ASI Sfiduciato il presidente Roberto Loi per scandalo
Nei mesi scorsi fu accusato di molestie a una segretaria e condannato a risarcirla. Revocati anche 11 consiglieri su 12
Resa dei conti in Asi, l’automotoclub storico italiano. Finisce con la sfiducia e la revoca del mandato il ventennio di presidenza dell’avvocato Roberto Loi, coinvolto nei mesi scorsi in uno scandalo riguardante presunte molestie sessuali e mobbing ai danni di una segretaria.
Insieme a lui, l’assemblea convocata dallo stesso presidente lo scorso 7 ottobre ha mandato a casa 11 consiglieri su 12, colpevoli, probabilmente, di aver sottovalutato i danni all’immagine che la vicenda personale di Loi ha provocato e lo scontento da parte di numerosi club tra le auto storiche.
Per pochi voti Loi perde lo scettro: 1.771 soci delegati hanno votato per la revoca del suo mandato, 1627 contro. All’assemblea hanno partecipato 206 club sui 271 federati all’Asi. Sfiduciati anche i due vicepresidenti Pietro Piacquadio e Ariel Atzori, e nove dei 10 consiglieri: Ugo Amodeo, Giuseppe Cannella, Renzo Cardini, Arcangelo Conserva, Giuseppe Di Mauro, Francesca Grimaldi, Angelo Melis, Alfredo Liberati e Domenico Paterlini. Resta in carica solo Alberto Scuro. In attesa delle prossime elezioni federali, previste per il 13 gennaio 2018, potrebbero scattare consiglieri i primi dei non eletti alle precedenti consultazioni. In quella occasione l’assemblea si confronterà anche sul nuovo statuto che dovrebbe dare un nuovo corso all’Asi.
La vicenda giudiziaria A luglio due sentenza della sezione Lavoro del tribunale di Torino hanno portato alla luce una bruttissima storia di mobbing, vessazioni e molestie sessuali. L’Asi è stata condannata a reintegrare la segretaria Paola Deligia che a Repubblica ha raccontato i disturbi, il disagio di anni, gli attacchi di panico e
di ansia: “Tornavo a casa piangendo. In molte occasioni ho chiesto di essere spostata ma non mi hanno mai ascoltato. Forse soltanto adesso comincio a stare meglio”.
Dopo che la storia è venuta a galla nei vertici dell’Asi si è creato non poco imbarazzo per il danno di immagine all’ente. Alcuni club federati nei mesi scorsi hanno sollecitato l’autosospensione o le dimissioni del presidente. Durante uno degli ultimi Consigli federali, nove consiglieri su dodici hanno sottoscritto un documento con cui chiedevano al presidente Loi un passo indietro. Passo che non è arrivato fino alla sfiducia votata dall’assemblea. L’ufficio legale dell’Asi, intanto, ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro le due sentenze.
L’Asi, automotoclub storico italiano, costituito nel 1966 e riconosciuto Ente morale di diritto privato per decreto del Presidente della Repubblica nel1980, è una federazione composta da 270 club federati e 46 club aderenti, che riunisce circa 202.000 appassionati di veicoli storici e rappresenta istituzionalmente il motorismo storico italiano presso tutti gli organismi nazionali ed internazionali competenti. Nel settembre 2015 l’Asi si è aggiudicata al prezzo di 3,44 milioni di euro la collezione storica di modelli Bertone, 79 pezzi unici, autentici capolavori firmati da grandi stilisti del centro stile Bertone come Franco Scaglione, Giorgetto Giugiaro e Marcello Gandini, solo per citare i più famosi.