Storia Alfa Romeo, il 1.750 dalla 6C alla Quadrifoglio
La storia Alfa Romeo, dal 1750 sulla 6C alla Giulietta Quadrifoglio. L’Alfa Romeo 6C 1750 degli anni Trenta è stata la capostipite di una nuova generazione di Alfa e ha inaugurato una tradizione tecnica e progettuale che continua ancora oggi, con un eccezionale rapporto peso-potenza e un bilanciamento perfetto.
Alfa Romeo story. Continua la carrellata di racconti sulla storia dell’Alfa Romeo azienda italiana fondata il 24 giugno 1910 a Milano con il nome A.L.F.A. (acronimo di “Anonima Lombarda Fabbrica Automobili”) e che nel 1918 cambiò nome in “Alfa Romeo” in seguito all’acquisizione della società da parte di Nicola Romeo.
Dopo la prima puntata sulla storia dell’Alfa Romeo, dove abbiamo raccontato la storia del marchio dalla primissima 24 HP alle prime vittorie internazionali fino all’origine del mitico Quadrifoglio verde, vogliamo parlarti delle origini del “1.750” e dell’Alfa Romeo 6C, un motore noto negli anni più recenti perché montato, in versione evoluta turbo, sotto l’Alfa Romeo Giulietta Quadrifoglio, vettura “ufficiale” del magazine ELABORARE che corre in pista nei diversi campionati italiani.
Alfa Romeo, torniamo indietro con gli anni…
Il “1750“, un’evoluzione del 1500, lo troviamo per la prima volta sotto l’Alfa Romeo 6C 1750 degli anni Trenta, un modello leggendario e simbolo dello spirito del Biscione.
Le sue caratteristiche infatti identificano tutte le creazioni Alfa Romeo: l’inimitabile capacità di primeggiare nelle competizioni sportive e nei concorsi di bellezza. È stata la capostipite di una nuova generazione di Alfa Romeo e ha inaugurato una tradizione tecnica e progettuale che continua ancora oggi, con un eccezionale rapporto peso-potenza e un bilanciamento perfetto.
Alfa Romeo 6C progettata da Vittorio Jano
L’Alfa Romeo 6C è stata la prima creatura progettata da Vittorio Jano, che dal 1926 ha preso in mano tutta la progettazione Alfa Romeo. Il mandato era creare una “vettura leggera con prestazioni brillanti”, capace di arrivare prima nelle corse, di farsi ammirare, ma anche di aprire nuovi mercati.
La 6C unì pulizia di struttura e raffinatezza meccanica, ovvero le qualità tipiche delle auto di Jano. Ma ha anche qualcosa in più, che diventò una caratteristica distintiva Alfa Romeo: una elevata potenza specifica. Jano seppe estrarre cavalli da motori piccoli, creando propulsori che si collocarono a metà tra la cilindrata da un litro, tipica delle utilitarie, e i due o tre litri delle auto di lusso. Già allora, le Alfa Romeo andarono più forte di tutti grazie al miglior rapporto peso/potenza.
Alfa Romeo 6C caratteristica miglior rapporto peso/potenza
La caratteristica principale dell’Alfa Romeo 6C perciò era il migliore rapporto peso/potenza. A partire da questa intuizione progettuale sono nati modelli che hanno fatto la storia del marchio e dell’automobilismo.
Già per la GP 1914 (Grand Prix, poi bloccata dalla guerra), Merosi aveva sviluppato soluzioni motoristiche inedite, che avrebbero caratterizzato la storia progettuale futura di Alfa Romeo: i due alberi a camme in testa, le quattro valvole per cilindro e la doppia accensione.
Sulla 6C 1.900 GT (e successivamente sulle 6C 2.300 e 6C 2.500) furono introdotte altre novità: le sospensioni a ruote indipendenti, e un nuovo telaio con componenti saldati (anziché chiodati) per aumentare la rigidità. La maneggevolezza e la tenuta di strada delle Alfa Romeo diventarono leggendarie: lo “handling” entrò nel DNA Alfa.
Alfa Romeo 6C 1.750 del 1929
L‘Alfa Romeo 6C 1.750, a gennaio 1929 vista al Salone dell’Automobile di Roma, rappresentò forse la piena maturazione della formula 6C. Il motore fu un’evoluzione del precedente 1.500 sei cilindri in linea che venne prodotto in versioni diverse, monoalbero e bialbero, con compressore volumetrico e senza, con una potenza che andava dai 46 cavalli della versione Turismo ai 102 cavalli della Gran Sport “Testa Fissa”.
Quest’ultima fu una “special version” prodotta in pochissimi esemplari: la testata era fusa in blocco col basamento cilindri per eliminare le guarnizioni (e il rischio di bruciarle), il peso era di soli 840 kg e la velocità massima era di 170 km/h.
Alfa Romeo 6C 1.750, caratteristiche tecniche
Fra le caratteristiche tecniche dell’Alfa Romeo 6C 1.750 non c’era solo il propulsore. Il sistema frenante era di tipo meccanico, con tamburi di grandi dimensioni comandati da un sistema di rinvii. Il telaio, in acciaio stampato, era perfettamente equilibrato ed estremamente rigido, con assali rinforzati. Le balestre erano montate non sotto ai longheroni, ma all’esterno del corpo vettura: il baricentro più basso esaltava la tenuta in curva.
Il serbatoio del carburante era stato arretrato per ottenere un maggior carico sulle ruote posteriori e migliorare il bilanciamento tra gli assi. Tutte soluzioni all’avanguardia, che – in linea con la filosofia della Casa – sono applicate sulle vetture da corsa come sulle auto stradali.
Dal 1929 al 1933 uscirono dal Portello ben 2.579 esemplari, venduti sul mercato domestico ma anche all’estero, soprattutto in Regno Unito e nel Commonwealth. Numero significativo, considerando che si trattò di un’auto decisamente “di élite”. In Italia, il prezzo di vendita andava dalle 40 alle 60 mila lire: circa sette anni di uno stipendio medio.
Alfa Romeo 6C 1.750, le vittorie nelle corse e alla Mille Miglia
L’Alfa Romeo 6C 1750 nelle corse ottenne molte vittorie, che diventarono una cassa di risonanza per la supremazia tecnica del modello. Nel 1930 vinse la mitica Mille Miglia con al volante Tazio Nuvolari.
Era il 13 aprile 1930 ed erano passate da poco le cinque del mattino. La quiete del Lago di Garda è stata rotta dal rombo di una Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport spider Zagato che andava a 150 chilometri orari a fari spenti. Al volante c’era Tazio Nuvolari da Mantova, detto “Nivola”. Al suo fianco c’era Gian Battista Guidotti, capo-collaudatore Alfa Romeo al Portello.
In testa c’era Achille Varzi. che sembrava avviato alla vittoria. Ma pochi chilometri prima del lago, a Verona, Nuvolari e Guidotti hanno avuto un’idea folle: spegnere le luci. Per battere il rivale, l’unico modo era quello di coglierlo di sorpresa.
Era quasi l’alba. Dopo il lago c’era la campagna che portava al traguardo di Brescia. È qui che Varzi e il secondo pilota Canavesi sentirono l’eco di un altro motore. Neanche il tempo di capire che cosa stia succedendo, e un’automobile identica alla loro li sorpassò.
Vinse Nuvolari alla media di 100,45 km/h. È stata la prima volta in questa gara che venne infranto il muro dei 100 km/h di media. L’incredulo Varzi arrivò secondo, staccato di una decina di minuti. Terzo Giuseppe Campari. Quarto Pietro Ghersi.
Nei primi undici posti della Mille Miglia del 1930 si classificarono ben otto Alfa Romeo 6C 1750. Si trattò di un dominio assoluto, ribadita quello stesso anno con i primi tre classificati alla 24 Ore di Spa, in Belgio, e al Tourist Trophy di Belfast. La 6C 1750 fu l’auto più veloce del suo tempo.
Alfa Romeo 6C, l’era dei carrozzieri
L’Alfa Romeo 6C non fu solo veloce ma anche molto bella, soparttutto grazie ai carrozzieri che la “vestirono”: maestri artigiani capaci di unire il mestiere di sellaio, di battilastra, di verniciatore e di tappezziere, ma soprattutto creativi e stilisti capaci di lasciare un segno nella loro epoca.
Fino agli anni trenta, era normale che dagli stabilimenti produttivi uscissero telai nudi, attrezzati con motore, cambio e sospensioni. Il cliente acquistava l’auto, poi si rivolgeva all’allestitore per farsi creare un modello su misura. Solo nel 1933 al Portello venne aperto un reparto di carrozzeria interno, che affiancò (ma non sostituì) la produzione di chassis meccanizzati venduti direttamente a clienti e carrozzieri.
La 6C 1750 dimostrò grande duttilità di allestimento. Intorno all’eccezionale meccanica Alfa Romeo vennero sviluppate alcune delle auto più eleganti di sempre, carrozzate dagli stilisti più illustri, e comprate dai personaggi più famosi.
Alfa Romeo 6C 1750 GS Touring “Flying Star”
L’Alfa Romeo 6C 1750 GS Touring “Flying Star” nacque per essere bella quanto la sua proprietaria: Josette Pozzo, milionaria, modella e protagonista degli eventi mondani dell’epoca. Creata appositamente per partecipare al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este del 1931, fu sviluppata dalla Carrozzeria Touring di Felice Bianchi Anderloni.
La 6C 1750 spider fu un “pezzo unico”: un vero gioiello di originalità, eleganza e cura del dettaglio. Era tutta bianca, compresi sottoscocca, raggi ruote, volante, e selleria, con la sola eccezione del cruscotto nero a contrasto. Con questo modello, Touring diede alla 1750 nuove proporzioni e inserì una serie di dettagli estetici che le donarono un fascino “liberty”, come ad esempio i predellini anteriore e posteriore sospesi, che nascono dai passaruote per incrociarsi sotto le porte senza toccarsi.
A Villa d’Este la 6C 1750 GS Touring vinse la “Coppa d’Oro” assegnata all’auto più bella e alla premiazione Josette guidò personalmente la vettura, sfoggiando un abito bianco perfettamente coordinato.
Modello | Anno | Materiale di fusione delː basamento – blocco dei cilindri – testata | Tipo di distribuzione | Rapp. comp | Aliment. | Potenza massima |
---|---|---|---|---|---|---|
Turismo | 1929-1933 | alluminio – ghisa – ghisa | monoalbero in testa | 5.5: 1 | un carburatore verticale | 46 CV (34 kW) a 4.000 giri/min |
Sport | 1929 | alluminio – ghisa – ghisa | bialbero in testa | 5.75: 1 | un carburatore verticale | 55 CV (41 kW) a 4.400 giri/min |
Gran Turismo | 1930-1932 | |||||
Gran Turismo Compressore | 1931-1932 | alluminio – ghisa – ghisa | bialbero in testa | 5.0: 1 | un carburatore Memini doppio corpo, compressore volumetrico a lobi Roots | 80 CV (60 kW) a 4.400 giri/min |
Super Sport | 1929 | alluminio – ghisa – ghisa | bialbero in testa | 6.25: 1 | un carburatore doppio corpo | 64 CV (48 kW) a 4.500 giri/min |
Super Sport Compressore | 1929 | alluminio – ghisa – ghisa | bialbero in testa | 5.0: 1 | un carburatore Memini doppio corpo, compressore volumetrico a lobi Roots | 85 CV (63 kW) a 4.500 giri/min |
Gran Sport | 1930-1932 | |||||
Super Sport “Testa Fissa” | 1929 | alluminio – ghisa (blocco dei cilindri e testata fusi insieme) | bialbero in testa | 5.0: 1 | un carburatore Memini doppio corpo, compressore volumetrico a lobi Roots | 85 CV (63 kW) a 4.800 giri/min |
Gran Sport “Testa Fissa” | 1930-1932 | 102 CV (76 kW) a 5.000 giri/min | ||||
Gran Sport | 1933 | alluminio – ghisa – alluminio | bialbero in testa | 5.0: 1 | un carburatore Memini doppio corpo, compressore volumetrico a lobi Roots | 85 CV (63 kW) a 4.500 giri/min |
1900 Gran Turismo | 1933 | alluminio – ghisa – alluminio | bialbero in testa | 6,25ː 1 | un carburatore doppio corpo | 68 CV (51 kW) a 4.500 giri/min |
Foto storia Alfa Romeo 6C 1750
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