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Aumento dei dazi sulle auto elettriche cinesi, crescono i prezzi

Per contrastare l'avanzata in Europa delle auto elettriche cinesi a prezzi bassi e vantaggiosi, la Commissione Europea ha innalzato i dazi sulle importazioni, che variano a seconda del marchio.

Il “dazio” si riferisce ad una tassa o imposta applicata sui beni importati o esportati da un Paese. Questa tassa può essere calcolata in base a diverse variabili, come il valore del bene, la sua quantità, il peso o altre caratteristiche specifiche. La Commissione Europea uscente ha ufficialmente deciso di innalzare i dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina con l’obiettivo di proteggere l’industria automobilistica europea, livellando i prezzi delle auto cinesi fortemente concorrenziali.

Anche lo stesso Elon Musk è preoccupato per la competitività dei prezzi delle auto cinesi e qualche mese fa aveva dichiarato “Bisogna prendere atto che oggi i costruttori cinesi sono tra i più competitivi al mondo e senza dazi sulle auto la Cina demolirà la concorrenza“.

Dazi sulle auto elettriche cinesi

L’Unione Europea ha votato per imporre tariffe fino al 45% sui veicoli elettrici importati dalla Cina, una decisione che potrebbe aumentare le tensioni commerciali con Pechino. La Commissione Europea ha lasciato aperta la possibilità di negoziati con la Cina. Nel voto, non è stata raggiunta una maggioranza qualificata tra i Paesi membri: 10, tra cui Italia e Francia, hanno sostenuto i dazi; 5 si sono opposti, guidati dalla Germania, mentre 12 si sono astenuti.

Le tariffe sui veicoli elettrici cinesi decise a luglio dalla Commissione UE variano in base ai sussidi ricevuti dalla Cina e alla collaborazione durante l’indagine anti-dumping. I marchi più colpiti sono BYD (17,4%), Geely (18,8%) e Saic (35,4%). Altri costruttori che hanno collaborato all’indagine pagheranno il 20,7%, mentre chi non ha collaborato sarà tassato del 35,3%. Le tariffe si sommano al dazio standard del 10% applicato dall’UE alle importazioni di auto.

BYD Seal frontale su strada
BYD Seal

Questa decisione è legata soprattutto all’indagine anti-dumping annunciata precedentemente dalla Commissione UE, che ha messo sotto la lente i sussidi illeciti del governo cinese ai produttori di auto, in violazione delle regole sulla concorrenza.

Nel 2023, le imprese cinesi hanno esportato auto elettriche nell’UE per un valore di circa 10 miliardi di euro, raddoppiando la loro quota di mercato all’8%. Tra ottobre 2023 e gennaio 2024, sono state importate in Europa 177.839 auto elettriche cinesi, con un aumento dell’11% rispetto alla media mensile precedente e del 14% rispetto ai quattro mesi precedenti.

Dazi da quando?

I dazi sulle auto elettriche cinesi entrano in vigore il 30 ottobre 2024 e restano in vigore per cinque anni. Un accordo tra Bruxelles e Pechino per rispettare le regole del WTO, che richiedono un aumento del prezzo dei prodotti esportati in caso di violazione, rimane possibile e potrebbe portare l’UE a ritirare i dazi definitivi sulle auto elettriche cinesi. Un alto funzionario europeo ha confermato che, nonostante il termine per proporre un accordo antidumping sia scaduto ad agosto, i negoziati con la Cina sono ancora in corso.

Nave cargo di BYD
Nave cargo di BYD progettata per trasportare in Europa fino a 7.000 auto

Se l’accordo venisse raggiunto dopo l’entrata in vigore dei dazi, la Commissione Europea sarebbe costretta a rivedere la normativa. Nel frattempo, Pechino si oppone con forza ai dazi e i colloqui tecnici tra le due parti proseguiranno, con un incontro fissato per il 7 ottobre.

Crescono i prezzi della Tesla Model 3

Tra le auto elettriche prodotte in Cina, vi è anche la Tesla Model 3 importata in Italia. Il marchio di Elon Musk è stato sottoposto a una valutazione individuale, con un dazio fissato al 7,8% e, a tal proposito, Tesla ha annunciato un possibile aumento dei prezzi europei per la Model 3, attribuendo la decisione proprio ai dazi imposti dalla Commissione Europea sulle auto elettriche fabbricate in Cina.

Nuova Tesla Model 3 Highland restyling
Con l’introduzione dei dazi crescono i prezzi anche della Tesla Model 3

Come rispondono i cinesi ai dazi

Il Governo di Pechino ha criticato duramente i dazi, definendoli “dannosi” per l’UE e “un tipico caso di protezionismo” che viola i principi dell’economia di mercato e le regole del commercio internazionale, compromettendo la cooperazione economica e la stabilità della produzione automobilistica globale. La Camera di commercio cinese presso l’UE ha espresso “shock, grave delusione e profonda insoddisfazione”, avvertendo che la misura intensificherà gli attriti commerciali tra Pechino e Bruxelles.

L’Acea, guidata da Luca de Meo, invece ha accolto favorevolmente il risultato della votazione che permette alla Commissione Europea di imporre dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina, sottolineando l’importanza di scambi commerciali liberi ed equi per la competitività dell’industria europea. Tuttavia, l’associazione ha evidenziato la necessità di una strategia industriale globale che includa accesso a materiali critici, energia a prezzi accessibili, infrastrutture adeguate e incentivi di mercato.

La Germania, tradizionalmente contraria alle barriere doganali, ha invece espresso forte perplessità, con aziende come BMW, Mercedes-Benz e Volkswagen che considerano i dazi un errore e chiedono un accordo tra UE e Cina per evitare un conflitto commerciale. Geely, azionista di Volvo e Polestar, ha manifestato delusione per i dazi, sostenendo che danneggeranno i rapporti economici e i consumatori europei.

Dal 2026 la BYD produrrà in Ungheria
Dal 2026 la BYD produrrà in Ungheria

Stellantis invece ha ribadito il supporto per una concorrenza leale, ma ha evidenziato l’importanza di politiche stabili in un periodo di transizione. Infine, l’associazione francese PFA ha sostenuto l’introduzione di dazi sulle auto elettriche cinesi.

Dazi al 100% negli USA

Negli USA i dazi sulle auto elettriche sono destinati ad arrivare al 100%. Joe Biden, in piena campagna elettorale, ha annunciato che l’aliquota tariffaria sui veicoli elettrici è destinata a quadruplicare entro il 2024, mentre quella sui semiconduttori passerà dal 25 al 50% entro il 2025. L’obiettivo è incoraggiare la Cina ad “eliminare le sue pratiche commerciali sleali”.

Oltre ai veicoli elettrici, Washington triplicherà le tariffe su alcuni prodotti in acciaio e alluminio, sulle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici e sulle loro parti. Il dazio sulla grafite naturale e su alcuni altri minerali critici passerà da zero al 25%, mentre quello sulle celle solari raddoppierà al 50%. Alcuni aumenti, come quelli sulle batterie agli ioni di litio non per veicoli elettrici, entreranno in vigore più tardi per garantire un periodo di transizione, mentre il Paese costruisce la sua produzione interna di batterie.

Scelta tardiva

Il fenomeno cinese dunque è già ampiamente esploso e la politica dei dazi appare tardiva, specialmente considerando la decisione della Commissione Europea di vietare la vendita di veicoli con motore endotermico dal 2035, senza valutare appieno le conseguenze economiche. Questo porta l’Europa a rinunciare ad una tecnologia in cui era leader, mentre i cinesi hanno un vantaggio significativo.

Ormai i cinesi sono arrivati da tempo in Europa e, nella loro strategia di espansione in Europa, hanno già considerato la possibilità di dazi e si sono organizzati per spostare la loro produzione nel Vecchio Continente. Ad esempio, BYD ha avviato la costruzione di un sito in Ungheria, che inizierà a produrre i primi veicoli nel 2026. SAIC, con MG, trasferirà la produzione nella fabbrica inglese di Longbridge, dove già ora vengono progettati e disegnati i veicoli MG per il mercato europeo. La Leapmotor, invece, ha sottoscritto un accordo con Stellantis per vendere in Europa alcuni modelli elettrici low cost.

Problemi con l’export in Cina delle auto prodotte in Europa?

L’aumento dei dazi potrebbe portare qualche conseguenza sull’export di auto prodotte in Europa verso la Cina? Ogni anno in Cina vengono immatricolati circa 5 milioni di autoveicoli europei, con Volkswagen, BMW e Mercedes tra i principali costruttori europei.

MG4 Trophy Extended Range anteriore 3/4
MG4 Trophy Extended Range

E’ anche vero che l’Europa al momento non può prescindere dalla Cina, soprattutto per quanto riguarda le terre rare e le materie prime, e che dovrà farsene una ragione: la presenza del Dragone ormai non può essere più evitata, ma solo gestita.

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