Anticipare la “clausola di revisione” dello stop alle auto termiche dal 2026 al 2025
L'Italia, insieme ad altre sei nazioni europee, chiede di rivedere le norme sulla CO2 che entreranno in vigore dal 2025 e di anticipare di un anno la revisione della normativa che imporrà lo stop alle vendite di auto termiche dal 2035.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza di chiarire presto il percorso verso la transizione green per salvaguardare l’industria automobilistica italiana ed europea. Così ha chiesto di anticipare una possibile revisione della transizione all’elettrico ai primi mesi del 2025, invece di attendere la scadenza europea del 2026. Questa data, già prevista nel provvedimento Fit for 55 che sancisce il bando alla vendita di auto termiche, rappresenta un tappa intermedia cui la Commissione UE può integrare o rinviare la scadenza del 2035.
Clausola di revisione 2026, stop alle auto termiche rinviato?
Nell’ambito dell’accordo Fit for 55 del Green Deal europeo, che stabilisce il bando dei motori termici entro il 2035, è prevista una tappa intermedia importante fissata per il 2026. In questa fase, la Commissione Europea attuerà una clausola di revisione, valutando in modo approfondito i progressi compiuti verso il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre del 100% le emissioni delle auto nuove. Questo esame consentirà di analizzare gli sviluppi tecnologici nel settore della mobilità sostenibile e di considerare possibili aggiustamenti o deroghe.
In questa battaglia l’Italia può contare sull’appoggio di Austria, Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia. La clausola prevede la possibilità di rivedere gli obiettivi per il 2035, tenendo conto delle innovazioni tecnologiche emergenti, non solo nel campo dell’elettrico puro, ma anche relativamente ad altre soluzioni, come i biocarburanti o i carburanti sintetici (e-fuel).
Rinvio stop auto termiche dal 2035
La revisione del 2026 rappresenta un momento cruciale per verificare l’impatto effettivo della transizione verso l’elettrico sull’industria e sulla vita socioeconomica dei cittadini europei.
Nonostante gli annunci entusiastici iniziali, il mercato e i consumatori hanno mostrato scetticismo verso il passaggio all’elettrico, contribuendo a una crisi occupazionale che sta colpendo sempre più aziende del settore automotive.
Revisione delle norme sulla CO2
L’Italia, insieme ad altri sei Paesi europei, presenterà al Consiglio Competitività del 28 novembre 2024 una richiesta di revisione delle normative sulle emissioni di CO2 per il settore auto. A partire dal 2025, i costruttori dovranno rispettare il limite di 94 g/km, con multe di 95 euro per ogni grammo in eccesso per veicolo immatricolato. Secondo Acea e i governi coinvolti, il rallentamento delle vendite di veicoli elettrici (BEV) potrebbe portare a sanzioni di 15 miliardi di euro, limitando gli investimenti in innovazione e sviluppo.
La coalizione sottolinea che l’industria sta vivendo un momento critico, con sfide legate a produzione, occupazione e competizione globale, e chiede misure finanziarie a livello UE per garantire una transizione equa. Si propone anche di anticipare al 2025 la revisione della normativa che imporrà lo stop alle auto endotermiche, con un’analisi coordinata su energie rinnovabili, infrastrutture per combustibili alternativi e sistema delle quote di emissione.
Germania contro la proposta italiana
La Germania si smarca dall’Italia sulla questione del bando delle auto a motore termico previsto per il 2035. Nonostante un iniziale accordo del ministro tedesco delle Imprese, Habeck, il segretario di Stato agli Affari economici, Sven Giegold, ha chiarito che Berlino non intende rimettere in discussione il target del 2035 e si oppone decisamente all’uso di biocarburanti, considerati non neutri per il clima.
Giegold ha sottolineato l’importanza degli obiettivi climatici, evidenziando il rischio che i produttori di auto europei possano essere superati da veicoli elettrici di altri Paesi. Ha affermato: “Non vogliamo mettere in discussione l’eliminazione graduale del motore a combustione al 2035”.
Questa posizione rappresenta una chiara spaccatura rispetto alla posizione italiana; Giegold ha sottolineato che, sebbene ci siano state discussioni amichevoli con il ministro Urso, non condividono lo stesso spirito riguardo al target del 2035. La Germina, infatti, è determinata a raggiungere la decarbonizzazione per il settore automobilistico senza compromettere le normative esistenti.
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