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Assicurazione con scatola nera, svantaggi

La polizza con black box è nella bufera, perché non porta i ribassi tariffari sperati, tanto da essere sempre meno desiderata. Ecco allora quali sono oggi le regole e quali saranno in futuro.

La scatola nera utilizzata dalla compagnie assicurative sulle polizze assicurative Rc auto la conoscono tutti: si tratta di un dispositivo elettronico dotato di un localizzatore GPS che, se installato su una vettura, permette di registrare le informazioni riguardanti il veicolo e il comportamento del guidatore. Meno note le regole delle assicurazioni Rca con scatola nera, perché fatte da decine di norme che si sovrappongono e spesso risultano incomplete, con tanto di bufale online in materia.

Che cos’è la Rc auto?

Anzitutto, la polizza Rc auto è una garanzia obbligatoria per i proprietari delle vetture: sta per Responsabilità civile. Con questa, la compagnia risarcisce i danni agli altri, per incidenti causati dal guidatore. In media, in Italia, il prezzo annuale è di 400 euro, con esborsi che diventano stellari (anche 4.000 euro) in certe zone dove la sinistrosità è più probabile, come la Campania.

Assicurazione Rc auto
La polizza Rc auto è una garanzia obbligatoria per i proprietari delle vetture

Si chiama Rca base, standard. Le compagnie hanno l’obbligo di stipularla, elaborando un preventivo dietro richiesta del consumatore, e sono libere di stabilire i prezzi che vogliono.

Fake assicurazioni con scatola nera

Obbligo di assicurazione Rc auto con scatola nera, e obbligo di sconto forte: due fake.

  1. La prima fake è che le compagnie siano obbligate per legge a stipulare l’assicurazione Rc auto con scatola nera. Non è vero: in realtà, le imprese assicuratrici sono solo tenute a vendere la garanzia base. In più, se vogliono, possono proporre quella con black box: una facoltà.
  2. La seconda fake è che le compagnie siano obbligate per legge a concedere forti sconti in percentuale, prefissati dall’Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) rispetto alla Rca base. Non è vero: in realtà, le imprese assicuratrici sono libere di fissare le tariffe che desiderano. Ognuna ha diritto di fare come crede, in base a proprie politiche interne.
Scatola nera obbligatoria, che cos'è e come funziona
Scatola nera

Ma allora, perché ci sono quelle due fake? Perché in passato più leggi hanno imposto l’obbligo di Rca con scatola nera e l’obbligo di sconto, rimandando a vari decreti attuativi ministeriali: questi non sono mai arrivati e si stanno ancora aspettando.

Svantaggi assicurazione con scatola nera

La penetrazione della Rca con scatola nera ha raggiunto il 22% nel periodo 2018-2020. Ma poi il crollo: oggi solo il 18% dei nuovi assicurati sceglie la polizza con black box (fonte report Ivass di fine giugno 2024). Perché questo declino che non si ferma più?

  1. Gli automobilisti si sono accorti che, rispetto alle Rca base, gli sconti sono davvero bassi, non soddisfano per nulla. E che le famigerate riduzioni obbligatorie sono facoltative.
  2. Se c’è lo sconto, comunque basso, questo scatta dalla seconda annualità e non dalla prima. Nei 12 mesi iniziali, la compagnia controlla lo stile di guida del conducente: se questi sta al volante con prudenza, allora ecco il piccolo taglio sulla Rca iniziale. Pertanto, per almeno 12 mesi, si resta a bocca asciutta.
  3. È la compagnia, interpretando i dati della scatola nera, a stabilire se il guidatore sia prudente. Se reputa che non lo sia, scatta un aumento. Quindi, esiste anche questa incognita che getta un’ombra sul sistema.
  4. Com’è giusto che sia, in caso di incidente subìto, se la scatola nera registra anche una pur minima infrazione del cliente, questi si vede il risarcimento decurtato per concorso di colpa: per esempio, viaggiare a un km/h oltre il limite di velocità mentre l’auto colpevole attraversava l’incrocio col rosso.
  5. Non c’è interoperabilità, in quanto mancano i decreti di attuazione delle leggi: una scatola nera di una compagnia va bene solo per quell’assicurazione. Se si cambia impresa, si deve anche far installare una black box diversa. Sentiamo l’Ivass: “Non esiste attualmente una prassi di scambio di dati fra le compagnie. L’adozione della scatola nera può creare effetti di lock-in, a detrimento della concorrenza, perché i benefici acquisiti dimostrando un comportamento di guida prudente possono andare persi se si cambia assicuratore”.

Cos’ha detto il ministro Urso

“Nel disegno legge Concorrenza 2023, che presenteremo tra pochi giorni in Consiglio dei ministri, prevedremo misure che potranno semplificare una serie di processi a beneficio degli assicurati e favorire la concorrenza nel settore. A partire da procedure più snelle per il trasferimento da una compagnia all’altra, con effetti positivi sui prezzi delle polizze. In tal senso, prevedremo anche misure che consentiranno agli assicurati, nelle more della piena interoperabilità, di trasferire i dati contenuti nelle scatole nere pur cambiando compagnia assicuratrice”. Tradotto: non c’è interoperabilità, ma almeno si cerca di introdurre lo scambio di dati.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Assicurazione Furto e incendio: il localizzatore

Montando la scatola nera, si possono anche ottenere sconti variabili (comunque bassi) sulla polizza accessoria facoltativa Furto e incendio. Si tenga presente comunque che la black box non è un vero e proprio antifurto meccanico, ma piuttosto un localizzatore: in determinati casi, se i ladri non sono professionisti, consente di rintracciare il veicolo. E talvolta di recuperarlo.

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