Storia Alfa Romeo, le origini del Biscione
Storia del marchio Alfa Romeo che nel 2020 festeggia 110 anni, dalla primissima auto ovvero la 24 HP, alle prime vittorie internazionali fino all'origine del mitico Quadrifoglio verde.
Nel 2020 Alfa Romeo festeggia 110 anni di storia leggendaria che il Biscione ha deciso di raccontare attraverso la collana web “Storie Alfa Romeo”, dedicata a tutti gli appassionati di automobili. Il fatidico traguardo dei 110 anni viene tagliato il 24 giugno 2010. Il prestigioso marchio Alfa Romeo in questo giorno celebra la sua storia contraddistinta da innovazioni tecnologiche, successi sportivi e automobili.
Ripercorriamo l’origine del marchio, dalla 24 HP progettata da Giuseppe Merosi, alle origini del mito sportivo Alfa Romeo con le prime vittorie e la nascita del leggendario Quadrifoglio portafortuna.
Storia Alfa Romeo, com’è nato il marchio del Biscione
Partiamo subito dalla storia del marchio Alfa Romeo, quando nasce? La fondazione dell’A.L.F.A. (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) avviene il 24 giugno del 1910 a Milano. Ma in realtà la storia del Biscione è iniziata qualche anno prima, con Pierre Alexandre Darracq che aveva una fabbrica di biciclette a Bordeaux, ma si è presto innamorato delle automobili. Le sue macchine in Francia ebbero un buon successo.
Decise di esportarle, e per questo aprì succursali a Londra e successivamente in Italia. Iniziò la sua attività a Napoli nell’aprile del 1906, una città che però è lontana dalla Francia. I collegamenti furono difficili e molto costosi. E già a dicembre la produzione si trasferì a Milano, al 95 di strada del Portello.
Alle difficoltà logistiche si aggiunsero problemi di mercato. In Italia l’auto non decollò: le vetture in circolazione sono poche migliaia, e il basso potere d’acquisto non aiutò. Rispetto alla Francia, sono diverse anche le aspettative dei clienti: le Darracq sono piccole, leggere e poco costose, ma in Italia non piacciono perché poco potenti. Sul finire del 1909, Darracq mise in liquidazione la società.
Storia Alfa Romeo, Ugo Stella
La Storia della Alfa Romeo poté finalmente partire grazie all’amministratore delegato, cavalier Ugo Stella, che con l’aiuto di alcuni finanzieri lombardi e la garanzia della Banca Agricola Milanese rilevò lo stabilimento e riassunse gli oltre 200 operai che ci lavorarono. Il suo asso nella manica fu Giuseppe Merosi, un geometra di Piacenza colto dalla passione per l’auto, come molti giovani del suo tempo, una passione che ha maturato lavorando in diverse aziende del settore.
Nell’autunno del 1909, Stella gli chiese di creare due vetture completamente nuove nelle fasce fiscali dei 12 e 24 HP: più potenti delle Darracq, adatte ai gusti della clientela italiana, e con un telaio che consentì di montare carrozzerie di prestigio.
Nel suo alloggio milanese di via Cappuccio 17, il giovane progettista lavorò notte e giorno, e già il primo gennaio del 1909 consegnò all’Ufficio Tecnico i disegni per sviluppare la prima vettura.
La prima auto Alfa Romeo, l’Alfa 24 HP
Caso forse unico nella storia dell’automobile, la 24 HP nacque prima del Marchio Alfa Romeo che l’ha messa successivamente in commercio. La prima auto del Biscione aveva un motore monoblocco (non comune all’epoca), 4 cilindri, 4 litri di cilindrata e 42 cavalli di potenza, con trasmissione a cardano unico sulle ruote posteriori.
Era dotata di un robusto telaio a longheroni e traverse in lamiera stampata a C – su cui i carrozzieri Castagna, Schieppati, Sala e Bollani svilupparono versioni torpedo e limousine per una clientela molto esigente.
La 24 HP puntò subito in alto: è un modello che oggi definiremmo “Premium”, che costò una somma equivalente a due anni dello stipendio di un impiegato.
Non solo: era capace di raggiungere 100 km/h, ed era fabbricata con estrema cura e precisione. Questo l’ha resa capace non solo di “andare forte”, ma anche di offrire le migliori prestazioni su strada. La prima A.L.F.A. è stata fin da subito una vera Alfa Romeo: elegante e sportiva, tecnologicamente avanzata e dotata di un fascino inconfondibile.
La prima auto da corsa Alfa Romeo, la 24 HP Corsa
Nella storia dell’Alfa Romeo, il progettista Merosi giocò un ruolo fondamentale. Capì infatti di essere sulla strada giusta, e spinse sull’acceleratore. Nel 1911 sviluppò la 24 HP Corsa, con peso ridotto, più potenza e più velocità. Con quest’auto, A.L.F.A. entrò nel mondo delle competizioni, solo un anno dopo la fondazione.
La prima vittoria arrivò alla Parma-Poggio di Berceto del 1913: il pilota Nino Franchini arrivò secondo assoluto, e primo di categoria.
Storia Alfa Romeo, l’Alfa 40/60 HP del 1913
Per un Brand giovane, le corse furono il miglior mezzo per farsi conoscere e segnare un punto importante nella storia dell’Alfa Romeo. Merosi lo seppe bene e decise di fare il grande salto, mettendo in cantiere una vettura dedicata. Nel 1913 nacque la 40/60 HP.
Su questa meccanica si sviluppò una delle creazioni più avveniristiche dell’epoca. Il conte Ricotti chiese al carrozziere Castagna di sperimentare sullo chassis A.L.F.A. le soluzioni suggerite da una scienza nascente: l’aerodinamica. Prese così forma la 40/60 HP Aerodinamica, capace di raggiungere i 139 km/h.
Ma lo scoppio della Grande Guerra cambiò lo scenario per tutti, compresa l’A.L.F.A., chiamata a partecipare allo sforzo bellico. Il 2 dicembre 1915 la Società in Accomandita Semplice Ing. Nicola Romeo & C rilevò gli stabilimenti del Portello e li riconvertì alla produzione di munizioni e motori aeronautici.
Alfa Romeo gli anni di Nicola Romeo
Nicola Romeo, futuro Senatore del Regno, fu un’altra figura chiave della storia della Alfa Romeo. Durante la guerra acquisì imprese come le “Costruzioni Meccaniche di Saronno”, le “Officine Meccaniche Tabanelli” di Roma e le “Officine Ferroviarie Meridionali” di Napoli. Cambiò nome alla sua società, che diventò “Società anonima Ing. Nicola Romeo e Co.” – e, quando la Banca Italiana di Sconto chiese la liquidazione di A.L.F.A., fu pronto ad acquisirla.
Dopo una battaglia legale con i vecchi proprietari per il nome, l’ingegner Romeo decise di commercializzare le sue vetture affiancando Alfa al suo cognome Romeo. Le prime vetture a portare il nuovo Marchio furono la 20-30 HP e la sua derivata ES Sport. Auto che nascono nel solco già tracciato da Merosi prima della guerra: eleganti, veloci e con un temperamento unico.
In quegli anni, i piloti Giuseppe Campari, Antonio Ascari, Ugo Sivocci e il giovane Enzo Ferrari furono a più riprese sulle prime pagine dei giornali. Mugello, Parma-Poggio di Berceto, Targa Florio, Aosta-Gran San Bernardo, Coppa delle Alpi: le Alfa Romeo arrivarono sempre tra le prime. Ma mancò ancora la grande affermazione internazionale.
La risposta italiana alle più eleganti vetture del mondo: è così che la stampa britannica salutò, nel novembre del 1921, la nuova Alfa Romeo RL presentata al Salone dell’Auto di Londra. La RL fu una vettura di nuovissima concezione. Motore 3 litri, 56 cavalli, 6 cilindri monoblocco con testa smontabile, valvole comandate con sistema di aste e bilancieri: la RL raggiunse i 110 km/h e fu estremamente precisa nella guida.
Sempre sotto la guida di Merosi, nel 1923 nacquero due speciali versioni Corsa alleggerite a 980 kg, che vinsero la mitica Targa Florio.
L’origine del Quadrifoglio Alfa Romeo
Ad aprile, Ugo Sivocci si presentò ai nastri di partenza con un quadrifoglio verde su sfondo bianco sulla fiancata della vettura. Il portafortuna funzionò: Sivocci trionfò nella XIV Targa Florio (la prima di una lunga serie), e il Quadrifoglio entrò nella storia della Alfa Romeo.
Vittorio Jano, il progettista che rese grande Alfa Romeo
Ad un certo punto della storia Alfa Romeo arrivò il momento di separare la produzione di serie da quella di vetture da Gran Premio. È Enzo Ferrari in persona a segnalare un nome per il responsabile: Vittorio Jano, un giovane progettista piemontese che ha maturato in Fiat profonda competenza sull’architettura dei motori e dei telai.
Jano portò all’Alfa Romeo idee rivoluzionarie, come la sovralimentazione delle piccole cilindrate. Idee che si rivelarono vincenti. La sua GP Tipo P2 con Ascari al volante sbaragliò la concorrenza sul circuito di Cremona a una media di oltre 158 km/h.
Le vittorie della Tipo P2 porteranno l’Alfa Romeo ai vertici dell’automobilismo sportivo. Nel 1925 arrivò infatti l’affermazione nel Primo Campionato del mondo Gran Prix, organizzato dall’Associazione Internazionale degli Automobile Club Riconosciuti. Per celebrare la vittoria, il logo Alfa Romeo fu circondato da una corona d’alloro.
Foto, le origini del marchio Alfa Romeo
Storie Alfa Romeo, primo episodio
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