Accise sull’energia elettrica, se ne inizia a parlare anche in Italia
Il nostro Governo sta valutando l'introduzione delle accise anche sulle ricariche delle auto elettriche per compensare il minore gettito fiscale dovuto al progressivo stop dei veicoli con motore termico.
Con la crescente diffusione delle auto elettriche, il vantaggio fiscale che hanno le BEV rispetto ai veicoli con motore termico potrebbe presto svanire, soprattutto per quanto riguarda le accise sui carburanti, imposte indirette che vengono applicate sui prodotti energetici, come benzina, gasolio, GPL e altri combustibili. Si tratta di tasse che vengono pagate quando si acquistano i carburanti come benzina, gasolio e GPL che pesano mediamente per il 50% del costo del carburante. Poiché la maggiore diffusione delle auto elettriche e la conseguente riduzione del parco circolante con motore termico riduce il ricavato delle accise sui carburanti, il Governo italiano sta valutando la possibilità di recuperare il gettito perso dalle auto elettriche. L’Italia non è un caso isolato, ma segue la tendenza di altri Paesi europei che stanno considerando di tassare le auto elettriche, mentre qualche Paese le ha già applicate.
Accise sull’energia elettrica
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato la possibilità dell’introduzione delle accise sull’energia elettrica impiegata per le ricariche delle auto elettriche durante l‘Automotive Dealer Day, dove ha voluto evidenziare l’impatto negativo dell’elettrificazione sulle entrate fiscali.
Questo perché l’elettrificazione porterà a una diminuzione delle auto a benzina e diesel sulle strade, riducendo così gli introiti derivanti dalle accise sui carburanti. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già avviato un lavoro in questo ambito seguendo la normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici.
Maggiori tasse sulle auto elettriche, dove sono già applicate
Diversi Stati nel mondo hanno già introdotto accise o tasse sull’energia elettrica delle auto elettriche, oppure stanno valutando di farlo. Ad esempio, la Norvegia, con la più alta diffusione al mondo di vetture elettriche ha reintrodotto l’IVA al 25% sull’acquisto di auto elettriche, azzerata per incentivare l’adozione di queste vetture. Inoltre, si discute l’introduzione di accise specifiche sull’energia elettrica utilizzata per ricaricare le auto.
Inoltre, Oslo reintrodurrà il bollo auto per le vetture elettriche, motivato dal maggiore peso di tali veicoli e dalla crescita dei livelli di microparticelle nell’aria, nonostante la riduzione di gas serra e ossidi di azoto. Altri Paesi come Olanda e Inghilterra stanno valutando decisioni simili, previste a partire dal 2025.
Altri esempi arrivano dal Regno Unito, dove l’esenzione fiscale per le auto elettriche scadrà nel 2025, e si ipotizza l’introduzione di un sistema di tassazione basato sul consumo energetico. In Francia, si discute l’introduzione di un “bonus malus” che applicherebbe una tassa alle auto elettriche con un consumo energetico elevato. Negli Stati Uniti, alcuni stati come l’Iowa e il Montana hanno introdotto tasse specifiche sull’elettricità utilizzata per ricaricare le auto elettriche, oltre a tasse di registrazione annuali più alte per questo tipo di veicoli.
Questa non è una bella notizia perché il costo dell’energia elettrica sulle colonnine Fast Charger è già inspiegabilmente molto elevato rispetto al prezzo attuale dell’energia elettrica: parliamo di uno scostamento di 2/3/4 volte maggiore (quasi 1 €/kW/h contro 0,2/0,3 €/kWh) con la sensazione che il costo dell’energia elettrica per la ricarica presso strutture pubbliche sia già tassato e comprensivo delle accise.
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