Autobianchi e Innocenti, rilancio in chiave cinese
Gli storici marchi automobilistici Autobianchi e Innocenti potrebbero tornare in vita con i cinesi che sono interessati ad acquisirli. C'è una trattativa con il Governo Italiano.
I marchi storici Autobianchi e Innocenti, attualmente di proprietà del Gruppo Stellantis, potrebbero passare in mani straniere a causa della nuova legge sul made in Italy. Questa legge permette allo Stato di usare marchi italiani inutilizzati per almeno 5 anni. L’obiettivo del Governo è quello di rilanciare la produzione automobilistica; i marchi potrebbero essere ceduti a costruttori stranieri, come BYD, Dongfeng e Chery, obbligati a produrre in Italia.
Rilancio dei marchi Autobianchi e Innocenti
Il Governo italiano ha introdotto una disposizione nella legge sul made in Italy che consente allo Stato di acquisire marchi storici, come Autobianchi e Innocenti, per offrirli a nuovi investitori. Due interventi regolati dalla legge permettono allo Stato di subentrare nella titolarità di marchi che un’impresa intende cessare o di marchi inutilizzati da almeno cinque anni.
Il Ministero delle Imprese può chiedere la decadenza del marchio e, se accolta, registrarlo nuovamente per offrirlo a investitori in Italia. La concessione sarà valutata in base a investimenti, occupazione, settore, localizzazione e tempistiche, con un contratto di licenza di almeno 10 anni, annullabile in caso di cessazione o delocalizzazione dell’attività.
Trattativa con i cinesi
Il decreto mira a rafforzare l’attrazione di investitori esteri, specialmente le case automobilistiche cinesi come BYD, Great Wall Motors, Chery, Dongfeng e Jac, sfruttando marchi storici italiani come Autobianchi e Innocenti, attualmente non utilizzati da Stellantis.
Il governo, tramite il Ministero delle Imprese e del made in Italy, ha già ottenuto la registrazione di marchi Innocenti e Autobianchi con nuove caratteristiche grafiche. Resta da vedere se questi marchi saranno utilizzati nei negoziati con i costruttori cinesi o resteranno inutilizzati.
Chi è Autobianchi
Autobianchi nacque nel 1955 a Desio, vicino Milano, come frutto della collaborazione tra tre giganti dell’industria italiana: Fiat, Pirelli e Bianchi. L’idea alla base di questa joint venture era di combinare l’esperienza e le risorse di queste aziende per creare automobili che potessero distinguersi per innovazione e qualità. Fiat portava la sua vasta esperienza nella produzione di automobili, Pirelli la sua competenza nei pneumatici e Bianchi la sua tradizione nella costruzione di biciclette e motociclette.
Uno dei primi e più celebri modelli prodotti fu la Bianchina, introdotta nel 1957. Questo modello, disponibile in varie versioni, si distinse subito per il suo design elegante e compatto, diventando un’icona degli anni ’60. Successivamente, nel 1969, Autobianchi lanciò la A112, una piccola utilitaria che divenne molto popolare non solo come auto cittadina ma anche in versioni sportive, apprezzate dai giovani e dagli appassionati di auto da rally.
Negli anni ’80, Fiat integrò completamente Autobianchi nella sua struttura, e il marchio venne gradualmente dismesso, fino a cessare completamente la produzione nel 1995.
Chi è Innocenti
La storia di Innocenti iniziò nel 1933 a Milano, grazie a Ferdinando Innocenti, che fondò l’azienda per produrre tubi in acciaio. La svolta più significativa avvenne nel 1947 con la creazione dello scooter Lambretta, che divenne presto un simbolo della mobilità urbana nel dopoguerra, grazie alla sua praticità, alla robustezza e al design accattivante.
Negli anni ’60, Innocenti decise di entrare nel mercato automobilistico, iniziando a produrre veicoli su licenza della British Motor Corporation (BMC). Tra questi, la Mini Innocenti, una versione italiana della famosa Mini britannica, conquistò il pubblico grazie alla sua compattezza e versatilità.
La storia di Innocenti fu caratterizzata da diversi cambi di proprietà. Negli anni ’70, l’azienda fu acquisita dalla British Leyland, e successivamente, nel 1976, passò sotto il controllo di De Tomaso, un imprenditore argentino che rilanciò il marchio con nuovi modelli e strategie di mercato. Nonostante gli sforzi, le difficoltà economiche e la crescente concorrenza portarono alla fine della produzione automobilistica negli anni ’90.
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