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Di Maio, auto elettrica: “un milione entro il 2022”

Di Maio, Ministro dello Sviluppo Economico, promuove la mobilità elettrica: un milione di vetture elettriche e sostituzione del parco auto attuale nei prossimi 5 anni

DI MAIO AUTO ELETTRICA – Uno dei punti programmatici del nuovo Governo in fatto di mobilità è quello di sviluppare il più possibile una mobilità elettrica. Lo auspica il neo Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio, che si augura un milione di vetture ricaricabili e la sostituzione del parco auto attuale nei prossimi 5 anni.

Un’idea ambiziosa, ma ci sono i presupposti per realizzarla? Il Governo punterebbe ad un massiccio piano di incentivi per la diffusione di veicoli ecocompatibili.

DI MAIO AUTO ELETTRICA

L’auto elettrica d’altronde è da sempre uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle e lo stesso Di Maio, poco più di un mese fa, vide di buon occhio l’apertura di Sergio Marchione, n.1 di FCA, all’auto elettrica.
In Italia le auto elettriche attualmente in circolazione sono meno di 10 mila. Nel 2017 ne sono state vendute appena 2.600, su un totale di due milioni di auto immatricolate.

Uno dei problemi maggiori verso la mobilità elettrica sono le infrastrutture, non a caso l’Italia è il fanalino di coda in Europa per numero di colonnine istallate.
Ad oggi, nel nostro Pese, ci sono circa 2.800 punti di ricarica, di cui 400 a Milano. Sono di gran lunga inferiori rispetto, ad esempio, Austria (3.700), Svizzera (4.000) e soprattutto Francia (16.000), Regno Unito (16.500) e Germania (25.000). Il confronto è impietoso.Fiat 500 elettrica presa ricarica wall box FCA punta sull'auto elettrica

DI MAIO AUTO ELETTRICA INCENTIVI ALLA FRANCESE

Di Maio punterebbe al modello Francese che ha messo in campo circa 9.000 euro di incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici. Si tratterebbe di una cifra importante e per perseguire l’obiettivo di un milione di veicoli elttrici nei prossimi 5 anni, ci vorrebbero almeno 9 miliardi di investimenti.
Soldi che servirebbero ad azzerare gli interrogativi intorno alla mobilità cosiddetta a zero emissioni. Fra i dubbi imperanti c’è sicuramente da capire la natura dell’energia, che serve a ricaricare le batterie di questi veicoli.

Ci vorrebbe energia pulita al 100%, derivante da fonti rinnovabili, se quella attualmente prodotta arriva da fonti fossili l’auto elettrica diventa anch’essa inquinante alla stregua di una tradizionale.
Poi c’è il tema dell’infrastrutture, che va affrontato insieme all’alto costo di questi veicoli. Le auto a batteria infatti costano ancora troppo per le tasche degli automobilisti italiani. Non a caso l’Italia è un Paese che storicamente fatica a rinnovare il proprio parco auto.

ITALIA FERMA AL PALO

Finora la Politica italiana su quest’argomento ha fatto solo proclami. Prendendo spunto dalla denuncia fatta dal giornalista Guido Fontanelli, nel libro “Autoshock. Viaggio nella rivoluzione dell’auto elettrica”, nel 2014 il governo ha varato, a sostegno della mobilità elettrica, il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica.

L’obiettivo, molto ambizioso, era quello di avere 90mila punti di ricarica accessibili al pubblico entro il 2016, per salire a 110 mila nel 2018 e a 130 mila nel 2020”. Risultato? In Italia attualmente ci sono solo 2.600 punti di ricarica.

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