Dazi auto elettriche cinesi, le nuove tasse imposte dall’UE
I dazi imposti dalla Commissione Europea per l'importazione di auto elettriche cinesi arrivano fino al 45%. Per BYD, che aprirà una fabbrica in Ungheria entro settembre 2025, la tassazione extra è solo temporanea.
La Commissione Europea ha formalizzato la decisione di applicare dazi definitivi fino al 35,3% sulle auto elettriche provenienti dalla Cina, a seguito di un’indagine sui sussidi statali che il governo cinese concede ai produttori nazionali. La misura, entrata in vigore il 31 ottobre 2024, mira a contrastare quelle che Bruxelles ritiene pratiche di concorrenza sleale da parte di Pechino. La decisione è stata comunicata tramite il regolamento di attuazione, che sarà pubblicato ufficialmente sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Tariffe dei dazi sulle auto elettriche cinesi
Le tariffe decise dall’Ue variano in base alle singole aziende cinesi. Per il gruppo BYD, uno dei principali produttori, il dazio aggiuntivo si attesta al 17%, mentre per Geely arriva al 18,8%. Il gruppo SAIC, invece, sarà soggetto alla tariffa massima del 35,3%.
MARCA – GRUPPO | Dazi (%) Tassazione |
---|---|
TESLA (prodotte in Cina) | 7,8% |
BYD | 17% |
Geely | 18,8% |
Gruppi che hanno partecipato alle indagini | 20,7% |
SAIC | 35,3% |
Gruppi reticenti | 35,3% |
La casa automobilistica statunitense Tesla, che assembla alcuni modelli in Cina, ha accettato di collaborare all’indagine, e sarà sottoposta a un dazio del 7,8%. Per tutte le altre aziende che hanno collaborato, il dazio sarà del 20,7%; per quelle che non hanno fornito informazioni richieste, invece, verrà applicata la tariffa più alta, al 35,3%.
Con queste misure, l’Unione Europea arriva a un totale del 45% di tassazione, sommando al nuovo dazio l’aliquota preesistente del 10%.
Possibilità di accordi antidumping
L’adozione delle misure non chiude però le porte al dialogo tra Ue e Cina. La Commissione Europea ha dichiarato di voler esplorare soluzioni negoziate che possano portare a un compromesso, anche attraverso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Alcuni Stati membri, infatti, come la Germania e la Spagna, hanno espresso riserve o si sono astenuti nel voto, segnalando preoccupazioni riguardo agli effetti dei dazi sulle loro industrie e relazioni con la Cina.
L’Unione Europea ha manifestato la volontà di raggiungere accordi antidumping con le singole case automobilistiche cinesi, i quali richiederebbero agli esportatori cinesi di adeguare i prezzi ai requisiti di mercato europei. Se si dovesse trovare un accordo con Pechino, i dazi appena adottati potrebbero essere ritirati, dando luogo a un quadro commerciale più stabile tra l’Ue e la Cina.
Altavilla (BYD) risponde ai dazi: “problema temporaneo“
Una prima risposta ai dazi alle auto elettriche cinesi è arrivata da Alfredo Altavilla, special advisor di BYD per l’Europa, che in occasione del Quattroruote Next ha dichiarato che il produttore cinese di auto elettriche diventerà presto un costruttore in Europa, con una fabbrica in Ungheria prevista per settembre 2025, rendendo i dazi dell’Ue contro la Cina un problema temporaneo.
Altavilla ha inoltre criticato i dazi, ritenendoli una “killer application” che potrebbe provocare una reazione della Cina, auspicandone una revisione in durata e ammontare. Inoltre nel suo intervento Alfredo Altavilla considera il bando delle auto a benzina e diesel dal 2035 una “bestialità” destinata a favorire solo la concentrazione nel settore, senza rispondere alle reali esigenze di mercato.
È contrario agli incentivi all’acquisto, che ritiene una “droga dannosa” per il mercato, e propone invece investimenti massicci in infrastrutture di ricarica e supporto alla filiera della componentistica, un’opportunità strategica per l’Italia. Riguardo a una possibile fusione tra Stellantis e Renault, Altavilla la giudica difficile per ragioni antitrust, ma benefica per la concorrenza, poiché aprirebbe nuove opportunità di mercato.
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