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Smog e particolato nell’aria generato da freni, pneumatici e asfalto

L'inquinamento dell'aria è anche dovuto all'usura di freni, pneumatici e manto stradale bituminoso: lo sostiene un gruppo di esperti del governo Britannico ed a quanto sembra queste polveri sono più nocive dei fumi emessi dagli stessi autoveicoli.

Nonostante in questi giorni per sdrammatizzare la situazione che attanaglia la pandemia da Coronavirus, i media mostrino rincuoranti immagini satellitari dello smog mondiale ridotto, dei canali di Venezia ritornati limpidi, varie foto di città senza aloni di smog, ecc, rimane comunque, in questa guerra silenziosa di virus e tossine, un nemico quasi invisibile e sottovalutato da molti: l’NEE (sta per Non-Exaust Emission from road traffic), ovvero le emissioni inquinanti dannose presenti nell’aria non provenienti dai tubi di scarico dei veicoli, quelle provenienti dall’usura di freni, pneumatici e asfalto. Cerchiamo di capire quali sono le altre emissioni inquinanti e particolato presente nell’aria che respiriamo.

Particolato e inquinamento, emissioni nocive non solo dai motori formano lo smog nell’aria

Sembra che non si possa gioire del tutto dalla riduzione del traffico terrestre di questi giorni perché non sono diminuiti i valori dell’inquinamento con lo stop della circolazione di questi giorni compreso quello del particolato generato anche da altri fattori come dagli impianti di riscaldamento obsoleti e dall’utilizzo dei veicoli, in particolare dall’usura da rotolamento dei pneumatici (sia della stessa gomma sia della superficie), o da quello derivante dal micro pulviscolo proveniente dall’usura dei sistemi di frenata (dischi, pastiglie e tamburi di apparati frenanti…) che purtroppo è reale e considerevole nonostante già sulle auto siano presenti sistemi evoluti per abbattere il particolato, ormai minimo, generato dalla combustione nel motore.

Usura pneumatico e asfalto generano polveri inquinanti
Usura pneumatico e asfalto generano polveri inquinanti anche superiori a quelle emesse dallo scarico delle auto

Freni e pneumatici, l’usura causa l’inquinamento dell’aria

Che l’inquinamento dell’aria sia dovuto anche all’usura di freni e pneumatici è sostenuto da un gruppo di esperti (sulla qualità dell’aria) del governo Britannico, appartenenti all’AQEG (Air Quality Expert Group): con vari studi ed ultime pubblicazioni hanno affermato che tali micro particelle emesse da freni e pneumatici sospese sui manti stradali, siano una delle cause da non sottovalutare per l’inquinamento e sono anche complici non solo di molte malattie, ma che peggiorino anche quelle in atto.

Polvere generata dall'usura delle pastiglie dei freni
Polvere generata dall’usura delle pastiglie dei freni

Pulviscolo nell’aria, generato da freni, pneumatici ed asfalto dove finisce

Tale micro pulviscolo proveniente dai freni e pneumatici, essendo ancora estremamente volatile, si deposita quasi ovunque, quindi dalla vegetazione urbana, case, palazzi, autoveicoli, finanche a dentro le nostre abitazioni, perché si attacca con facilità anche ai vestiti, o entra da porte e finestre: è la nuova allerta che si somma a quella dell’emergenza già in atto del Coronavirus. È stato verificato che tali polveri sono più nocive dei fumi emessi dagli stessi autoveicoli.

La polvere proveniente dall'usura dell'asfalto è uno degli inquinanti nocivi dell'aria
La polvere proveniente dall’usura dell’asfalto è uno degli inquinanti nocivi dell’aria

Polveri da usura manto stradale

Addirittura rientrano nei NEE anche le polveri provenienti dall’usura del manto stradale fatto a base di catrami (bituminoso). Attualmente sono state rilevate proporzioni di emissioni di particelle pari a 5,8 grammi per chilometro. Un valore decisamente molto maggiore rispetto ai limiti di emissione dei gas di scarico regolamentati e pari a 4,5 milligrammi per chilometro!!!

Polveri che causano la malattia delle piante

Tale particolato di sostanze ultrafini UFP (Ultrafine Particles) come sostengono dall’AQEG, non solo aumenta malattie dannose per l’uomo, ma aggrava l’impatto ed il contagio delle stesse piante, particolarmente in ambiente urbano, che a loro volta, drasticamente riducono gli scambi e la produzione di ossigeno.

Foglie di piante dove è visibile una patina polverulenta e nerastra: in questo caso non è il deposito di polveri inquinanti presenti nell’atmosfera ma “colpa” della fumaggine.
Una foglia di una pianta malata non direttamente da particolato in questo caso

Chiaramente non riuscendo più a filtrare tali particelle di origine chimico-sintetica, le piante iniziano ad ammalarsi avendo difese immunitarie più basse (resistenza inferiore a parassiti, ai cambi climatici, abbassamento e riduzione del ciclo di vita). A loro volta si generano predisposizione a mutazioni, varie ed innaturali infiorescenze fuori periodo, perenni casi di produzione di resine o altre liquidi dalle cortecce, ma soprattutto, che è la cosa che più ci interessa, la ridotta ossigenazione (e purificazione) dell’aria.

Tale processo in maniera non dissimile aggredisce anche l’uomo e le sue difese immunitarie.

Cosa inquina l’aria?

Cosa inquina realmente allora se i valori dell’inquinamento restano elevati anche in assenza di traffico? Nel periodo invernale all’interno delle città più o meno grandi sicuramente gli impianti di riscaldamento obsoleti (a carbone, gasolio, oli combustibili, ecc) fanno la loro parte nel quale l’auto ovviamente rientra minimamente se non è del tutto estranea in questo periodo.

Resta comunque il fatto che i residui generati dall’usura di pneumatici, freni e superficie stradale contribuiscono non poco nel bilancio totale delle emissioni prodotte dalle automobili e tutti i veicoli in generale.
Le auto elettriche non sono escluse perché anche loro consumano pneumatici, asfalto e freni (in quantità nettamente inferiore): fanno la loro parte comunque su altre emissioni quando utilizzano l’energia non proveniente da fonti rinnovabili.

Guarda anche questo video dove si mostra l’inquinamento dell’ara, le sostanze nocive e chi lo genera: è della Regione Emilia Romagna con il Piano Aria Integrato Regionale PAIR 2020.

L’inquinamento dell’ara, le sostanze nocive e chi lo genera

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