Dazi cinesi: BYD, Geely e SAIC fanno causa a Bruxelles
Geely e SAIC trascinano l'UE in Tribunale per i dazi sulle full electric Made in China più alti applicati rispetto a Tesla
I giganti dell’auto elettrica cinese BYD, Geely and SAIC (MG) – assieme a un’importante associazione di categoria – dichiarano guerra all’Unione Europea, denunciandola al Tribunale Generale di Lussemburgo: le fanno causa per gli extra dazi di Bruxelles contro le full electric Made in China, come riporta il South China Morning Post. Stando ai tre colossi, Bruxelles li punisce in modo troppo severo rispetto a Tesla, che produce nella fabbrica di Shanghai esportando nel mondo.
Il motivo della causa, i dazi anti dumping
Tutto nasce da un’indagine che l’UE ha avviato a ottobre 2023, per valutare se i sussidi di Pechino ai costruttori locali fossero leciti. Stando alla Commissione, gli aiuti del governo di Deng Xiaoping sono eccessivi. Così, si abbassano troppo i costi di produzione delle elettriche prodotte in Cina, che sul mercato europeo sono troppo competitive con prezzi eccessivamente bassi. Una concorrenza sleale, sostiene Bruxelles, che danneggia le Case del Vecchio Continente.
Infatti, oltre al 10% di barriera che c’era già, le tasse per i Gruppi orientali ammontano al 17% per BYD, al 18,8% per Geely, al 35,3% per SAIC (MG), mentre quelle per la Casa texana si fermano al 7,8%%. Lo ha deciso la Commissione UE, in base a calcoli particolari che tengono conto di mille fattori. Chi ha collaborato di più, ottiene un dazio inferiore; e viceversa. Per l’azienda di Musk, un accordo specifico separato, in quanto gli aiuti ricevuti sarebbero molto più bassi di quelli che Pechino ha riservato alle cinesi. Per le società più collaborative, una tariffa media del 20,7%, mentre per le altre il 35,3%.
Da qui, i dazi anti dumping per elevare i listini delle full electric Made in China. Tutto contestato da due anni da parte sia del Celeste Impero sia dei top manager orientali. Nessun sussidio eccessivo e anzi: durante l’inchiesta, l’UE sarebbe colpevole di spionaggio industriale, essendo andata a scavare troppo a fondo nei segreti delle aziende cinesi, che sarebbero solo più evolute sotto il profilo tecnologico: un merito, non una colpa.
Guerra commerciale aspra fra UE e Cina
Pertanto si fa asperrimo il conflitto commerciale e politico fra UE e Cina che reagisce imponendo tariffe su brandy, latticini e carne di maiale europei, mettendo nel mirino specie Germania, Francia e Paesi Bassi. Di proposito: sono le nazioni che hanno un peso specifico maggiore in UE e che possono cancellare le tariffe. Sono dolori anche per le tedesche BMW, Mercedes e Volkswagen (Audi e Porsche), che potrebbero subire dazi per le vetture premium vendute nel Paese del Dragone: una mazzata ulteriore, visto che già adesso i marchi cinesi – ultra aggressivi – stanno mangiando quote di mercato all’automotive germanico. In quanto ai possibili negoziati fra Bruxelles e Pechino, si sono arenati.
C’è il fermo no dell’Unione Europea ad una ipotetica concessione ai cinesi: una tariffa minima (grosso modo quantificabile in 30.000 euro) per il prezzo minimo delle auto elettriche Made in China e commercializzate in Europa. Da parte loro, i giganti del Regno di Mezzo si sono già organizzati per proseguire la (legittima) invasione del Vecchio Continente: vendono auto termiche ibride plug-in fatte in Cina, non tassate, e pensano a dove mettere in piedi fabbriche direttamente sul posto per produrre vetture Made by China non sanzionate. Vedi in particolare, la strategia di BYD in Ungheria, che propone un costo dell’energia basso più varie agevolazioni pur di avere un Gruppo con gli occhi a mandorla in terra magiara che crei occupazione.