Abolizione superbollo 2023, intervista all’On. Marchetti
A tu x tu con l'Onorevole che ha presentato una proposta di legge per l'eliminazione del superbollo. Parliamo della riduzione delle tasse sull'auto, dei costi elevati del bollo, dei passaggi di proprietà ma anche di sicurezza stradale ed omologazioni.
Abolizione del superbollo 2023, a tu x tu con l’On. Riccardo Augusto Marchetti che ha depositato una proposta di legge per l’abrogazione del superbollo. Parliamo dei costi elevati che gli automobilisti italiani devono sostenere, non solo per il superbollo ma anche per i bolli e passaggi di proprietà ed altre microtasse. Si parla anche di sicurezza stradale ed omologazioni di accessori e parti speciali fortemente limitate in Italia, ma permesse in Germania da sempre.
Abolizione del superbollo la proposta di legge dell’On Marchetti
NA – SUPERBOLLO | Il superbollo è una tassa introdotta nel 2011 dall’allora Governo Monti per tassare i veicoli più potenti (sopra i 185kw), ma non necessariamente i più costosi. Garantisce lo 0,01% delle entrate statali, ma a conti fatti è stato più un danno che un vantaggio perché ha contratto un mercato delle auto sportive di cui l’Italia è leader nel mondo. Sarà la volta buona per la cancellazione del superbollo?
ON Marchetti | “La Legge delega per la riforma fiscale prevede l’abolizione di diverse tasse e come Lega abbiamo depositato un emendamento, a mia prima firma, per inserire tra queste anche il superbollo. I primi giorni di giugno saranno decisivi per l’approvazione della legge, mentre l’entrata in vigore è prevista per il 2024. Ora che finalmente l’iter alla Camera è partito, non credo ci saranno sorprese.
Quella per l’abolizione del superbollo è una battaglia che sto portando avanti dal 2019 insieme a tutto il settore dell’automotive e non avvantaggia i ricchi, come sostiene la deputata del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli, ma al contrario vuole andare incontro alle esigenze degli appassionati, del comparto auto e del suo indotto e a vantaggio delle casse dello Stato. Non è un caso che nessun altro Paese europeo prevede un balzello di questo genere. Si tratta di una tassa che non colpisce le auto di lusso, perciò molti possessori di auto potenti di brand generalisti, che di certo non vengono definite ‘da ricchi’, si sono trovati da un anno all’atro a pagare incrementi di sovrattassa di 700/800 euro, oltre al bollo.
Molti hanno aggirato questa follia andando a comprare e immatricolare auto all’estero appoggiandosi a società di leasing straniere, fattore che ha causato un crollo del gettito che deriva dalle immatricolazioni del nuovo, quindi meno Iva e bolli, meno tagliandi nelle concessionarie e meno polizze assicurative. Parliamo di una perdita per il settore di 150/180 milioni l’anno solo di gettito. Ci sono aspetti paradossali, basti pensare che è possibile acquistare auto elettriche con mille cavalli senza neppure pagare il bollo, mentre auto generaliste il cui costo si aggira intorno a 30 mila euro, magari usate, pagano una sovrattassa di 800 euro più 800 euro di bollo, ed è inaccettabile.
Un altro aspetto da sottolineare è come agisce il superbollo rispetto ad automobili che si possono catalogare come di lusso. Faccio un esempio, ma ce ne sono tanti altri: suv di marchi premium ma di potenza inferiore a 250 cavalli, non pagano sovrattassa, mentre un’auto di brand generalisti da 300 cavalli, paga 800 euro di superbollo. Nel primo caso parliamo di auto che hanno un costo anche di 150 mila euro, nel secondo si trovano offerte di 22/23 mila euro. Non è il lusso che si colpisce, ma la potenza. Tutto questo, oggi più di ieri, risulta essere profondamente anacronistico“.
Bollo auto, costa troppo è da rivedere la modalità di calcolo
NA – Oltre al superbollo bisognerebbe mettere mano anche al bollo auto per strutturarlo in maniera differente e probabilmente più equa: potreste immaginare di renderlo simile a come viene calcolato in Germania dove il costo è mediamente molto inferiore? (Stiamo pubblicando sul bollo in Germania un articolo entro domani su newsauto.it)
ON Marchetti | “Come Lega siamo da sempre favorevoli a una riforma del bollo auto che porti alla sua riduzione, per renderlo più equo e proporzionale al valore del veicolo. Prima di adottare qualsiasi decisione è necessario esaminare le diverse opzioni disponibili e valutare attentamente le possibili conseguenze. I due principi fondamentali che come Lega intendiamo tutelare sono la giustizia fiscale e la competitività economica. Da un lato è importante garantire che le tasse e le imposte siano distribuite in modo equo tra tutti i cittadini, così da evitare che alcune categorie vengano penalizzate. Dall’altro è essenziale promuovere la competitività economica del nostro Paese per creare occupazione e sviluppo.
Parlando di numeri (fonte Automobile club d’Italia) nel nostro Paese il parco veicoli circolante è pari a 49.150.466 mezzi ed è così suddiviso: 6.505.620 sono motocicli, i motocarri sono 272.074, le autovetture 37.080.753, gli autocarri 3.617.167 e 150.086 le motrici. Come si evince è un numero elevatissimo in rapporto alla popolazione residente: l’Italia difatti è tra i Paesi con la più alta motorizzazione pro capite.
In questo contesto la proposta di rendere il bollo auto simile a come viene calcolato in Germania potrebbe essere una soluzione interessante da esaminare. Tuttavia, prima di adottare una simile riforma, è necessario valutare attentamente gli effetti che essa potrebbe avere sull’economia e sulla società italiana. Ad esempio, bisognerebbe considerare se il nuovo sistema di calcolo del bollo auto possa penalizzare i proprietari di veicoli meno recenti o meno costosi, perché è vero che in Germania il costo del bollo auto è mediamente inferiore rispetto all’Italia, ma ci sono differenze significative tra i due sistemi fiscali che devono essere tenute in considerazione.
In Germania il bollo auto dipende dal tipo di motore, dal peso e dalle emissioni di CO2 dell’auto, mentre in Italia viene calcolato in base alla potenza fiscale dell’auto, che non tiene conto di questi fattori. L’attuale fase di transizione che il settore sta affrontando, legato alle motorizzazioni ad impatto zero ispirate al principio della neutralità tecnologica e quindi riferiti alla possibilità di sostituire detti veicoli anziani con mezzi più moderni e innovativi, se da un lato risulta indubbiamente condivisibile, dall’altro necessita di essere accompagnata da politiche informative più adeguate ed efficienti, in relazione alla preoccupazione diffusa delle campagne di «demonizzazione» delle autovetture a gasolio e a benzina, che stanno disorientando e impaurendo tutti gli utenti, anche alla luce dell’impatto sul valore residuo della propria vettura.
In ogni caso riteniamo che qualsiasi riforma del bollo auto per una sua riduzione, su cui ribadisco la posizione favorevole della Lega, debba essere accompagnata da un’adeguata informazione ai cittadini sulle nuove modalità di calcolo e sui possibili effetti sulle loro tasche. È importante che in ogni caso la riforma sia introdotta gradualmente, in modo da evitare bruschi cambiamenti che potrebbero avere impatti negativi sull’economia e sulla società”.
Passaggi di proprietà esageratamente costosi in Italia
NA – In Italia il costo del passaggio di proprietà di un’auto costa 8/10 volte in più rispetto ad altri Paesi come la Germania stessa. Per facilitare lo scambio e l’economia nel settore dell’usato potreste ipotizzare una riduzione anche dei passaggi di proprietà?
ON Marchetti | “Va detto innanzitutto che il costo del passaggio di proprietà dell’auto dipende in buona parte dai kW, o cavalli di potenza del motore, e dalla provincia di residenza dell’acquirente, necessari per stabilire l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT). Questa tassa in genere incide in modo significativo sul valore totale, con differenze sostanziali a seconda della zona di residenza. Nel dettaglio tutti i costi fissi da sostenere sono 27 euro di emolumenti ACI, 32 euro di imposta di bollo per la trascrizione dell’atto di compravendita al PRA, 10.20 euro per i diritti della Motorizzazione Civile e due marche da bollo da 16 euro per il rilascio del Documento Unico di Circolazione.
Bisogna pagare anche l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) che, in base alla provincia di residenza e alla potenza in kW del veicolo, ha un costo compreso tra 3.51 e 4.56 euro per kW. Per le auto con una potenza fino a 53 kW viene applicato un costo di 151 euro, mentre per i kW aggiuntivi c’è una tariffa supplementare, oltre alla maggiorazione consentita alle province che può arrivare fino al 30% in più. Il prezzo del passaggio di proprietà, dunque, ha un costo minimo di 252.20 euro se si realizza per conto proprio recandosi presso gli uffici preposti ed è più oneroso se la provincia di riferimento applica la maggiorazione o il veicolo ha una potenza elevata. Se invece si utilizzano i servizi delle agenzie di pratiche auto bisogna considerare anche le relative commissioni, con un costo indicativo intorno a 100-150 euro in più.
Il costo del passaggio di proprietà delle auto in Italia è effettivamente troppo alto rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania, e come Lega stiamo valutando tutte le ipotesi valide per poter ridurre questo divario e garantire che non si verifichino conseguenze negative, come un aumento del traffico o un aumento della disoccupazione nel settore delle agenzie di pratiche auto”.
Una infinità di tasse e microtasse sull’auto da ridurre
NA – TASSE SULL’AUTO | Ci sono altre “microtasse” che pesano e gravano sugli automobilisti, ma che portano un danno a tutta la filiera dell’automotive. Il governo Meloni metterà mano all’intero sistema per renderlo più equo?
ON Marchetti | “Come Lega siamo sempre stati favorevoli ad adottare tutte le iniziative necessarie che possano portare all’abolizione delle cosiddette ‘microtasse’ allo scopo di diminuire il peso economico che grava sui cittadini, sulle imprese e sui professionisti. Secondo una stima dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il nostro Paese è anche il fanalino di coda per quanto riguarda l’economia sommersa, con un peso dell’11,9% sul prodotto interno lordo. Da qui l’esigenza, ormai non più rinviabile, di semplificare le procedure tributarie e contabili, razionalizzando le diverse aliquote fiscali per favorire l’emersione e per garantire l’applicazione del principio di una giusta capacità contributiva ai cittadini e alle imprese.
Il Governo ha deciso di intervenire subito, già nella delega fiscale attualmente in discussione alla Camera, sulle cosiddette ‘microtasse’ per arrivare, dopo decenni di inerzia, a un loro superamento in un orizzonte di due anni”.
Migliorare la sicurezza stradale con corsi di guida sicura
NA – SICUREZZA STRADALE | Possiamo lanciare un’idea: non potrebbe esserci l’obbligo di un corso di guida sicura (a prezzi calmierati) per i neo patentati o a chi viene ritirata la patente? Maggiore è la conoscenza del mezzo e minori sono i rischi che si corrono sulle strade.
ON Marchetti | “A mio avviso sarebbe opportuno, soprattutto durante le esercitazioni di guida come anche al momento dell’esame pratico, iniziare a lavorare per inserire una prova aggiuntiva per testare la capacità di guida in situazioni di pericolo.
Il modello che andrebbe perseguito e sul quale bisognerebbe avviare una riflessione seria è quello finlandese. Non credo sia un caso se la Finlandia “sforna” piloti che hanno fatto la storia del rally. Verificare l’abilità nei parcheggi e la conoscenza delle regole per circolare su strada è importante, ma credo vi sia bisogno anche di una prova di guida sicura per testare la capacità di reazione in caso di sbandamento del veicolo, ad esempio.
C’è la necessità che gli istruttori preparino gli allievi a sostenere anche prove volte al miglioramento delle capacità di controllo del veicolo simulando le situazioni limite di “Guida Negativa”, e cioè il controllo della vettura in caso di emergenza, ed esercitazioni di “Guida Positiva” per imparare a prevenire situazioni critiche come fondi scivolosi e almeno la differenza tra sottosterzo e sovrasterzo”.
Le omologazioni impossibili in Italia che si fanno in Germania
NA – OMOLOGAZIONI componenti più performanti | La Germania è sempre stata la patria anche delle omologazioni tramite il TUV delle modifiche migliorative realizzate dagli appassionati sulle proprie auto (ruote, carrozzeria, assetto, motore) ed sui fuoristrada con tantissimi possessori di veicoli in Italia che sono dovuti andare in Germania (esportando la vettura temporaneamente) per omologare le modifiche apportate alla propria auto e renderle visibili sul libretto di circolazione. Perché non istituire anche in Italia un centro omologazioni operativo per rendere legali tutte le modifiche apportate ad auto, moto e fuoristrada più sicuri? Sicuramente si riaccende la voglia di intervenire su questa attività e riprende anche l’economia nel settore della meccanica ed accessoristica.
ON Marchetti | “Sto lavorando, anche grazie al prezioso contributo di Elaborare Magazine che già da anni si è occupato di questo tema, per capire come adeguare in Italia quello che è il TUV tedesco. La Germania dispone da sempre di una legislazione molto più avanzata nel settore della personalizzazione dell’auto: lì infatti c’è una struttura preposta, il TUV appunto, che è in grado di stabilire autonomamente i margini di fattibilità delle modifiche alle caratteristiche strutturali di un’automobile.
Quando la modifica viene ritenuta ammissibile, si annota contestualmente sulla carta di circolazione. In Italia purtroppo non esiste ancora niente di simile; per questo molti appassionati trasferiscono temporaneamente la propria vettura in Germania, omologando gli interventi attraverso il TUV, cosicché reimportando la vettura in Italia, le modifiche aggiornate vengono inserite sulla Carta di Circolazione.
Se nel nostro Paese venissero consentite modifiche migliorative ai veicoli, ci sarebbe più lavoro e quindi maggiore guadagno, anche per lo Stato.
Conosco molti tra i preparatori più importanti d’Italia perché è capitato che in passato i miei veicoli siano passati nelle loro officine per uso in pista e sono dei veri professionisti in grado di apportare migliorie ai veicoli garantendo anche una maggiore sicurezza. Ritengo prioritario che venga data la possibilità di migliorare, perché molte volte di questo si parla, le capacità dinamiche e di sicurezza dei veicoli a coloro che lo desiderano: maggiorazione dei freni, allargamento della carreggiata, assetto ribassato, ottimizzazione prestazioni del motore.
Ho già avuto modo di confrontarmi con gli esperti di Elaborare Magazine che hanno prodotto studi dettagliati su questo tema e che intendo utilizzare nella proposta di legge alla quale sto lavorando.
Mi impegnerò con ancor più determinazione affinché uno dei tanti obiettivi raggiunti dalla Lega in questa legislatura sia proprio quello di normare in maniera intelligente la possibilità di apportare modifiche migliorative ai veicoli”.
L’intervista all’On. Riccardo Augusto Marchetti (LEGA) è stata realizzata da Riccardo Nucci, ex pilota automobilistico, giornalista, imprenditore.