Governo ha approvato una legge delega sul nuovo nucleare sostenibile. I primi reattori saranno operativi entro il 2030.

Nel nostro Paese torna di moda il nucleare, come sempre accade durante le crisi energetiche. C’è un dato che agita i mercati e i vertici delle aziende di ogni dimensione: il prezzo del gas vola attorno a 57 euro per MWh (Megawatt-ora). Più l’industria è energivora, più ne soffre, come ricordò anche l’allora CEO Stellantis Carlos Tavares a proposito delle criticità del settore automotive in un’infuocata audizione parlamentare di ottobre 2024: “In Italia, il costo dell’energia è molto elevato, è doppio rispetto a quello della Spagna, e questo è uno svantaggio notevole. Non so perché succeda, ma è un fattore che dobbiamo considerare“. Insomma, abbiamo sempre più bisogno di energia elettrica, soprattutto in futuro con la transizione elettrica ed il passaggio alla mobilità verso l’auto elettrica.

Nucleare sostenibile in Italia

Il 28 febbraio 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato una legge delega al Governo sul nuovo nucleare sostenibile per centrare cinque target: disciplinare la produzione di energia attraverso i nuovi moduli, smantellare le vecchie centrali, gestire rifiuti e combustibile esaurito, effettuare ricerca e sviluppo su energia da fusione, riorganizzazione competenze e funzioni.

Mini reattore nucleare SMR (Small Modular Reactor) per la produzione di energia elettrica
Mini reattore nucleare SMR (Small Modular Reactor) per la produzione di energia elettrica

Il nucleare andrà in parallelo alle fonti rinnovabili per raggiungere i traguardi della decarbonizzazione. Ambizioso il programma, che prevede il nucleare di terza e quarta generazione: protagonisti i mini reattori Small Modular Reactors (SMR) adattabili a vari contesti, e trasportabili in piccoli container.

Mentre privati e aziende fanno i conti con bollette di luce e gas astronomiche, con pesanti ripercussioni sull’industria auto, molto energivora, questo è il momento giusto per proporre novità in tema di nucleare: si cercano soluzioni per ridurre le spese di famiglie e imprese, e per rendersi indipendenti dai Paesi esteri (Russia, USA e altri).

Tempistiche, quando arriva il nucleare in Italia

Premesso che i cassetti del Parlamento sono stracolmi di disegni legge pieni di polvere e dimenticati da tutti, comunque – se tutto filerà liscio a Camera e Senato – la normativa sul nucleare pulito sarà realtà. A quel punto, il governo adotterà una serie di decreti legislativi entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge attraverso la stesura di un Programma nazionale. Passerà parecchio tempo prima di vedere qualche eventuale risultato concreto: si mira ai primi mini reattori nel 2030. Da valutare sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio dei nuovi moduli. Con l’istituzione di un’autorità indipendente che vigili sulla sicurezza dei progetti. Inoltre, si individueranno nuovi tecnici del settore, e i “benefici per i territori interessati”, dice la nota ufficiale.

Chi vorrà i reattori nel proprio territorio? Diverrà protagonista l’acronimo NIMBY (Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”): la protesta da parte di membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante nel proprio territorio. Magari quelle stesse persone non si opporrebbero alla realizzazione di tali opere in un altro luogo per loro meno importante. Il 13 dicembre 2024, il Consiglio regionale del Veneto ha respinto l’ipotesi di localizzare un reattore nucleare SMR a Marghera. Dopo 13 anni di procedure, non è ancora stato localizzato un deposito per rifiuti radioattivi.

C’è chi è contro il Nucleare

Dato lo spazio alle idee del Governo, ecco invece cosa ne pensano gli ambientalisti: “Decisione antistorica e ideologica, che vuole rallentare la rivoluzione energetica del Paese”. Così centri di ricerca e fondazioni ultra green. Le centrali nucleari a fissione, anche se aggiornate e meno grandi, sarebbero vecchie e in declino perché molto costose e perché generano rifiuti altamente radioattivi e pericolosi per migliaia di anni. Bocciate da due referendum, generano elettricità che, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, costa più del triplo di quella prodotta con il solare e l’eolico. Nel frattempo che si fa? Ecco il decreto.

Dunque, visti i tempi lunghissimi sul nucleare con la battaglia in Parlamento che si annuncia asperrima, che si fa nel frattempo per arginare il caro bollette? C’è il decreto Energia varato nel Consiglio dei Ministri di oggi. Stanziati 3 miliardi di euro. Di cui 1,6 miliardi per le famiglie e 1,4 sul sistema imprese. Per il 2025, riconoscimento di un contributo straordinario del valore di 200 euro sulle forniture di energia elettrica dei clienti domestici con valori dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) fino a 25.000 euro. Inoltre, sono previste specifiche misure di investimento e sostegno per famiglie e microimprese vulnerabili, in misura non superiore al 50% del totale delle risorse disponibili.

Un Paese in grave difficoltà

Il costo stellare dell’energia (col no al gas russo) è un problema enorme che da mesi martella una nazione già prima in grave difficoltà. Il decreto Energia è un piccolo (se non minuscolo) aiuto. D’altronde, affinché le risorse stanziate siano superiori, servirebbero coperture finanziarie. Che non ci sono. I soldi per il decreto vengono dalla Cassa servizi energetici e ambientali, il che evita di ricorrere a maggiore indebitamento e deficit.

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