Ayrton Senna, storia del grande pilota, il Campione in una biografia
Ayrton Senna da Silva: la storia, la carriera del pilota immortale raccontata in questa biografia. Dagli inizi con i kart, ai duelli con Prost in McLaren, fino al terribile incidente di Imola alla curva Tamburello.
Ayrton Senna da Silva, un bilancio di 3 mondiali, 41 gare vinte e 65 pole position, record battuto successivamente solo da Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Per molti è stato il più grande pilota in assoluto, addirittura immortale. Il pioniere della preparazione atletica. Celebri queste due frasi che racchiudono sia l’uomo Ayrton che il pilota Senna. “Non esiste curva dove non si possa sorpassare”, “I ricchi non possono vivere su un’isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità”.
Ripercorriamo le tappe della carriera agonistica in questa biografia che racconta la storia di Ayrton Senna.
Storia di Ayrton Senna
In questa storia di Ayrton Senna c’è da un lato una cattiveria agonistica, una fame di vittorie, dall’altro una persona introversa, sensibile, di animo buono, che si preoccupava degli altri e conscio della sua fortuna voleva aiutare i più bisognosi. Infatti lo stesso anno della sua morte, venne fondato l’istituto che porta il suo nome, la Fondazione Ayrton Senna, con presidentessa Viviane Senna, la sorella, che si occupa di aiutare i giovani brasiliani.
Ayrton Senna, quando è nato?
Ayrton Senna è nato a San Paolo, il 21 marzo 1960, figlio di Neide F. Senna e Milton Da Silva. Suo padre era proprietario e imprenditore di diverse fattorie. Durante l’infanzia venne soprannominato “Beco“, per il suo modo di fare, iperattivo e un po’ goffo.
Ayrton Senna sul kart
Iniziò a correre con i kart a 8 anni, passando svariate ore in officina per imparare la messa a punto, che sfrutterà in seguito nelle classi Formula.
Ayrton Senna, a 13 anni vinse la sua prima gara agonistica sul circuito di Interlagos. Nel 1977 e nel 1978 vinse il campionato Sudamericano di categoria 100 e dal 1978 per quattro volte consecutive quello brasiliano.
Vinse diversi titoli, ma non riuscì mai a coronare il suo grande sogno: il campionato mondiale di Kart. Fallì la prima volta nel 1978 a Le Mans, nel 1979 sul circuito dell’Estoril, nel 1980 in Belgio a Nivelle, arrivò secondo dopo un contatto al via.
Nel 1982 in Svezia, l’ultimo fallimento a Kalmer, che gli fece scattare la voglia di rivincita, che diede il via ai suoi grandissimi successi. Senna ha cambiato il modo di correre sui Kart. Nei lunghi rettilinei bloccava il condotto del carburatore con la mano destra per arricchire la miscela e lubrificare meglio il cilindro, mettendo poi le mani sul volante per affrontare meglio le curve. Per Ayrton è sempre stato il Kart il grande amore; un mondo romantico, di sogni e passioni, privi di “giochetti politici” come li chiamò lui e contratti milionari.
Fu quasi sul punto di abbandonare la carriera agonistica, perché il padre volle che si occupasse del business familiare. Ma la passione per i motori era troppo forte.
Ayrton Senna, gare Formula Ford
Nel 1980, a novembre si trasferì in Gran Bretagna con la futura moglie Lilian con la quale restò sposato fino al 1983. Prese casa a Norwich, nel Norfolk. Vinse nel 1981 il campionato britannico di Formula Ford 1600.
Nel 1982 vinse il campionato di Formula Ford 2000 disintegrando record. Nel 1983 gareggiò nel campionato britannico F3, con una ralt Toyota del team West Surrey Racing: 12 vittorie,15 pole e 13 giri veloci su 20 gare!
Vinse anche entrambe le manche del Gran Premio Internazionale di Macao, partendo dalla pole. Da questa gara scelse il cognome materno Senna meno comune di da Silva.
Ayrton Senna ed i primi test in F1 nel 1983
Nel 1983, ormai si era fatto un nome, non era più solo una promessa; provò diverse vetture da F1, tra cui la Williams, una McLaren a Silverstone in un test collettivo con Stefan Bellof e Martin Brundle, risultando il più veloce.
Stava per firmare per la Brabham, tramite Bernie Ecclestone, ma tutto saltò per politiche aziendali. Il secondo pilota doveva essere italiano.
Ayrton Senna 1984, firma con la Toleman
Si accordò con la modesta Toleman nel 1984, ma riuscì comunque a compiere un miracolo sportivo. Sotto il diluvio universale, a Monaco arrivò secondo dietro Prost. La gara venne interrotta, mentre il pilota paulista stava recuperando svariati secondi al giro sul francese.
Concluse il primo anno in Formula uno con un nono posto nel campionato, conquistando il podio anche in Gran Bretagna e Portogallo.
Ayrton Senna la prima vittoria in F1,
Estoril con la Lotus
Senna l’anno successivo firma per la ben più prestigiosa Lotus, rimanendoci dal 1985 al 1987. Ne primo anno, sul circuito portoghese dell’Estoril, colse il suo primo trionfo nella massima serie in F1. Vinse sul bagnato, doppiando tutti tranne Patrese giunto secondo. Conquistò varie pole compresa quella di Montecarlo. Salì sul podio quattro volte (Austria, Olanda, Italia e Gran Bretagna) e arrivò la seconda vittoria a Spa, sempre sul bagnato. Giunse quarto nel mondiale con 38 punti, davanti al compagno De Angelis.
Nel 1986 cambiò compagno di squadra, lo scozzese Dumfries che surclassò. All’inizio del campionato era in testa al mondiale, con le vittoria a Jerez e il secondo posto in Brasile. Poi la superiorità tecnica di Williams e McLaren prese il sopravvento. Arrivò quarto in classifica generale dietro: Prost, Mansell e Piquet. Con all’attivo otto pole position, otto podi e due vittorie.
Nel 1987 la Lotus cambiò motorizzazione passando da Renault a Honda. Cambiò compagno di scuderia. Gli venne affiancato il nipponico Nakajima, esordiente. Nonostante la supremazia Williams, restò in lotta per il mondiale per gran parte della stagione. Terminò il campionato al terzo posto, con all’attivo due vittorie e sei podi.
Ayrton Senna, la firma con la McLaren e la rivalità con
Prost
Nel 1988 firmò con la più competitiva McLaren. Si trovò come compagno un osso durissimo, Alain Prost, che successivamente vincerà l’iride di F1 per ben quattro volte. Il rapporto tra i due non fu mai idilliaco. Addirittura misero a rischio la vita, scontrandosi a Suzuka nel 1990. La McLaren di quell’anno fu semplicemente mostruosa, quanto il talento cristallino dei due. 15 vittorie su 16 gare disputate fu il bilancio del duo Senna-Prost. Senna venne squalificato nel Gran Premio di casa e perse in maniera clamorosa quello di Monaco. Ottenne la pole con un vantaggio di 1,4 secondi su Prost e 2,6 su Berger! Con quella pole Senna disse di aver percepito Dio. Guidava in un’altra dimensione.
Fu al comando con più di un minuto di vantaggio quando un errore lo costrinse al ritiro. In Portogallo cercò di stringere il compagno di team contro il muretto. Recuperò alla grande nel campionato, vincendo 6 gare su sette disputate. A Suzuka, proprio a casa Honda che motorizzava la McLaren, ottenne la pole, dopo una partenza disastrosa, risalì e diventò campione del mondo per la prima volta.
Incidente a Suzuka Senna-Prost 1989
Trionfò per il regolamento degli scarti, anche se il francese aveva conquistato più punti, lui vinse 8 volte contro le 7 di Prost. Nel 1989 il rapporto tra i due degenerò. Forti di una vettura superiore rispetto alla concorrenza, il paulista abdicò a favore del francese, complici anche diverse avarie meccaniche.
L’episodio chiave fu l’incidente a Suzuka tra i due, con la conseguente squalifica del pilota brasiliano. Prost chiuse la traiettoria per innescare l’incidente. Senna riuscì a ripartire dalla via di fuga della chicane invece che dalla medesima.
Si sentì tradito dalla FIA e pensò seriamente al ritiro. Venne dichiarato pericoloso per l’incolumità degli altri piloti e costretto a pagare una multa da 100.000 dollari. La McLaren lo sostenne fino in fondo, anche perché nel 1990 Prost passò alla Ferrari. Senna accusò la Federazione di aver manipolato e alterato il campionato. A seguito di ciò la federazione gli sospese la super licenza per 6 mesi. Senna si scusò con una lettera alla FIA e al suo presidente e tutto sistema.
Ayrton Senna e Gerhard Berger alla McLaren
Per il triennio ’90 ’91 ’92 si trovò come compagno di squadra l’austriaco Gerhard Berger. Con i due si creò un bellissimo legame di amicizia. Avevano origini simili, benestanti. Entrambi avevano un rapporto burrascoso con i padri che li volevano al timone delle rispettive aziende famigliari. Si frequentarono sempre al di fuori dei gran premi e si divertivano molto a burlare Ron Dennis. Senna in questo triennio trovò sia un amico che una grande stabilità. Nel team McLaren in quel momento ci furono un numero uno e un numero due.
Nel 1990 diventò nuovamente Campione del Mondo. Si schiantò appositamente contro la Ferrari di Prost a Suzuka alla prima curva, vincendo l’iride. Nel 1991 divenne campione del mondo per la terza volta.
Celebre il suo successo a Interlagos dove perse tutte le marce tranne la sesta e riuscì a gestire il vantaggio su Patrese. Verso l’estate la Williams di Mansell diventò la vettura da battere, ma grazie alla classe di Senna e agli errori in Williams si riconfermò.
Senna trionfò nel mondiale per il secondo anno consecutivo a Suzuka, vincendo la gara. Mansell cercando di stare in scia, andò lungo alla prima curva.
Ayrton Senna e Michael Schumacher
Nel 1992 la Williams Fw14B disintegrò la McLaren, più che Mansell Senna. Nefasta fu la scelta del motore Honda V12. Arrivò quarto nel mondiale dietro a Mansell e anche all’astro nascente Micheal Schumacher. I due ebbero parecchi screzi ed episodi controversi, con Senna che addirittura spiegò al tedesco in privato come comportarsi con la stampa. A fine stagione Senna firmò un accordo in extremis con la McLaren per la cifra record di 1 milione di dollari a gran premio. Nel 1993 la McLaren montò un motore Ford Cosworth. Il rapporto andò sfaldandosi tra team e pilota, ma all’inizio della stagione era sorprendentemente in testa davanti al rivale di sempre Prost.
Leggendaria fu la sua vittoria a Donington Park sul bagnato, soprattutto il primo giro. Sembrò che per gli altri la pista fosse bagnata e per lui asciutta. Doppiò tutti tranne Damon Hill. Giunse secondo, con Prost campione del mondo che si ritirò dal mondo delle corse.
Ayrton Senna alla Williams, 1994
Nel 1994 Senna firmò con la scuderia di Frank Williams e si trovò come compagno di squadra Damon Hill. Dopo aver perso il mondiale ‘92 e ‘93 contro una Williams decise di farne parte. Con il cambio regolamento, la FIA vietò i dispositivi elettronici (sospensioni attive e controllo trazione). La vettura fu difficile da guidare e Senna fece fatica ad entrarci, dirà: “Se mangio un panino non entro più in questa macchina”.
Nelle prime due gare conquistò due pole e altrettanti ritiri. Le gare vennero vinte dal futuro campione del mondo Micheal Schumacher. Al Gran Premio di San Marino conquistò la terza pole di fila. Correrà con i colori austriaci in segno di lutto. Infatti nelle prove del sabato perse la vita Roland Ratzemberger.
La morte di Ayrton Senna ad Imola
1° maggio 1994: Senna al settimo giro, dopo la ripartenza, uscì alla curva del Tamburello per colpa del cedimento del piantone dello sterzo.
Alle 14,17 perse tre litri di sangue e fu portato all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove morì a 34 anni alle 18,40. Vennero proclamati tre giorni di lutto nazionale.
La sua salma venne inumata il 5 Maggio 1994. Presenti sedici tra amici e rivali di sempre, tra cui anche Alain Prost. Per testimoniare la sua grandissima fede sulla sua lapide c’è l’incisione: “Nulla mi può separare dall’amore di Dio”.
Pochi mesi dopo il Brasile vinse ai rigori il Mondiale di calcio contro l’Italia, allo stadio Rose Bowl di Pasadena. I campioni del mondo per festeggiare il titolo esibirono lo striscione: “Senna acceleriamo insieme, il titolo è nostro”. Senna infatti era un grandissimo appassionato di calcio e appena gli impegni glielo consentivano indossava gli scarpini per giocare.
Sul fatto che Senna sia stato il più grande rispetto a Fangio, Schumacher, Prost nessuno lo potrà dire con esattezza. A 34 anni, ancora all’apice della sua vita e con ancora tanti anni di carriera è diventato immortale e verrà ricordato per sempre.
Foto la vita di Ayrton Senna
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